Caressa: “Serie A col caldo, ma i calciatori si rendono conto? Marotta…”
La Serie A si prepara a ripartire con qualche frizione ancora da risolvere, come per esempio le partite alle 16.30. Ne parla Fabio Caressa nel corso di “Deejay Football Club” su “Radio Deejay”. Il giornalista difende la posizione di Marotta. Di seguito le sue dichiarazioni
RIPARTENZA – La Serie A si prepara a ripartire, con qualche discussione ancora da risolvere. Ne parla Fabio Caressa: «Il campionato non sarà quello di prima, sarà un’altra stagione ma è una ripresa ed è sempre un bel segno. Ricordiamo che all’estero darà l’impressione di un Paese che riparte e sarà un grande messaggio per tutto, anche per la nostra economia. Io capisco che giocare, partire così, possa essere una difficoltà. Partite alle 16.30? Ai Mondiali e agli Europei si giocava alle 15.00, tralasciando quello del ’94 che si giocava a mezzogiorno e le squadre si sono dovute adattare. Non è che in Brasile, anche se era inverno, quando giocavano di pomeriggio faceva poco caldo. In Germania faceva caldissimo, nella semifinale contro la Germania quando all’inizio c’era il sole faceva caldissimo».
CALDO – Caressa respinge qualsiasi polemica sul troppo caldo: «Ricordiamo che per Mondiali ed Europei è stato inventato il Cooling Break, cosa che si può tranquillamente riproporre. Ma la Coppa d’Africa quando la giocano? Ci si adatta ragazzi e poi veramente, i calciatori che lo hanno detto non si rendono conto di quello che dicono? Lo puoi dire al mio panetterie che nel primo pomeriggio accende il forno? Ma di cosa stiamo parlando. Ci sono competizioni che si giocano solo d’estate, i piloti di Formula 1 che corrono con la tuta a 40 gradi, che devono avere la cannuccia per bere… Fa caldo non è una discussione, ieri sono stato fermato da tre vicini di casa che erano tutti indignati. Si devono rendere conto della realtà che stiamo vivendo».
CALENDARIO – Per finire Caressa difende la posizione di Beppe Marotta, che ha avuto da ridire sulle date del calendario di Serie A e Coppa Italia per l’Inter: «Io non penso che la maggioranza dei calciatori la pensi cosi, la maggioranza vuole giocare. Tutto questo casino per spostare le partite di un quarto d’ora, sono cose fuori dal mondo. Rispetto la posizione di Marotta, giocare 14, 17 e 20 giugno senza sapere le condizioni dei giocatori, magari con il rischio di infortuni. Se lui vede in questo una situazione diversa per la squadra, che deve inoltre recuperare una partita, lo posso capire. Magari dice recuperiamo più avanti se c’è tempo. Lo capisco questo, ma questa cosa del caldo fa ridere e anche un po’ piangere e i calciatori che non sono d’accordo dovrebbero dirlo, altrimenti fanno una brutta figura per colpa di pochi».