Caressa trova punti a favore e contro l’eventuale trasferimento di Lukaku al Chelsea. Il giornalista, in collegamento con Sky Sport 24, vede il belga (e Conte, già andato via) come gli artefici dello scudetto dell’Inter, ma poi valuta anche le cifre.
TROPPO ALTA – Fabio Caressa non pensa si possa scartare l’offerta del Chelsea per Romelu Lukaku: «Come fai a dire no a centotrenta milioni? Diventa complicato, ovviamente. Certo che io capisco i tifosi dell’Inter: perdere Lukaku equivale a un’idea di ridimensionamento. Perso Lukaku e perso Antonio Conte, per quanto sia bravissimo Simone Inzaghi, ci sarebbe la sensazione di un ridimensionamento: condivisibile. In un momento come questo, che va contestualizzato, centotrenta milioni sono un’offerta impossibile da rifiutare. Se metti a posto quattro problemi rinunciando a una cosa puoi sistemare la situazione. Io credo che, di fronte a certe cifre, è difficile per tutti dire di no».
SCENARIO PARTICOLARE – Caressa valuta l’offerta e i possibili sostituti: «Non credo che quella di Lukaku sia una scelta economica, è anche la società che si mette d’accordo. Bisogna vedere quanto sarà la volontà di Lukaku e quanto di tutte e due le società di arrivare a un accordo. Si parleranno, decideranno anche in base a quello che si diranno fra Inter e Lukaku dell’offerta. Io credo che per Lukaku non sia una questione economica, ma siamo sicuri che al Chelsea sarebbe lo stesso dell’Inter? Devi dare tempo a Inzaghi. Non puoi pensare che inizia la stagione e sia la stessa Inter che ha finito il campionato passato: è un’altra squadra. Poi bisogna fare un’altra valutazione: Duvan Zapata è molto forte e Joaquin Correa è assolutamente forte, però Lukaku è stato dominante in questo campionato».
DOPPIA PERDITA – Caressa chiude segnalando come cambierebbero i nerazzurro: «Conte e Lukaku hanno fatto vincere lo scudetto all’Inter: senza cambi, non c’è dubbio. Se quei centotrenta milioni devono servire a comprare altri giocatori non penso che possano essere imprescindibili come lo è stato Lukaku. Lo sappiamo perché Conte è andato via. Sapeva che il piano dei prossimi anni, per ragioni economiche, non sarebbe stato parallelo al tipo di sviluppo che lui avrebbe voluto: questo è abbastanza chiaro».
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