Vidal: «Quattro club dove giocare dopo l’Inter. Tornare col Cile? Non affretto»
Vidal ha rilasciato una lunga intervista a TNT Data Sports in Cile. Il centrocampista dell’Inter, al momento infortunato, ha parlato anche della situazione legata al Cile, che a giugno giocherà le qualificazioni ai Mondiali e la Copa América.
DOVE DOPO L’INTER? – Arturo Vidal indica le squadre dove gli piacerebbe finire la carriera: «Ho parlato con Renato Augusto, mi ha detto di tutto sul Flamengo. Poi anche Rafinha e Gonzalo Fierro: è la squadra più forte in Brasile, ho parlato anche con dei dirigenti. C’è il Flamengo, il Boca Juniors, il Club América in Messico… Perché il Club América? Quando sono andato in Messico col Cile Under-20 ho conosciuto il club, era incredibile. C’era Ivan Zamorano, ad altri giocatori cileni è andata bene, il Paese è molto appassionato per il calcio. Poi, chiaramente, non ci sono dubbi e voglio giocare nel Colo-Colo».
RIENTRO – Vidal è infortunato e non gioca da oltre un mese. Visto il problema evita di affrettare i tempi col Cile: «Mi piacerebbe giocare le qualificazioni e poi la Copa América, però devo fare le cose con calma. Devo vedere come si evolve la situazione giorno dopo giorno, senza affrettare i tempi. Non voglio essere un peso e giocare per forza ma male. Certo, mi piacerebbe giocarle tutte e lottare, prendendo i sei punti nelle qualificazioni e giocandomi la Copa América. Sarà difficile, sono complicate però possiamo farcela. Quando sono stato bene ho potuto giocare sempre e mi preparo per questo. Il nuovo commissario tecnico Martin Lasarte? Ho parlato tante volte con lui, si è preoccupato del mio infortunio, di come sto. Abbiamo una buona relazione, anche se non ci siamo visti di persona».
FASCIA – Vidal non è troppo preoccupato dalla scelta del capitano del Cile: «Non lo so. Se dovesse essere Claudio Bravo sarà ovviamente il benvenuto, l’importante è la nazionale. Ho la mia personalità, so quello che do in campo e nello spogliatoio. Qui ci sono tanti capitani, i giocatori che ci sono da tanto tempo. Non dev’esserci un solo capitano, ma dei giocatori importanti che parlino quando serve e non solo davanti alle telecamere. Per questo sono tranquillo».
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