Bellinazzo: “Taglio stipendi? Necessario, il calcio torni alla realtà”
Marco Bellinazzo è intervenuto ai microfoni di “Tutti Convocati” su Radio 24 per parlare degli impatti economici che la crisi coronavirus avrà sul mondo del calcio
IL TAGLIO STIPENDI – Bellinazzo parla del taglio stipendi e dell’esempio dato dalla Juventus? – «Serve nell’ottica in cui ci sono due parti, un sindacato calciatori che può disegnare la cornice poi gli accordi che sono individuali. Poi c’è la Lega Serie A che rappresenta le società, ma è evidente che da parte di Agnelli c’è scarsa fiducia nella capacità della Lega di prendere una decisione unitaria e come non capirlo. La Juventus, dovendo dare un segnale forte alla borsa e al mondo esterno, ha dato un segnale basato sul principio di solidarietà. Io la leggo in questa maniera, che i giocatori sono stati disponibili a rinunciare a delle mensilità ed evidentemente questo porta al taglio di circa il 25% a a 90 milioni di risparmio. Se si dovesse tornare a giocare una parte di questi emolumenti dovrà essere versata perché i giocatori torneranno ad esercitare la loro professione. Se si prospetta una manovra per cui taglio formalmente su questo bilancio ma poi c’è già l’accordo per pagare l’anno prossimo si sta accusando la Juventus di falso in bilancio e non credo che siano così folli»
GLI IMPATTI SUL FUTURO – L’emergenza Coronavirus cambierà il calcio e anche il mercato: «Il calcio dovrà ridimensionarsi, questa cosa segna uno spartiacque tra una fase in cui il calcio è sembrato distante dai bisogni dei cittadini e un momento in cui il calcio dovrà riprendere contatto con la realtà e fare sacrifici come tutti. In Lega Pro, con una media stipendi di circa 50.000 euro lordi l’anno, si sta attuando la cassa integrazione anche per i calciatori e questa è una novità. Lo scenario sul calciomercato delinea un possibile deprezzamento dei calciatori del 30%. Le società di un certo livello non potranno più permettersi certe cifre e diventerà anche difficile giustificarle dal punto di vista etico».
COME CONCLUDERE LA STAGIONE – Infine si parla di che destino potrà avere la stagione al momento sospesa e come comportarsi per la prossima: «L’emergenza sanitaria comporta che la stagione sia davvero a rischio, sempre che non si apra a uno scenario innovativo dei play-off anche se ai presidenti non piace. Altra cosa sarebbe assegnare le posizioni in Champions congelando la classifica e poi giocare i play-off per assegnare lo scudetto. L’idea di arrivare a metà luglio cn 130 partite da giocare, anche se a porte chiuse, mi sembra poco plausibile con dati ancora così gravi. Io sarei per salvare la prossima stagione perché c’è una forte sottovalutazione sugli effetti economici sulla prossima stagione, pensiamo agli sponsor che già adesso stanno lasciando, saranno introiti che mancheranno per tutto l’anno prossimo. Un campionato contempla che si giochino tutte le partite, quindi non assegnerei il titolo. Apprezzo l’idea dei play-off che mi sembra un modo eccezionale per non avere una pagina bianca negli almanacchi. Se non si dovesse concludere la stagione io congelerei la classifica all’ultima giornata per posizioni Uefa, promozioni e retrocessioni per salvaguardare un po’ di merito. Chi retrocede farà ricorso, lo so, ma a quel punto devi chiudere questa stagione e giocare a 22 la prossima con tutte le complicazioni che ci sono».