Mondo Inter

Biolchi: «Lukaku non lo sostituisci. Ma fossi l’Inter andrei su Raspadori»

Si è parlato tanto, nel martedì da poco concluso, dell’ipotesi Chelsea per Lukaku (vedi articolo). Il giornalista Alessandro Biolchi, ospite di Sky Sport 24, rilancia un nome per l’eventuale sostituzione (per quanto difficile): Raspadori.

DENTRO O FUORI?Alessandro Biolchi dice la sua sulla vicenda Romelu Lukaku: «Io credo che chi abbia ascoltato queste notizie, e soprattutto sia tifoso dell’Inter, deve decidere se nella sua visione del mondo l’aspetto emotivo prevale su quello economico-finanziario e pure tecnico. A seconda di quello che uno decide quest’operazione s’ha da fare oppure no. È chiaro che se prevale l’aspetto romantico la risposta è no: Lukaku è emozione pura, è il simbolo di quest’Inter. Non gli si può non voler bene, anche per i valori che rappresenta. Poi c’è anche l’altro aspetto, che è condizionato: se l’Inter, con una sola operazione, riuscisse a sistemare almeno in parte il bilancio e prende due giocatori d’attacco forte, sistemando l’esterno, hai risolto quattro problemi con un’operazione. E chi è in testa a una società deve ragionare».

INTOCCABILE? – Biolchi fa un paragone col 2010: «Prima del Triplete l’Inter vende Zlatan Ibrahimovic, ma arrivano Samuel Eto’o e soldi. Poi arrivano Diego Milito e Thiago Motta… Lukaku sa di non essere un giocatore come gli altri. Verrà ricordato come Milito, sono due monumenti. E Milito disse, dopo il Triplete, di avere altre offerte: Massimo Moratti lo accontentò, ma fece una scelta romantica. Il discorso emotivo è sempre biunivoco: ci sono i tifosi che lo adorano, ma anche lui ha un certo tipo di empatia rispetto all’ambiente. A Londra sarà così?»

CHI AL SUO POSTO? – Biolchi prova a ragionare su come l’Inter si dovrebbe muovere in caso di cessione: «Lukaku non lo sostituisci, ma Duvan Zapata è una prima punta. L’altra è Giacomo Raspadori, perché poi ha Lautaro Martinez e Alexis Sanchez che sono seconde punte. Joaquin Correa non è una prima punta: io andrei più su Raspadori. Il giorno in cui Lukaku andrà al Chelsea non potrà dire che l’Inter l’ha venduto, e viceversa. Non ci può essere uno che dà la responsabilità all’altro, sennò è finita».

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