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Bergomi: “Simoni esempio per tutti, sempre grato. Ecco cosa disse Moratti”

Bergomi ha vissuto una stagione esaltante con Simoni nel 97-98, tornando protagonista tanto da essere convocato per i Mondiali a trentaquattro anni e mezzo. L’ex difensore dell’Inter, in collegamento con “Radio Sportiva”, ha ricordato il suo ex allenatore all’indomani della scomparsa.

PERSONA SPLENDIDAGiuseppe Bergomi è d’accordo con le parole con cui si è definito Luigi Simoni in questi due giorni: «Non è retorica usare queste parole, perché sicuramente Gigi è stato un grande uomo e una grande persona. A me piace definirlo un esempio positivo per tutti: nel calcio queste figure ci mancano. Io sono particolarmente legato: quando arrivò mi disse che per lui erano tutti uguali, da chi aveva diciotto anni a chi ne aveva trentacinque. Io feci una stagione straordinaria, che culminò nella vittoria della Coppa UEFA, e andai al mio quarto Mondiale. Sarò sempre grato a Gigi».

ESONERO SBAGLIATO – Bergomi ricorda l’Inter di Simoni: «La squadra era costruita bene. Oltre ai vari reparti poi in avanti Ronaldo era paragonabile a Lionel Messi e Diego Armando Maradona: in quella stagione fece cose incredibili. Gigi aveva la parola giusta per tutti. L’anno dopo, dove noi battiamo il Real Madrid in casa con la doppietta di Roberto Baggio, poi battiamo la Salernitana all’ultimo minuto, lui vince la Panchina d’Oro e viene esonerato. Secondo me si sarebbe meritato di giocare quel quarto con il Manchester United (in Champions League, ndr): non so come sarebbe finita, ma poi la stagione andò male mentre lì eravamo a cinque punti dalla Fiorentina e dentro in tutto. Le parole di Massimo Moratti furono che il suo intento era aiutare la squadra con quel cambio. A distanza di anni disse che sbagliò a prendere quella decisione».

ESEMPIO – Bergomi prosegue col ricordo di Simoni: «Per noi Gigi è stato un maestro e un condottiero. Aveva una parola giusta per tutti, sapeva tirare fuori il meglio da tutti noi. Ci ha portati a vincere la finale di Coppa UEFA contro la Lazio a Parigi, una partita straordinaria. Quella squadra è entrata nel cuore dei tifosi, senza fare polemiche ha vinto meno di quanto avrebbe meritato. La Coppa UEFA? Noi ricordiamo la partita con la Lazio, ma eliminammo lo Schalke 04 che ci aveva battuti in finale l’anno prima a San Siro. Prendemmo gol all’ultimo minuto e nei supplementari Taribo West, con un’inzuccata, ci portò avanti. Rimontammo lo Strasburgo 3-0 dopo un 2-0 in Francia, o il gol di Ronaldo a Mosca dove noi sprofondavamo e lui galleggiava nel fango. È stata veramente una cavalcata incredibile, in quegli anni la Coppa UEFA la vincevamo noi italiani».

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