Calcagno (AIC): “Più soldi ai piccoli club. Stipendi? Differenze con top club”
Umberto Calcagno, avvocato e vicepresidente dell’Associazione italiana calciatori, in un’intervista per “Milano Finanza” ha parlato dell’importanza di riprendere a giocare a calcio ma in dovuta sicurezza. Di seguito la sua intervista riportata da “Calcio e Finanza”.
IL SISTEMA – Umberto Calcagno, vice-presidente AIC, è d’accordo riguardo la ripresa del calcio ma cambiando il sistema: «L’importante è riprendere a giocare, ovviamente garantendo la sicurezza necessaria. Solo così si può pensare di tamponare la crisi che si è venuta a creare. Poi però bisogna cambiare la struttura del nostro calcio. Il calcio italiano è quello che tra i principali Paesi europei distribuisce meno ai più piccoli. Sia in termini di quanto la Serie A retrocede alle divisioni inferiori: in Italia siamo sul 10% dei proventi, mentre in altri campionati si va dal 15 al 17%. E sia per quel che concerne la forbice tra quanto incassano i top club e le società piccole in Serie A. In Inghilterra, che rappresenta il torneo più avanzato al mondo, questo divario è molto inferiore».
STIPENDI – Calcagno parla anche del tema stipendi: «Taglio stipendi? Il mondo del calcio è un universo variegato. Posso capire che i top club possano chiedere la sospensione di alcune mensilità a star milionarie, ma noi abbiamo società minori che vogliono che i propri dipendenti si taglino almeno due mensilità su quattro. Quando per chi guadagna 2.500 euro al mese non percepire una mensilità è un sacrificio già non di poco».
Fonte: calcioefinanza.it