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Spalletti: “Icardi? Parlo solo dei presenti. Keita sta meglio. Dopo Firenze…”

Domani alle 20.30 l’Inter di Luciano Spalletti affronterà alla “Sardegna Arena” il Cagliari guidato da Rolando Maran. Oggi, come di consuetudine alla vigilia, conferenza stampa per il tecnico nerazzurro. Queste le sue parole

La reazione del gruppo dopo Firenze?

Rimane il dispiacere perché avevamo fatto la partita, però i calciatori sanno che bisogna farsi trovare pronti e non si può pensare alla situazione precedente. Si sono allenati in maniera corretta e hanno la faccia giusta per giocarsi questo finale di campionato.

C’è stato un confronto con Icardi?

Sono state dette già molte cose. Hanno parlato Marotta e il presidente Zhang, io da adesso parlerò di quelli che ci sono e non ne parlerò più.

Perisic un mese fa andava in panchina e voleva lasciare l’Inter, ora è uno dei leader se non il leader della squadra. Com’è possibile? Può essere un esempio per altri?

E’ successo anche l’anno scorso che Perisic non ha passato un bellissimo periodo, poi si è ripreso. Può succedere nel nostro calcio dati gli episodi e il momento che stai attraversando. Sono molte le cose che devi caricarti dal punto di vista mentale e fisico. Da un punto di vista mio anche quando Perisic da fuori non sembra aver giocato bene, e invece vai ad analizzare tutte le cose che riempiono una partita, vedi che fa dei recuperi importanti, sui calci d’angolo è quello che prende più palloni di tutti, dal punto di vista fisico ti viene addosso facendoti sentire la sua fisicità. Sono tutte cose che lui riesce ad incidere per tutta la partita, non è solo il passaggio che sbaglia. Io non dubbi: è un calciatore forte da Inter e punto su di lui su tutti gli aspetti. Che sia d’esempio per gli altri per una reazione? Sarebbe importante. Sono cose che succedono normalmente.

Come valuta Lautaro? 

Sta facendo molto bene. Nell’ultima partita ha fatto vedere 2-3 numeri dei suoi saltando l’uomo nello stretto, puntando la linea difensiva da solo. Ha più qualità per metterle a disposizione della squadra. Ora sente la responsabilità, ma l’ha gestita molto bene. C’era il rischio che perdesse il suo valore e le caratteristiche, ma secondo me sta crescendo in maniera imponente sia come partite giocate sul campo che come comportamento dentro gli allenamenti. I suoi compagni si fidano di lui.

Quando Brozovic e Vecino giocano bene, gioca bene anche l’Inter. Casualità o no?

È vero, però è un fattore che coinvolge tutta la squadra. Loro sono in un settore dove passano più palloni e da lì passa tutto. Stanno rifacendo molto bene. Sono perfetti per giocare insieme in quel ruolo. Uno è bravo a fare l’incursore dritto per dritto, tirare da fuori e colpire di testa. Brozovic ora invece è quello che si abbassa di più a costruire l’azione dal basso, ma può concluderla visto il passato e il piede che ha. Vecino sa anche impostare e riesce a gestire la palla con qualità.

Da allenatore come si migliora il VAR? Come fa l’Inter a recuperare a questo “danno irreparabile” subito contro la Fiorentina?

Quello che hanno creato con il VAR è un meccanismo perfetto da un punto di vista di macchina, ma le macchine vanno guidate e ci sono degli episodi che sono difficili da valutare. Non questo. Io non ho da dare consigli, ma l’hanno costruita in maniera corretta. Bisogna solo affilare l’intesa ed essere abituati all’uso del VAR che può essere richiamato anche più volte. Per la correttezza della partita è giusto che si vada a vederlo anche 5-6 volte. Il VAR è una cosa importante: quello è il futuro. Quello che ha detto Marotta mi sembra corretto e io non voglio andare a creare dei dubbi sul suo messaggio. La penso come lui.

Come sta Keita?

Bisogna vedere giornalmente come migliora con gli allenamenti. Negli ultimi 2-3 giorni ci sono stati dei passi in avanti e spero di averlo a disposizione nel giro di un paio di partite.

Cosa avete in più nella corsa Champions?

Per le partite che mancano possono entrare anche Lazio, Atalanta, Torino, ma anche la Sampdoria ha fatto un buonissimo campionato e può giocarsela con chiunque. Sapevo che sarebbe stata una lotta fino alla fine. La Roma, il Milan e l’Inter sono squadre che debbono ambire ad entrare in Champions e sarà dura e difficile come quella precedente. Anche gli altri, come noi, allevano il futuro. Queste squadre hanno tutto per essere in competizione.

Il fatto che Lautaro Martinez sia diffidato può creare dei problemi anche in vista del derby?

No perché una squadra non dipende mai da un calciatore. Se siamo sotto il nostro livello nessuno può tirarci in alto, ma la squadra gioca come nelle ultime partite nessuno è indispensabile. In quel ruolo ad esempio Keita è meno preciso, ma è un attaccante perfetto per fare il gioco che vogliamo fare.

Deluso da alcuni suoi colleghi che in episodi oggettivi come quello di Fiorentina-Inter pensano a tirare l’acqua al proprio mulino?

Pioli ha ragione. Stiamo facendo confusione perché quelli della mano non sono polpastrelli, ma capezzoli. Se come successo a D’Ambrosio la palla ti sbatte sui capezzoli è mano, ma se la palla ti sbatte sui polpastrelli non è niente. Ha ragione lui. Noi non alimentiamo nessuna polemica e dobbiamo pensare a qualificarci.

Ora il gruppo è più unito?

In qualsiasi gruppo ci sono dei momenti in cui le cose possono essere più stimolanti. In questo momento sì perché è mancato un calciatore forte e ognuno di noi ha dato qualcosa in più.

Nella crescita dell’Inter quanto ha inciso Nainggolan?

Ci sono ancora dei calciatori che possono fare meglio di quello che hanno fatto fino ad ora. Uno di questi è Nainggolan anche se io sono contento di quello che sta facendo, ma per come lo conosco sono sicuro che ha ancora delle qualità da far vedere.

Come sta la squadra dal punto di vista fisico?

Sta molto bene da un punto di vista fisico.

 

 

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