Ambrosini: “Spinazzola, test Inter particolari e mai sentiti. Conte…”
Ambrosini è apparso dubbioso sulla notizia che l’Inter oggi farà svolgere test supplementari a Spinazzola (vedi articolo). L’ex centrocampista, ospite di “Calciomercato – L’Originale” su Sky Sport, ha poi parlato del gioco di Conte e dei possibili arrivi di Giroud ed Eriksen.
SCELTA STRANA – Massimo Ambrosini non capisce le ultime su Leonardo Spinazzola: «Questa cosa è particolare. Io non ho mai sentito che un giocatore viene preso, poi ci sarebbe da approfondire che tipo di esami o di allenamenti deve fare il ragazzo. I test mirano a capire l’integrità, non la condizione fisica. I metodi di lavoro di Antonio Conte assomigliano molto a quelli usati in Inghilterra, dove a livello di intensità si va veramente forte. Christian Eriksen è un giocatore veramente forte, se però devo pensare a un giocatore funzionale per Conte faccio più fatica. È un giocatore tecnico, abituato a lavorare in un modulo con principi di gioco di un certo tipo, in cui secondo me lui andava a capire la partita. Mauricio Pochettino è un allenatore che lascia libertà al grande giocatore in un determinato sistema, Conte è più preciso nel dare ordini e impartire compiti ai giocatori».
TATTICA – Ambrosini passa dal mercato al campo: «Il gioco di Conte dipende dagli attaccanti. L’Inter è la squadra che li usa di più, il gioco di Conte è straordinario perché ci arriva sempre. Tutte le giocate sono finalizzate ad arrivare agli attaccanti, è focalizzato lì. Olivier Giroud, a differenza di Romelu Lukaku, è un attaccante che non può tenere i sessanta metri, gioca di più sull’avversario. A Giroud la palla gliela devi portare, non puoi chiedergli di fare quello che sta facendo Lukaku. Conte in particolare, sulla base di come si dispone la squadra avversaria, dà indicazioni precise. Fra tutti gli allenatori è quello che cura di più, e in maniera più maniacale, ogni singolo dettaglio. Sanno quasi sempre quello che devono fare, se tu parli coi giocatori di Conte ti dicono che quello che propone durante l’allenamento si ritrova in partita. Il giocatore lo riconosce, non sempre succede dall’allenamento».