Sarri: «Noi sempre in partita. Dimarco? L’Inter ha tirato, poco da discutere»
Maurizio Sarri ha parlato ai microfoni di DAZN pochi minuti dopo il fischio finale di Lazio-Inter 3-1, anticipo dell’ottava giornata del campionato di Serie A.
LO SPIRITO – Sarri ha visto lo spirito che chiedeva nei giorni scorsi alla sua squadra: «Io l’ho visto dall’inizio. Siamo andati sotto su rigore contro una squadra che stava facendo bene, ma eravamo in partita. Avevamo le nostre situazioni. Quello che ho detto ai ragazzi è che finché siamo in partita non perdiamo mai. Infatti poi basta un episodio per capovolgere la partita».
IL GOL CONTESTATO – Sarri chiude le polemiche sul gol della Lazio con Dimarco a terra: «C’è poco da dibattere, quando Dimarco cade a tera il pallone ce l’ha l’Inter e ha tirato in porta. Se vanno a tirare loro, andiamo a tirare anche noi. La situazione è stata chiara, loro sono andati alla conclusione e hanno legittimato tutto. C’è un regolamento ben preciso. Queste scene si vedono solo in Italia, io ho fatto un anno di Premier League e nessuno protesta. Spesso prosegue anche la squadra che ha l’uomo a terra».
L’ESPULSIONE DI LUIZ FELIPE – Sarri parla dell’espulsione di Felipe avvenuta dopo il fischio finale: «Mi ha detto che l’arbitro lo ha espulso e stava solo andando a salutare Correa. Non c’era intenzione di litigare. Probabilmente c’è un frainteso clamoroso. Felipe Anderson è stato aggredito ripetutamente. Io sono stato squalificato per atteggiamento intimidatorio, mi aspettavo il cartellino rosso per certe scene».
LA SCELTA DI BASIC – Sarri spiega la scelta di schierare Basic titolare: «Era una scelta. Noi dobbiamo trovare solidità, con giocatori di intensità e dinamismo che ci fanno comodo. Se riusciamo a trovare solidità è fare delle fondamenta su cui costruire tanta roba. La scelta di Basic è stato per questo. Trovavamo una squadra fisica. Luis Alberto per noi è un giocatore importante che ci tornerà comodo come ha fatto stasera. La scelta di Basic era per questo. Luis Alberto un po’ per caratteristiche e un po’ perché il suo modo di giocare lo porta a questo ha dei momenti di calo di intensità. La mancanza di accelerazioni è una caratteristica. Visto i test che riesce a fare può sicuramente viaggiare su intensità diverse».
LA CHIAVE TATTICA – Sarri spiega cosa ha sofferto la Lazio: «Noi abbiamo sofferto l’ampiezza perché avevamo troppi spazi. In quegli spazi i loro centrocampisti potevano gestire e andare al cambio di campo. Accorciando quello spazio probabilmente si poteva togliere tempo per il cambio di campo. Nel primo e secondo tempo si è fatto a sprazzi. Andando in vantaggio e abbassandoci il problema è diventato minore».
LA COPPIA – Sarri parla di Felipe Anderson e Pedro: «Hanno fatto bene. Pedro è un ragazzo che si conosce a fondo. E’ un giocatore di talento straordinario e di grande esperienza. L’altro è un potenziale crack ma vive di alti e bassi. Il nostro obiettivo è tenerlo verso l’alto. I bassi sono solamente mentali. Passa quei momenti che sembra arrivato poi spara 10 minuti alla grande. I momenti che ha sono di origine mentale. Ho avuto la fortuna di allenare grandi giocatori, ma questo se riesce a risolvere il problema di cui parliamo è un giocatore con pochi eguali».
UN CALCIO CHE PIACE MENO – Sarri parla del suo sfogo contro il calcio moderno: «Io sono un allenatore da campo mi diverto a preparare la squadra e mi trovo in un calcio che sta velocizzando in maniera che cominciano a venire meno le cose di cui sono innamorato. Quando giochi ogni 3 giorni è inutile recuperare un giocatore. Sta diventando un lavoro diverso e a me piace meno».