Analisi tattica

Napoli-Inter: Spalletti vuole affondare e ci riesce con le sue idee (e Nainggolan)

Clamoroso tonfo esterno dell’Inter, che a Napoli cade senza appello: il rigore di Icardi dopo il poker azzurro non serve nemmeno a rendere meno amaro il 4-1 del “San Paolo”, dove la squadra di Spalletti non entra mai in partita, proprio come “previsto” dal tecnico toscano alla vigilia. Malissimo tutti, ma la prestazione di Nainggolan ha del tragico

FORMAZIONE – Ecco l’undici di partenza scelto da Spalletti per affrontare il Napoli: Handanovic; D’Ambrosio, Miranda, Skriniar, Asamoah; Gagliardini, Brozovic; Politano, Nainggolan, Perisic; Lautaro Martinez.

Napoli-Inter Formazione Ufficiale
Napoli-Inter Formazione Ufficiale

MODULO – Tutto come previsto, almeno per quanto riguarda il sistema di gioco: l’Inter scende in campo con il solito 4-2-3-1 in cui la nota positiva è il ritorno di Brozovic in cabina di regia, ma per il resto non cambia di una virgola il modo di approcciare alla partita.

PRIMO TEMPO – A inizio gara è impressionante la posizione di Brozovic, talmente basso da agire praticamente come leader difensivo di una linea a tre. L’Inter dà l’idea di poter far male al Napoli soprattutto sulla fascia destra, dove la rapidità di Politano crea più di un problema. Al 16′ il Napoli va in vantaggio con una strepitosa conclusione di Zielinski dalla distanza, ma il disimpegno errato di Asamoah è da mani nei capelli. Il vantaggio inverte l’inerzia della partita, che diventa assolutamente nel possesso del Napoli. All’Inter manca il centrocampo, in tutto: zero filtro, costruzione macchinosa e, soprattutto, Nainggolan talmente immobile da non dover essere nemmeno marcato a uomo o zona dagli avversari, si annulla da solo senza fare movimento. Di conseguenza i reparti non sono legati tra loro e il Napoli può fare ciò che vuole palla al piede e non solo. Il primo tempo termina 1-0: reazione assente, preoccupante.

SECONDO TEMPO – La ripresa si apre con un’immediata modifica di Spalletti, primo cambio per l’Inter: fuori Politano, dentro Icardi. L’argentino si schiera nel cuore dell’area di rigore in coppia con Lautaro Martinez, si passa al 3-5-2 con Perisic spostato a destra a tutta fascia con Asamoah a sinistra, D’Ambrosio accorcia sul centro-destra. Più spazi, più azioni, ma si tratta perlopiù di contropiedi disordinati e fortuiti. Al 58′ secondo cambio per l’Inter: fuori Gagliardini, dentro Vecino. Staffetta nel ruolo di mediano. Al 62′ il Napoli raddoppia grazie a un colpo di testa di Mertens, che “svetta” tra le maglie dei centrali dell’Inter su cross di Callejon dalla destra, il che fa già ridere di suo. Saltano gli schemi, ma nessuno dà l’impressione di prendere in mano l’Inter, neppure Brozovic. Al 72′ Fabian Ruiz chiude la partita segnando a porta vuota dopo un affannoso tentativo di salvataggio. Al 74′ traversa di Lautaro Martinez a ricordare che non è serata. Al 78′ doppietta di Fabian Ruiz, che buca nuovamente Handanovic con un siluro a tu per tu. Al 79′ terzo e ultimo cambio per l’Inter: fuori Perisic, dentro Candreva. Staffetta sulla fascia destra (come da immagine sotto allegata, ndr). Al 81′ Icardi spiazza Karnezis sul rigore guadagnatosi appena prima, forse anche generosamente. Serve solo a illudere, la reazione d’orgoglio dopo il poker non si può commentare. Il secondo tempo termina 4-1: umiliazione sotto tutti i punti di vista.

Napoli-Inter Formazione Finale
Napoli-Inter Formazione Finale

PROTAGONISTA – Definirla prestazione negativa quando il migliore merita 5 in pagella significa essere fin troppi gentili, ma qui si sfiorai il dramma sportivo: Nainggolan. Non ne fa una giusta e questo può anche succedere, quando ci provi. Il problema è che il centrocampista belga nemmeno ci prova: fermo dal primo all’ultimo secondo, costringe l’Inter a giocare costantemente con uno in meno e addirittura il Napoli con uno in più, tanto è dannoso. Nullo e dannoso, praticamente danno e beffa. In pratica non si regge in piedi, atleticamente KO. Imbarazzante.

COMMENTO – La citazione “game over” riassume benissimo il concetto di quanto accaduto a Napoli. Spalletti prepara la partita sapendo già in partenza di non vincerla, ma la cosa preoccupante è la scelta di alcuni singoli. Su tutti il già citato Nainggolan, che resta in campo fino alla fine anche se sarebbe dovuto uscire poco prima della mezz’ora, quando ha fatto intendere benissimo che non si sarebbe spremuto più di tanto per la causa Inter. Spalletti, testardo, non cambia nulla: sa giocare solo con Nainggolan finto trequartista? E l’Inter contro il Napoli viene schierata così, senza cambiare modulo di un numero, senza mettere un centrocampista in più per fare densità e sopperire alla mancanza di brio del belga. Poi fanno tutti male, quindi importa poco. Il centrocampo è nullo, la difesa balla, gli esterni non spingono (Politano ha 45′ di autonomia, forse meno), l’attacco non riceve palloni giocabili. Un dramma tecnico-tattico. Il fallimento annunciato e accettato, però, fa male. L’Inter dà l’impressione di non essere minimamente preparata per controbattere al gioco del Napoli, che non si impegna più di tanto per trovare il gol. Quattro volte. La pessima prova dell’Inter non può passare in silenzio, ma adesso bisogna solo pensare all’Empoli. E a come qualificarsi per la prossima edizione della Champions League. A prescindere dai singoli (Spalletti, Nainggolan, Icardi…), a prescindere da tutto. L’Inter va compattata per raggiungere l’obiettivo, prima di un lungo addio multiplo (si spera). Mancano poco più di 90′ al gong stagionale: basta scherzi.

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