Bonolis: “Inter ha fatto la partita, ma contano i gol. Conte? Non intoccabile”
L’Inter è stata eliminata dal Napoli nella semifinale di ritorno di Coppa Italia: ai microfoni di “Radio Sportiva” ne ha parlato Paolo Bonolis, noto conduttore televisivo e tifoso nerazzurro. Tra i temi trattati, anche le critiche a Conte e la prova incolore di Lautaro Martinez (vedi articolo)
CONTANO I GOL – L’Inter ha sprecato l’occasione di andare in finale di Coppa Italia, facendosi eliminare dal Napoli. Paolo Bonolis parla all’indomani della sfida: «La partita l’ha fatta l’Inter, come all’andata. Il Napoli ha trovato due circostanze che hanno permesso di passare il turno. Conta poco quanto giochi ma conta quanto segni. Penso che i nerazzurri abbiano alla fine giocato bene anche se smorzati in attacco. Forse c’è stato un errore tattico: in vantaggio fuori casa su calcio d’angolo non c’è bisogno di tutti i difensori dentro l’area. Quel gol è stato un fulmine a ciel sereno. Tanto di cappello a chi ha passato il turno. Finale? Difficile tifare per una delle due, da interista non posso che sperare che vinca il Napoli ma non per cattiveria. Il rapporto-confronto con i bianconeri è ormai viscerale, ma la Juventus ha una squadra formidabile e ha sicuramente tutte le possibilità di portare a casa la coppa».
CRITICHE – E sulle critiche al lavoro svolto da Antonio Conte all’Inter, Bonolis pensa che siano legittime: «Non penso sia intoccabile, ha fatto un ottimo lavoro fino a questo punto. Ci sono stati diversi infortuni che hanno costretto a giocare sempre con gli stessi giocatori in questo momento importante della stagione. Alexis Sanchez è tornato a pelo dopo essersi fermato. L’Inter ha manifestato grande compattezza, il 3-5-2 si addice all’allenatore e penso che alcuni giocatori possano migliorare. Mi aspetto che sul mercato la famiglia Zhang punti a fare uno scalino ulteriore. Il campionato non è compromesso e c’è un’Europa League in cui fare bene. Non vedo questo disfattismo. La prova di Lautaro Martinez? La sua gara non è stata eccellente, come quella di Romelu Lukaku. Non dimentichiamoci che è molto giovane e gestire determinate pressioni non è semplice».