Adani, nell’ormai nota diretta Instagram di Vieri, è tornato su un episodio datato 12 febbraio 2004. L’ex difensore ha ricordato il gol segnato al 95′ di Inter-Juventus di Coppa Italia, dove ci fu una dedica speciale da parte sua.
RICORDO – Daniele Adani racconta una storia toccante che lo riguarda: «Coppa Italia, semifinale Inter-Juventus. San Siro pieno, ottantamila persone più undici milioni in TV. Finisce 2-2, perdiamo ai rigori. Torniamo un giorno indietro: l’11 mi chiama uno da Brescia perché un ragazzo, che si chiama Francesco, non si trova più. Debole, fragile, genitori separati, ha sentito litigare il patrigno con la madre e scappa. Mi conoscono, mi chiamano e mi chiedono cosa posso fare: era l’11 febbraio, il 12 c’era la partita. Mi dicono che eri (Christian Vieri, ndr) il suo idolo, li faccio venire il giorno dopo alla Pinetina ma non voglio disturbarti. Arrivano questa persona e il patrigno, disperati. Gli dico: “Cosa posso fare per mettere in risalto questa storia?” In camera penso, di pomeriggio vado da Paolo e Claudio, i magazzinieri, e chiedo la stessa cosa ipotizzata col patrigno. Solo una cosa: una maglietta con una frase».
LA MOSSA DECISIVA – Adani prosegue: «Chi crede sa che le coincidenze non esistono, mi metto questa maglietta e ci affidiamo al Dio del calcio. Andiamo allo stadio, la partita comincia: avevamo fatto 2-2 a Torino, siamo 1-2 per la Juventus. Il cronometro dice 94:35, aveva dato cinque minuti di recupero l’arbitro. Tu (si rivolge sempre a Vieri, ndr) vieni a ricevere la palla a metà campo, io ti supero facendo una corsa al 95′ senza senso, semplicemente guidato dalla coda di quella famosa cometa chiamata calcio. Questa palla che tu gestisci bene la allarghi a sinistra Dejan Stankovic, ti incroci con me e lui fa un cross perfetto. Emre Belozoglu fa un inserimento perfetto e colpisce la palla di testa, Antonio Chimenti para in maniera altrettanto perfetta e io non devo neanche scegliere: senza caricare la palla entra».
CONCLUSIONE POSITIVA – Adani racconta come l’obiettivo venga raggiunto: «Mi giro, corro a metà campo e mi tolgo la maglia mostrando quella con scritto “Francesco torna”. Andiamo ai supplementari, perdiamo 4-5 ai rigori e sbagli tu l’unico. Il 95′ del 12 febbraio 2004 cosa accade? È stato il picco di share di otto mesi in Italia. Chi l’ha visto quel gol? Francesco, fragile e disperso in un bar a Genova: lui il giorno dopo torna».
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