Capello, collegato con “Calciomercato – L’Originale” su Sky Sport, ha parlato dell’importanza di Lukaku nell’Inter. L’ex allenatore ha paragonato il belga a Ibrahimovic e poi ha giustificato la scelta di mandare Sanchez dal dischetto con la Sampdoria.
UOMO CHIAVE – Per Fabio Capello i nerazzurri non possono prescindere da Romelu Lukaku: «Sicuramente è un giocatore fondamentale per l’Inter. In questo momento, poi, che l’Inter non va più a pressare in avanti come faceva nella prima parte di campionato, dove cominciava dal primo minuto e cercava di passare tutta la partita in attacco, si crea giustamente lo spazio. Lukaku, quando riceve palla, è come Zlatan Ibrahimovic: riesce a mantenerla e fa salire la squadra. Poi, se lo lasci in campo aperto, è un giocatore che non è marcabile per la velocità e la forza fisica. Oltretutto, oltre a essere generoso, è anche un uomo assist perché entra in tutte le azioni importanti».
IL PARAGONE – Capello ribadisce: «Quando gioca Lukaku, come quando gioca Ibrahimovic, ti preoccupi di marcarlo e c’è sempre un uomo in più che deve preoccuparsi di questo giocatore. Lo stesso che succede quando arriva in area di rigore Cristiano Ronaldo: quando ci sono questi giocatori creano preoccupazioni. Soprattutto, però, è molto bello quello che ha detto Antonio Conte: si è fatto ben volere, non si dà arie, è generoso e aiuta».
LA DECISIONE – Capello è certo sul perché a calciare il rigore con la Sampdoria sia stato Alexis Sanchez: «È una scelta sempre dalla parte dell’allenatore, che guarda e capisce chi è il più abile a calciare. Poi fa una lista: quando c’è Lukaku è lui, come secondo se ha tirato Sanchez penso l’abbia scelto l’allenatore. Non è che uno arriva in campo e dice che oggi lo tira lui, però lo score di Sanchez è molto negativo. Secondo me dovrebbe anche dire lui di non essere bravissimo e di non essere il caso».
INTER, COSA FARNE? – Capello chiude su Christian Eriksen: «Che sia un giocatore di qualità è indiscutibile, però bisogna vedere come vuole utilizzarlo l’allenatore. Lui rende molto in una certa posizione, fare la mezzala con una certa libertà. Non è uno che rientra molto, quando è stato messo indietro ho visto molte partite e non è che mi abbia impressionato. Però il centrocampista con libertà può farlo molto bene».
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