Mondo Inter

Bergomi: “Inter con cambi che determinano. Eriksen e Lukaku…”

L’Inter ieri sera ha ritrovato la vittoria in campionato dopo tre pareggi consecutivi imponendosi sul campo dell’Udinese. L’ex capitano nerazzurro Giuseppe Bergomi, ospite in studio al “Club” di Sky Sport nel dopo partita, ha analizzato i temi della partita, fra cui Eriksen e Lukaku.

ERIKSEN E GLI ALTRIGiuseppe Bergomi analizza la prova di Christian Eriksen e degli altri nuovi: «Secondo me aveva due compiti diversi in fase di possesso e non possesso, anche se a volte ha fatto movimenti da mezzala classica. La forza dell’Inter è quando le punte rimangono molto vicine e con i cambi l’Inter ha determinato, ora i cambi ci sono. Io voglio sottolineare Ashley Young che con grande umiltà si è messo a disposizione, va a destra a sinistra, corre tanto. Victor Moses poi quando sta bene può dare quell’imprevedibilità che all’Inter in certi momenti può mancare. Per me Eriksen insufficiente, non ha fatto una grande partita, pur con tutte le attenuanti».

IL RUOLO DI ERIKSEN – Si discute del ruolo che Eriksen potrà avere in questa Inter: «Io mi rifaccio alla partita di Coppa Italia dove ha provato il trequartista, ma deve trovare qualcosa di diverso perché nel gioco di Antonio Conte la mezzala deve lavorare tantissimo ed Eriksen devi tenerlo lucido per l’ultimo passaggio. L’altro giorno ho dato un mio parere su questo giocatore, perché i tifosi si aspettavano forse un tipo di giocatore ma non è quel tipo di giocatore. E’ un giocatore che dà tempi di gioco e farà gol, ma ha bisogno di tempo, ma non pensiamo di vedere un giocatore che dribbla salta l’uomo e va in velocità».

BENE COSÌ – Bergomi prosegue: «Young bene, gli dò 6.5 è umile. Penso da dove arriva e i quinti dell’Inter devono fare un lavoro incredibile e lui lo trovi ovunque. Mi piace la sua disponibilità Romelu Lukaku? Ha consapevolezza dei propri mezzi e continuo a pensare all’importanza di avere un giocatore così. È un punto di riferimento, un leader positivo e lo ha dimostrato fin dall’inizio. Possiamo discutere mille volte su che giocatore è, ma lo abbiamo visto che continua ad essere decisivo. Favorita per il titolo? Continuo a pensare alla Juventus, i numeri dicono questo. Mi viene in mente il campionato 1997-1998 dove in lotta c’erano sempre queste tre squadre, Inter Lazio e Juvnetus. Noi e la Lazio quell’anno abbiamo fatto strada in Coppa UEFA arrivando in finale e abbiamo un po’ mollato».

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