Berni: “Inter, addio nell’aria! Mi mancherà la panchina. Un successo!”
Tommaso Berni non ha rinnovato il suo contratto con il club nerazzurro. L’ex terzo portiere dell’Inter si racconta in una lunga intervista rilasciata su “gianlucadimarzio.com”: dal suo arrivo a Milano alle espulsioni fino ad alcuni retroscena con Lautaro Martinez.
NIENTE RINNOVO – Tommaso Berni non rinnova il suo contratto con l’Inter, ma racconta: «Era nell’aria, sapevamo che sarebbe tornato Ionut Radu e con il club avevo già parlato. Ho vissuto un sogno, mai da bambino lo avrei immaginato. Ho condiviso lo spogliatoio con grandi campioni e non smetterò mai di ringraziate Steven Zhang, Beppe Marotta e Piero Ausilio. So che non sarà facile trovare una squadra ma non ho la presunzione di diventare di colpo protagonista. So quale è stato il mio ruolo negli ultimi anni e credo che rimarrà quello. Ritiro? Non ci ho proprio pensato, sto meglio adesso di quando ne avevo 20!».
ALL’INTER – Berni parla delle zero presenze ma anche del suo arrivo all’Inter, incredulo al telefono con il suo procuratore: «Io mai titolare? E a memoria non ci sono neanche mai andato vicino. Mi chiedevano come fai ad essere contento? Io rispondevo: Cavolo, faccio la cosa che mi è sempre piaciuta fin da bambino! Mi godevo tutto come un ragazzino. L’ego è una brutta bestia. C’è un obiettivo superiore, cioè che la squadra vinca poi c’è la passione, per il ruolo e nell’aiutare i compagni in difficoltà. Io arrivavo al campo con il sorriso. L’Inter per me era un sogno e cercavo di trasmettere questa gioia. La voglia di giocare ce l’ho sempre avuta. Ogni martedì arrivavo al campo con l’obiettivo di allenarmi al massimo per giocare la domenica. Anche a 10 anni ero l’ultimo ad andarmene per la disperazione di mia madre. La chiamata dell’Inter? Ero al Torino, dove non mi avevano mai dato una possibilità. Chiesi al mio procuratore di poter andare a giocare altrove. Un giorno mi chiama e mi dice dell’Inter “dai, non mi prendere in giro” risposi. Comunque vada sarà un successo, è sempre stato il mio motto. Dispiace lasciare l’Inter, anche perché sono convinto che presto alzerà trofei importanti. Mi mancherà la panchina di San Siro. E io mancherò a lei. Non ci sarà più un matto che esulta ad ogni gol o che si faccia buttare fuori».
ESPULSIONI – Berni parla, con tono ironico, anche delle espulsioni: «Quando giochi, resti concentrato e non noti nulla, da fuori, invece, vedi tutto. Accumuli adrenalina che però non puoi scaricare e quando ti ritrovi l’arbitro lì… La prima volta sbagliai e chiesi scusa a tutta la terna. La seconda, però, fu eccessiva. Non feci niente di offensivo, ma con lo stadio vuoto si sentiva tutto. Dissi solo un porca t***. Un retroscena: dopo la partita con il Parma, andai nello spogliatoio dell’arbitro con fare minaccioso e gli dissi: Ora mi offri da bere. E fidati che, quando bevo, bevo tanto. Ai compagni poi regalai un paio di AirPods. Quando invece toccò a Lautaro Martinez, fece arrivare ad Appiano un pullman pieno di televisori».
Fonte: gianlucadimarzio.com – Simone Golia.