Branca: «Mourinho all’Inter quasi si ruppe una mano! Thiago Motta via? Andò così»
Branca ricorda il suo periodo da direttore sportivo dell’Inter, dove conobbe sia Mourinho sia Thiago Motta. In un intervento a TV Play, il dirigente segnala come non sia vero che l’attuale allenatore della Juventus sia andato via – a gennaio del 2012 – per colpa sua.
IL PASSATO – Marco Branca è ancora ricordato dai tifosi: «A distanza di anni sento sempre l’affetto degli interisti e di ogni persona che ha a cuore l’Inter quando mi incontra. Penso che faccia parte del gioco. Thiago Motta via per colpa mia? L’esatto contrario. Perché lui, giustamente, visto che la squadra non era in acque calmissime e voleva fare un’esperienza diversa, voleva andare al PSG. Gli avevo detto che non ero contrario, ma che preferivo parlarne a fine campionato: c’era stato il cambio allenatore e lui era uno dei giocatori migliori della squadra. Voleva invece fare questa esperienza già a gennaio e forzò la mano per questo. Ma non ero assolutamente d’accordo, anzi: l’esatto contrario. Che sia allenatore mi piace? Moltissimo. È sempre stato un giocatore fantastico, di un carattere strepitoso e un grande professionista. Credo che si stia meritando l’upgrade che ha fatto dal Bologna alla Juventus».
Branca da Thiago Motta al rapporto con Mourinho all’Inter
L’ALTRO EX – Branca su José Mourinho: «Problemi dopo l’Inter? Credo che il calcio sia un gioco di squadra, dove deve funzionare tutto: dalla presidenza ai dirigenti di quadro inferiore. Se non c’è questo anche uno come lui può trovare difficoltà. Sono contento di aver fatto parte di quel gruppo e di aver vissuto quegli anni strepitosi: era un divertimento puro passare ad Appiano Gentile e vedere quei giocatori strepitosi. L’aneddoto, che forse ho già raccontato un po’ di anni fa, è che partiamo a Kiev e dovevamo vincere o eravamo fuori dalla Champions League. Eravamo decimati, per una volta andai in panchina visto che mancavano tanti dirigenti. Nell’intervallo Mourinho fece una sfuriata talmente forte che quasi si spaccò la mano battendo su un lettino d’acciaio. Eravamo fuori, poi fortunatamente dopo l’abbiamo vinta».