Verona-Inter, il day after è anche più amaro. Conte sfiduciato e deluso
Verona-Inter finisce nel modo più velenoso possibile. Il tecnico e la dirigenza sembrano al momento distanti sulla visione del progetto. Non è dato sapere quale sia il motivo della differenza di vedute tra Conte e Marotta. Ma un problema c’è. Le parole del tecnico pugliese sono lì a testimoniarlo
PARTITA BIFRONTE – Pochi minuti prima del gol decisivo di Miguel Veloso, sembrava davvero difficile che l’Inter potesse allungare la propria striscia di punti persi da situazione di vantaggio. Eppure, forse qualcosa sapeva già come sarebbe andata a finire. Il pareggio di Verona-Inter suona come una vittoria per gli scaligeri di Ivan Juric, che nel post partita ha addirittura sfiorato la commozione nel descrivere la prestazione dei gialloblu. Di contro, in casa Inter, c’è aria da funerale. Lo dimostrano le parole di Antonio Conte a “Sky Sport” (QUI trovate il pezzo integrale): «Non mi interessa parlare dell’anno prossimo, bisogna finire il campionato nella giusta maniera, poi ci saranno da fare delle valutazioni. Le farò io e le farà la società».
SCOLLAMENTO? – Dichiarazioni piuttosto eloquenti, ma altrettanto allarmanti per quanto riguarda la situazione generale. Provando ad interpretare le parole di Conte, sembra quasi che ci sia uno scollamento di vedute tra lui e la società. Difficile scavare negli interstizi umorali del tecnico, ma è chiaro che il suo livello di sopportazione sia giunto al limite forse anche prima di ieri sera. Il salentino chiede una rivoluzione totale e un mercato scoppiettante per invertire la rotta, evitando di essere sopraffatto dai malanni cronici stagionali dell’Inter. Di contro, però, la società probabilmente gli ha imposto dei paletti. O meglio: sta cercando sia di contenere le sue uscite pubbliche (non è la prima volta che accade in stagione) ma avrebbe anche voglia di accontentarlo. Nei limiti del possibile.
TENERE DURO – Non si può parlare di frattura intestina o, come al solito, di “crisi Inter” su tutti i livelli della scala gerarchica. Di fatto, però, i risultati e le esternazioni dei protagonisti impongono ben più di una valutazione. Le farà Giuseppe Marotta, che nel pre di Verona-Inter ha lasciato filtrare grande pazienza sia con i calciatori che con la situazione generale. Ma le farà anche Conte, che non sembra obiettivamente in grado di un colpo di testa in questo momento (come fece in pieno ritiro con la Juventus). In ballo c’è un ingaggio da 12 milioni netti a stagione, che il tecnico ovviamente non vuole buttare all’aria e che la società vorrebbe evitare di accollarsi rimettendo in discussione il progetto. Ecco, progetto: parola tanto abusata quanto difficile da “mettere a terra”. Ma non è forse in situazioni di burrasca che la tenuta generale della nave dovrebbe essere messa alla prova?
NEVER GIVE UP – Il problema è che il tecnico, da qualche tempo a questa parte, sembra demotivato, stanco e piuttosto sfiduciato (ne parlavamo QUI). Per lui non può esserci criptonite peggiore in un momento simile, in cui riaffiorano i soliti malanni dell’Inter. Le sue ultime uscite pubbliche sono sembrate ai limiti dell’isteria, come già accaduto in passato. Ma da uno come lui di certo non possiamo aspettarci che molli la presa sul timone proprio in questo momento. Sarebbe un dramma per tutti. Conte compreso.