Conte: «Trapattoni un padre per me. Mia cattiveria arriva dalle sconfitte»
Dazn ha svelato alcuni estratti dallo speciale “Linea Diletta”, in cui la giornalista Diletta Leotta intervista Antonio Conte, all’indomani della vittoria dello scudetto con l’Inter. Lo speciale completo andrà in onda sabato 5 giugno
AMBIZIONE – DAZN ha rilasciato alcuni estratti dello speciale su Antonio Conte, intervistato da Diletta Leotta. Ecco alcune parti dello speciale che sarà completamente disponibile sulla piattaforma a partire da sabato 5 giugno: «Da dove arriva la mia cattiveria professionale? Nella mia carriera, sia da calciatore che da allenatore, ho vinto e perso tanto, e quando perdi alcune partite, come le finali, ti rimane dentro una cattiveria tale per cui non vuoi rivivere quel momento. E fai di tutto per trasferire questo ai calciatori, che però hanno difficoltà a capire da dove deriva quella cattiveria. Le difficoltà non mi spaventano, ne ho vissute tante e sono pronto a superarle. Da calciatore ero bravo, ho avuto la mia carriera, ho avuto grandi soddisfazioni. Devo dire che la cattiveria arriva dalle cicatrici rimarginate dopo queste sconfitte, ma non ne voglio altre».
LEGAME – Si parla anche dell’infanzia di Conte, in Puglia, e del rapporto con suo padre putativo Giovanni Trapattoni: «Sono credente da quand’ero bambino: frequentavo la parrocchia e il suo campetto (Sant’Antonio a Lecce), perché se non andavi al catechismo non potevi giocare.
Trapattoni? Per me un secondo padre. La prima cosa che posso dire è che senza di lui difficilmente avrei avuto una carriera così lunga. Quando arrivai alla Juventus, nel 1991. Mi fece giocare titolare la prima volta a Montecarlo, col Monaco. Perdemmo 1-0 e sbagliai un retropassaggio decisivo per il gol. La stampa mi massacrò: Trapattoni mi disse di non pensare più a quell’errore, e che avrei avuto una storia. Mi prese a cuore».