Mondo Inter

Costacurta: «Scudetto? Inter imperfetta! Non andrà mai avanti in Europa»

Costacurta in una lunga intervista al Corriere dello Sport a firma di Marco Evangelisti, ha analizzato il finale di stagione in Serie A considerando la lotta scudetto tra Inter, Milan e Napoli. L’ex difensore è molto critico nei confronti delle squadre che lottano oggi al vertice.

NULLA SCONTATOAlessandro Costacurta sul quotidiano romano oggi ha parlato in maniera molto critica delle squadre oggi al vertice, in riferimento al percorso europeo delle stesse: «In Serie A quest’anno nulla è scontato. Milan, Inter, Napoli, dicevo, sono tutte squadre non perfette. Così ogni weekend capita qualcosa di sorprendente. E questo è positivo in un certo senso. D’altra parte, se vogliamo sognare di tornare grandi abbiamo bisogno di formazioni più solide. In Inghilterra City e Liverpool quasi vincono sempre perché sono le più forti. Da noi il Milan non batte il Bologna, il Napoli fatica con l’Udinese, l’Inter perde in casa con il Sassuolo. Squadre imperfette, appunto. Questo significa che non andranno mai troppo avanti in Europa. Tra queste una favorita? No. Tutte stentano a restare novanta minuti sul pezzo».

POCO COMPETITIVI – Cosa manca alla Serie A per tornare competitiva? Ne parla ancora Costacurta: «È banale dirlo: le risorse. E da lì a cascata gli stadi, i calciatori di punta. Una volta Berlusconi poteva scegliere il giocatore migliore con la testa migliore. Ora dobbiamo accontentarci di chi ha talento e non testa o di chi ha testa e poco talento. Mondiale? Talvolta c’è bisogno di un disastro per trovare qualche idea nuova. Non capisco perché i nostri interessantissimi ragazzi a diciotto o diciannove anni, dopo aver portato in fondo a tutti i tornei le Nazionali giovanili, improvvisamente diventino inadatti a un campionato come il nostro, che non è di certo il più difficile».

SU MOURINHO – Costacurta poi ha parlato anche del tecnico portoghese, con un riferimento alla sua esperienza in nerazzurro: «Mourinho si è reso conto che in Premier il suo appeal era andato perso. Mentre sapeva che in Italia lo avrebbero accolto in festa. In fondo, quando ha lasciato l’Inter era considerato il re degli allenatori. Non lo è più, però da noi il suo carisma funziona ancora».

Fonte: Corriere dello Sport – Marco Evangelisti

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