Cordoba: “Inter, consiglio cinque giocatori colombiani! Mio arrivo…”
Cordoba ha parlato in un’intervista con VBar Caracol, su Radio Caracol in Colombia. L’ex difensore, all’Inter dal 2000 al 2012, ha consigliato cinque suoi connazionali ritenendoli adeguati ai colori nerazzurri.
L’ARRIVO – Ivan Ramiro Cordoba comincia il suo intervento spiegando cosa lo ha favorito per approcciare bene la sua esperienza all’Inter: «A me ha aiutato molto il passaggio al San Lorenzo, è stato fondamentale. Il calcio argentino è differente da quello colombiano, quello europeo poi è più rapido. Aver giocato in Argentina, oltre a cambiare ambiente e stilo di vita, è stato un cambio forte che mi ha aiutato per arrivare in Europa. Mi ha permesso di presentarmi con un bagaglio già pieno di conoscenze per affermarmi in un calcio diverso».
PROFILI UTILI – Cordoba poi consiglia alcuni giocatori, tutti colombiani, a suo giudizio validi per l’Inter: «A me piace molto Luis Diaz. Credo sia un giocatore che sta facendo le cose molto bene al Porto, penso che abbia la forza e la capacità per giocare in un club più grande con fiducia. Poi mi interesso molto ai difensori: Davinson Sanchez e Yerry Mina sono due giocatori che sicuramente potrebbero fare molto bene in Italia. Hanno capacità, fisico ed esperienza per giocare a questi livelli, potrebbero risultare al meglio nelle squadre principali in Italia. Daniel Munoz dell’Atlético Nacional è un altro giocatore interessante, ha una prospettiva e uno stile di gioco differente dagli altri. È uno che richiama molto l’attenzione. Chi dall’Argentina? Jorman Campuzano (del Boca Juniors, ndr). È uno che asfissia la manovra offensiva dell’avversario, ma sa anche giocare il pallone. Mi impressionano questo tipo di centrocampisti».
IL RUOLO – Cordoba conclude con la sua posizione all’Inter, dove è stato impiegato in più ruoli: «Le capacità che mi hanno permesso di giocare ad alto livello sono state velocità e capacità. Così sono riuscito anche a fare il terzino, che non era il mio ruolo. A volte Héctor Cuper, quando c’erano avversari rapidi, mi metteva lì per arginarli: per esempio contro Cristiano Ronaldo allo Sporting CP, nei preliminari di Champions League (agosto 2002, ndr). In quella circostanza è toccato a me marcarlo sulla fascia. Giocare con difensori come Walter Samuel e Mario Yepes era molto bello, perché facevano bene con chiunque ci fosse al loro fianco».