Mondo Inter

Bergomi: “Prima ero abbastanza critico, ora l’Inter bene! Hakimi…”

Bergomi si “tranquillizza” sull’Inter, ammettendo di essere stato molto critico sui nerazzurri in questo inizio di stagione. L’ex capitano nerazzurro, nel corso di “Sky Calcio Club”, ha poi parlato di Hakimi ossia il grande protagonista della partita contro il Bologna.

CRESCITAGiuseppe Bergomi ora è soddisfatto: «L’Inter fa le cose semplici, giuste. Secondo me è tornata a essere squadra, sull’onda dell’anno scorso col 3-5-2, sfruttando le fasce, la forza fisica e l’organizzazione. Rispetto alle prime partite, dove voleva creare gioco e pressava sempre alto, adesso si è creata lo spazio per andare in contropiede. Mentre prima ero abbastanza critico adesso è tornata a fare l’Inter. Il merito lo do ad Antonio Conte, perché è riuscita a ricompattarla. Non giocava da squadra: è stata una vittoria che mi aspetto con le squadre che arrivano a San Siro tipo il Bologna, come doveva essere contro Fiorentina e Torino. Lì è andata sempre sull’emotività di una rimonta e c’è riuscita, invece qui è stata sempre in vantaggio. Il Bologna è una squadra che vuole giocare sempre a calcio e crea problematiche, ma alla fine le grandi squadre riescono a vincere».

IL GIRONE – Bergomi invece non vuole fare pronostici su cosa succederà mercoledì in Champions League: «È difficilissimo. Il Real Madrid batte due volte l’Inter e poi perde con lo Shakhtar Donetsk. Ieri (sabato pomeriggio, ndr) ha vinto 0-1 col Siviglia, non ha preso gol».

IL PROTAGONISTA – Bergomi parla del goleador di Inter-Bologna: «Achraf Hakimi secondo me è un giocatore dalle grandi potenzialità. Quando uno ha un’attitudine come la velocità, nel calcio, va sempre bene. Conte lo sta gestendo bene: giochi col Sassuolo e c’è Jérémie Boga, giochi col Borussia Monchengladbach e c’è Marcus Thuram ed è più funzionale Matteo Darmian. Hakimi, se lo costringi a stare là e fare degli uno contro uno contro questi giocatori, non dà quel contributo. Gioca col Bologna con Aaron Hickey allora va messo lui, che lo fa a fette e taglia: non ha grandi compiti difensivi, deve pensare ad attaccare. Non so se contro lo Shakhtar Donetsk, che gioca Taison o un brasiliano di tecnica, giochi Hakimi: magari sì, ma la gestione è questa. Quando imparerà a difendere nell’uno contro uno diventerà un titolare fisso».

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