Adani: “Icardi? Non pensa al calcio, guerra all’Inter! Sanchez…”
Icardi è il principale caso dell’Inter, con l’argentino che ha visto ulteriormente ridotti gli spazi complice l’arrivo di Sanchez ma per ora vuole restare. Daniele Adani, ospite di “Calciomercato – L’Originale”, ha parlato dei due attaccanti.
UNA CRITICA – Daniele Adani consiglia a Mauro Icardi di trovare una nuova sistemazione: «Secondo me lui non sta pensando al calcio, ma sta pensando a una guerra personale con l’Inter. Lui è un ragazzo del ’93, quindi ha ventisei anni, ha tanto calcio ancora da dare alle squadre che compreranno le sue prestazioni e anche a se stesso. Secondo me il Napoli o le altre squadre che andranno su Icardi non andranno per Icardi come è adesso, ma per la somma di ciò che è adesso e di ciò che può diventare, perché ha margini di miglioramento. Cosa deve fare col Napoli? Andare, farsi fare tutte le sue clausole e le sue tutele, essere felice del trasferimento. Un giocatore che non sta bene o non è desiderato in un posto non può starci».
L’ARRIVO – Adani poi passa al volto nuovo: «Alexis Sanchez ti dà un’altra cosa (rispetto a Icardi, ndr). Ti dà il lavoro fra le linee, in un 3-5-2 che diventa 3-5-1-1. La partita dell’altra sera è stata positiva dell’Inter, però è un’aggiunta che doveva essere fatta. È un giocatore che può fare il centrocampista avanzato o la punta che arretra, è un giocatore che apre gli spazi e quindi ci voleva. Io dico questo: ovviamente loro erano forti su Edin Dzeko, perché è un giocatore universale e nel suo ruolo quando sta bene è uno dei top-5 del mondo, ma Sanchez secondo me dà un’altra cosa: quelle varianti che Dzeko non può dare. Se fossero andati su Dzeko ci voleva comunque un giocatore piccolo, bravo a fare la seconda punta, aprire gli spazi, a palleggiare, venire fuori e riattaccare l’avversario. Con Dzeko avevi una squadra più fisica, potevi andare più diretto e lavorare con la coppia di attaccanti sulla forza, con Sanchez hai più varianti. Al di là della non riuscita operazione quella giusta è questa».
RIVOLUZIONARIO – Adani chiude parlando del gioco di Antonio Conte: «C’è una ribellione all’apatia, al non risultato. Lui parte da una scossa mentale, poi secondo me Conte è uno che ha non così tante varianti ma quelle che ti spiega ti entrarno nel cuore e nell’anima: ti butti nel fuoco per quelle varianti e quelle giocate».