Brehme: “Volevo l’Italia e l’Inter, non fu un discorso di soldi”
Nello speciale di Sky Sport dedicato all’anniversario dell’Inter dei record è presente in studio anche Andy Brehme che ha ricordato il suo approdo in nerazzurro
L’INTER ERA DIVERSA- “Per me fu importantissimo quando il Presidente ci parlò e ci disse che dovevamo vincere qualcosa. Era più importante quando il Presidente ci ha detto che se un giocatore parla male dell’allenatore pagano una multa. Questo era eccezionale, eravamo un gruppo eccezionale in tutto quell’anno. Non ho mai vissuto questa cosa in Germania”.
VOLEVO L’ITALIA- “Quando giocavo al Bayern pensavo sempre all’Italia che all’epoca aveva il miglior calcio e i migliori calciatori, vedevamo tutte le partite, poi andavo sempre al ristorante italiano e dicevo di voler giocare in Italia. Quando arrivò l’offerta dell’Inter ho accettato senza pensare. Mi ha chiamato Paolo Zuliani e dopo l’ultima partita col Bayern e sono venuto con un aereo privato. Non era un discorso di soldi, volevo l’Italia e una grande società come l’Inter”.
TRAPATTONI NON ERA DIFENSIVISTA- “Trapattoni si arrabbiava molto con i giornalisti, non è vero che era un difensivista. Con lo scudetto abbiamo fatto tantissimi gol, lui pensava avanti”.
L’AVVERSARIO PIU’ TOSTO- “Gullit era velocissimo, grosso, completo tecnicamente. Era un giocatore fortissimo, una volta in un derby lui fece una grande partita e io la mia peggiore”.