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Castellacci, presidente di LAMICA (Libera Associazione Medici Italiani del Calcio), attacca Spadafora e la FIGC. In collegamento con “La Domenica Sportiva” su Rai 2 annuncia l’invio di una comunicazione al ministro e a Gravina e spiega perché.
COSÌ NO – Enrico Castellacci non è soddisfatto: «Vedo molto ottimismo stasera sulle posizioni del ministro Vincenzo Spadafora. Io non riesco a essere così ottimista, cerco di essere realista: vedo ancora dei punti oscuri. Primo: i protocolli ancora non sono fatti, per cui è difficile che le società possano partire senza linee guida praticabili. Il problema della quarantena poi va discusso, perché se rimane il concetto di quarantena per tutta la squadra la Serie A potrà iniziare ma avrà grosse difficoltà a finire, suppongo. Terzo: vedo nella responsabilità dei medici una cosa paradossale, anche perché vorrei mandare sia al ministro sia a Gabriele Gravina (presidente della FIGC, ndr) una comunicazione del nostro ufficio legale».
ATTESA ECCESSIVA – Castellacci va all’attacco: «Queste linee guida sono trenta-quaranta giorni che aspettiamo diano le indicazioni ai club e ai medici, per sapere cosa fare. Al di là di questo se non ci sono dei protocolli chiari, che possano essere applicati, è tutta carta straccia. Bisogna chiarire alcuni punti chiave, come quello della responsabilità del medico sociale. Il ministro, pochi giorni fa, ha dato i suoi suggerimenti alla FIGC: uno sui tamponi, e siamo tutti d’accordo, uno sulla quarantena, e bisogna discuterne per non creare dei problemi molto rigidi a fine campionato, e sulla responsabilità. Mi domando perché il ministro Spadafora abbia posto l’esigenza di mettere un responsabile: esistono già i codici civili e penali. Dove ha trovato il responsabile? Nel medico sociale, cioè paradossalmente nella figura che a livello di FIGC è la meno istituzionalizzata, perché non ha contratto federale né la propria associazione presente al tavolo delle trattative».
REAZIONE NEGATIVA – Castellacci non capisce perché i protocolli non siano stati discussi: «La FIGC ha dato l’assenso a queste indicazioni senza colpo ferire, ha subito detto sì. Questo ci pone delle riflessioni un po’ più ampie: intanto il medico ha, nel suo DNA professionale, un senso di responsabilità e non c’è bisogno che ce le ricordino. Poi cosa facciamo, escludiamo le responsabilità dagli altri soggetti del mondo del calcio? Assunzione di responsabilità ma condivisa del rischio: è questo che noi chiediamo. Proprio per questo, domani mattina, il nostro ufficio legale, a nome di LAMICA, presenterà una comunicazione sia a Spadafora sia al presidente Gravina, e per conoscenza anche a Giovanni Malagò, il presidente del CONI».
DA CAMBIARE – Castellacci conclude: «Dovrà essere soltanto una comunicativa, per rendersi conto dell’assurdità di quanto portato avanti da questo punto di vista. Vuole essere un input alla riflessione: noi siamo collaborativi, vorrei solo che si rendessero conto delle assurdità. Sono indispensabili due cose: prima stabilire la data di inizio, perché gli allenamenti si programmano sapendo la data di inizio. Poi ci saranno tutti i problemi di tipo muscolare già visti in Bundesliga. Il calcio è uno sport di contatto, lo sappiamo, quindi è normale che ci si possa toccare e contrastare. L’importante è che i rischi siano calcolati, che la responsabilità sia condivisa e tutti sappiano cosa fare. Abbiamo già perso tanti giorni».
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