Inter-Atalanta: Spalletti si rimangia tutto al 23′ e si accontenta del pareggio
L’Inter si ferma senza fare danni in classifica: il pareggio casalingo a reti bianche contro l’inseguitrice Atalanta non stravolge la situazione e il terzo posto per ora è al sicuro, anche se fa discutere la lettura della partita fatta da Spalletti. Ottimo l’inizio, il crollo arriva dopo l’infortunio di Brozovic
FORMAZIONE – Ecco l’undici di partenza scelto da Spalletti per affrontare l’Atalanta: Handanovic; D’Ambrosio, Miranda, Skriniar, Asamoah; Gagliardini, Brozovic; Politano, Vecino, Perisic; Icardi.
MODULO – L’eccellente prestazione di Genova nel turno infrasettimanale convince Spalletti a confermare concettualmente la stessa identica Inter, ma con una modifica decisiva: nel 4-2-3-1 Vecino torna a fare il trequartista come nel derby al posto di Nainggolan per tenere botta ai centrocampisti dell’Atalanta coprendo meglio il campo sulle lunghe distanze.
PRIMO TEMPO – Inter subito all’attacco in contropiede e al 3′ il gol di Vecino viene annullato per fuorigioco di D’Ambrosio sugli sviluppi di un calcio d’angolo. La posizione di Vecino sulla trequarti spacca in due l’Atalanta perché è il primo a portare pressing e ad attaccare gli spazi. Al 23′ primo cambio forzato per l’Inter: fuori Brozovic infortunato, dentro Nianggolan. Il belga si posiziona sulla trequarti, così Vecino arretra in mediana alla destra di Gagliardini. Cambia totalmente la natura tecnico-tattica dell’Inter: al giro palla si preferisce il lancio lungo, spesso fuori misura. Nel complesso, bene Icardi nell’abbassarsi per accorciare la squadra e favorire la manovra, mentre malissimo Perisic a sinistra, per fortuna Asamoah è in grande spolvero e fa pesare meno la cosa. Il primo tempo termina 0-0: prima parte solo Inter, seconda parte riecco l’Atalanta.
SECONDO TEMPO – Spalletti non fa modifiche nell’intervallo e l’Atalanta sguazza nell’inerzia nerazzurra, facendo suo il centrocampo, pur non creando fastidi in zona Handanovic. L’Inter soffre tantissimo l’aggressività dell’Atalanta, che inverte totalmente marcia rispetto all’inizio del primo tempo. Nainggolan nullo da raccordo, praticamente non vede mezzo pallone, mentre la mediana di rottura è inconcludente in entrambe le fasi di gioco. Al 66′ secondo cambio per l’Inter: fuori Gagliardini, dentro Borja Valero. Lo spagnolo agisce da regista davanti alla difesa alla sinistra di Vecino. Più ordine nella manovra sì, ma anche un’Inter più alta, solo che la stanchezza rende tutto più difficile. Al 77′ terzo e ultimo cambio per l’Inter: fuori Politano, dentro Keita. Il senegalese opera da ala destra nel tridente (come da immagine sotto allegata, ndr). Tra tentativi centrali mai andati a segno e cross imprecisi, le ultime azioni dell’Inter non offrono grandi occasioni, anche perché sembra accontentarsi del pareggio. Il secondo tempo termina 0-0: un buon punto dopo oltre un’ora di poco e nulla.
PROTAGONISTA – L’Inter gioca bene per un quarto di partita, poi calano più o meno tutti, tranne uno: Miranda. Il brasiliano senza de Vrij torna a essere leader della difesa, guidando anche uno Skriniar piuttosto spaesato. Ottimo all’inizio, superlativo alla fine, quando in velocità riesce ad avere la meglio su avversari più giovani e freschi. Si tratta dell’unica vera nota positiva della serata, più di Asamoah (ottimo, cross a parte). Esperienza.
COMMENTO – Spalletti prepara la partita con una mossa forse inattesa, ma molto sensata. E stupisce tutti, soprattutto Gasperini, impreparato nel limitare Vecino tra le linee. La prestazione dell’uruguayano fa la differenza, fin quando non s’infortuna Brozovic e al 23′ Spalletti cambia idea, leggendo la partita al contrario: Vecino mediano, Nainggolan trequartista. E se c’è un motivo affinché Nainggolan non parta dall’inizio, ce ne sono almeno due per non patire la coppia Vecino-Gagliardini davanti alla difesa. La mossa di Spalletti spiazza tutti, compreso Gagliardini, a cui viene chiesto di giocare sul centro-sinistra (con risultati ancora più scarsi di quanto fatto sul centro-destra). Una decisione inspiegabile di Spalletti, che non vede più Joao Mario (unico capace di riciclarsi da alter ego di Brozovic, pur avendo altri ritmi) e giustamente non può puntare su Borja Valero per oltre un’ora di gioco. Il problema, però, resta Vecino: perché arretrarlo in coppia con il doppione Gagliardini? Un regalo all’Atalanta. Sicuramente lo 0-0 e la situazione negativa (l’infortunio di Brozovic è solo l’ennesimo segnale di cui aver paura) fanno maturare in Spalletti l’idea che un punto sia cosa buona in seguito agli altri risultati (soprattutto quello che si stava per maturare in casa della Lazio…), ma come concetto non può passare: battere l’Atalanta avrebbe praticamente dato la certezza di andare in Champions, togliendo speranza a più di un’inseguitrice. Adesso sotto con le prossime: tre punti a Frosinone, senza fare scherzi.