Prepartita

CONFERENZA – Le parole di Spalletti alla vigilia di Napoli-Inter

Luciano Spalletti ha appena terminato la conferenza stampa alla vigilia di Napoli-Inter, partita della 37ª giornata di Serie A. Ecco il contenuto testuale ripreso in diretta da Inter-News.it (e aggiornato dal basso verso l’alto)

In queste settimane siete mai tornati sul discorso fascia con Icardi?
Diventa difficile tornare su quel discorso, vorrebbe dire tornare sulle nostre posizioni, per cui ormai è superato perché il calciatore si sta allenando in maniera corretta, è a disposizione della squadra ed è dentro il comportamento che deve avere un calciatore del suo livello. Per cui è tutto a posto.

Hai ripensato all’uscita dalla Coppa Italia contro la Lazio che poi ha vinto?
Quando vai fuori da una competizione, come la Coppa Italia, è una cosa che fa male e dispiace, però purtroppo può succedere perché la Lazio è sempre stata davanti all’Inter: è una squadra con cui devi giocare per far vedere che si è raggiunti il suo livello e andati oltre. Essere usciti in quel turno di Coppa Italia è una delle cose che ci pesa nell’analisi generale, si poteva portare a casa, ma è stata condotta per larghi tratti bene: non siamo usciti evidenziando di essere ancora distanti e inferiori al nostro avversario, si tratta di particolari con cui non si è riusciti a portare a casa il risultato. Abbiamo sempre avuto un comportamento corretto, anche senza il risultato finale perché siamo usciti.

Un’Inter al top senza infortuni importanti poteva raggiungere obiettivi migliori?
Momenti di difficoltà in stagione li passano tutte le squadre, forti e deboli, il supporto dell’entusiasmo del momento comporta e dà una mano sulla prestazione da fare, se si arriva tranquilli o meno, inanellando risultati utili o sconfitte in ripetizione in base al livello che passi. C’è stato un momento, purtroppo anche per la Lista UEFA ridotta, che ci ha costretto a qualche difficoltà in più: quando entri in quel vortice, non solo una partita ne viene coinvolta, ma tutto il pacchetto che giochi in quel periodo, perché un risultato negativo tira dietro anche la partita successiva per qualità ed entusiasmo. Abbiamo passato momenti difficili che per certi versi sono stati sopportati bene, ne siamo usciti bene.

Sorpreso della decisione di Allegri e la Juventus?
L’unico allenatore che mi interessa è Ancelotti, non parlo di altre cose.

Quest’anno l’Inter può arrivare terza, quanto la inorgoglisce?
Potrebbe essere, ma dobbiamo andare a giocare e portare a casa il risultato: non sono d’accordo di parlare di una cosa scontata. Sono discorsi che si fanno dopo, ora siamo come l’altra settimana: non ci sposta di un millimetro rispetto alla nostra attenzione. Si può dire quello che si vuole, io devo essere concentrato e fermo sull’obiettivo attuale, la partita di domani. Allenatori che cambiano, discorsi che si fanno, è un riscaldare la stessa minestra… Per me è importante essere qui con la squadra, qui dentro i pensieri e le attenzioni.

Il gap con il Napoli è stato ridotto: si poteva fare di più?
Non lo so, mi rimane difficile portare degli esempi su quello che è stato il lavoro fatto e il risultato, dico soltanto che ci siamo impegnati molto, facendo le cose in maniera seria e professionale, i calciatori sono così. Dipende dal carattere che hai per evidenziare tutte le capacità e caratteristiche, oppure a essere influenzato e influenzabili su una prestazione. Questo fa la differenza. Se no ogni tanto sei costretto a doverti difendere da quello che dicono di te, se tutte le volte non ti fai vedere allo stesso modo.

L’Inter è uscita dal Settlement Agreement, cosa significa aver raggiunto la Champions con questo fardello?
Significa aver fatto bene nel presente per un futuro ancora migliore, questo probabilmente qualche limitazione l’ha portata: c’è poco da fare, ma è chiaro che c’è da risalire sul pullman che porta in Champions e dobbiamo ancora farlo. C’è da portarci i milioni di interisti che se lo meritano e hanno fatto vedere grande attaccamento a questi colori, per cui vanno portati nella competizione più bella del mondo.

Qual è la caratteristica in cui la squadra è più migliorata in due anni?
Non siamo stati bravissimi a ribaltare tutto quello che era il modo di stare in campo, perché qualche risultato lo abbiamo lasciato per strada anche quest’anno, l’anno scorso di più. Non solo per quanto il risultato della partita, ma per l’atteggiamento della squadra: il carattere e la consapevolezza di essere di quel livello lì, in questo dobbiamo fare passettini in avanti. Però siamo cresciuti, abbiamo lavorato in maniera corretta e dei risultati si sono visti. Non so che accostamento posso fare, diciamo che un po’ di massetto è stato fatto, ora dobbiamo appoggiarci della roba sopra.

Come valuti la stagione di Lautaro Martinez?
Mi aspettavo la convocazione per la Copa America. Ogni volta che ho sentito parlare di questo calciatore, tutti i discorsi si trovano d’accordo. Mi aspetto che gli venga dato un ruolo importante in nazionale. Fare una stagione in una squadra come l’Inter dà sicuramente forza, convinzione e conoscenze diverse a tutti, Lautaro Martinez si sarà cibato di queste cose nuove trovate qui e ora è un giocatore ancora più forte di quando è arrivato. Spicca il carattere: ha forza mentale, è un calciatore da grandi club per questo fatto che riesce a mantenere sempre in qualsiasi confronto il massimo delle potenzialità che ha a livello calcistico, non si fa limitare da quello che può essere un avversario, un contesto o un momento di come si parla di lui, esibisce sempre lo stesso marchio.

Icardi rimarrà all’Inter?
Io do sempre valore alle cose che si dicono. Il mio pensiero è che Icardi è un buon ragazzo e un grande calciatore, se dice in questa maniera a due giornate dalla fine c’è da prendere in considerazione questo: io vado in questa direzione se gli fa piacere.

Qual è la riflessione sul lavoro dell’allenatore?
Lavoro complicato perché è un ruolo importante, bello, anche difficile in base alla scelta su come farlo, però se si vuole parlare di allenatori, quello che interessa a me è uno soltanto: Ancelotti. Perché è un maestro del nostro mestiere, persona che stimo in tutti gli aspetti, uno dei più bravi e grandi che ci sono stati nel nostro calcio. Se devo andare a pensare a qualcosa dell’allenatore, penso ad Ancelotti e a cosa fa con la sua squadra: per me è importante la partita di domani.

Con che obiettivo si affronta il Napoli?
Si cerca di andare sempre ad affrontare le partite riuscendo a portare a casa il massimo. Ci sono due partite, siamo nelle condizioni di disputarle in maniera corretta, ci siamo allenati bene, nelle ultime gare abbiamo visto che siamo riusciti a fare, anche senza vittorie. Si va a tentare di vincere, non mettere a rischio di perderla: non è Lazio-Inter dell’anno scorso, è differente. Partita importantissima, fondamentale arrivarci nel modo giusto, avendo fatto le cose in settimana: non è tanto le intenzioni, ma come ti comporti che fa la differenza e noi ci siamo allenati bene.

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