Carbone: “Inter la mia squadra del cuore. Ho un solo rimpianto”
Benito Carbone ha parlato della sua esperienza all’Inter, tra il 1995 e il 1996. L’ex attaccante, da sempre tifoso nerazzurro ed oggi membro di Inter Forever, a “IlPosticipo.it” ha ricordato le difficoltà incontrate con Roy Hodgson, che lo portarono all’addio. Un grandissimo errore, come riconosciuto da Carbone stesso.
UN SOGNO REALIZZATO – Giocare nell’Inter è sempre stato il sogno di Benito Carbone, da sempre tifoso nerazzurro come il padre e i fratelli. Un sogno realizzatosi nel 1995, a 24 anni, dopo una grande stagione col Napoli (10 reti in 40 gare). Questo il ricordo dolce dell’ex fantasista: «L’Inter era la mia squadra del cuore, che io, mio padre e i miei fratelli abbiamo sempre sostenuto. Quando sono arrivato mi hanno dato anche lì la numero 10, indossata da Evaristo Beccalossi e Dennis Bergkamp prima di me. Avevo 24 anni e indossavo la maglia più pesante della mia squadra del cuore: era meraviglioso».
INCOMPRENSIONI – Con l’Inter, Carbone disputa 41 partite totali, siglando appena 3 reti. Un rendimento inferiore alle aspettative, dovuto anche alle incomprensioni con il tecnico Roy Hodgson. La spiegazione di Carbone: «Nella mia carriera ho commesso tanti errori. Quello che non mi perdonerò mai è stato aver forzato la mano per andar via dall’Inter a 24 anni perché non andavo d’accordo con l’allenatore Roy Hodgson che mi faceva fare un ruolo diverso dal mio. Mi faceva correre su tutta la fascia. A distanza di anni, dico che lo avrei dovuto fare perché è inconcepibile andare via dall’Inter a 24 anni: giocavo titolare».
RIMPIANTO – Un errore madornale, come riconosciuto da Carbone, che verrà ceduto allo Sheffield Wednesday nell’ottobre 1996. Il rimpianto è forte, anche a distanza di oltre vent’anni: «Avrei dovuto avere pazienza perché sei mesi dopo sono arrivati Luigi Simoni e Ronaldo ed è cambiato tutto. Ho commesso un grandissimo errore, quello di cui mi pento di più».