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Inzaghi: «Inter, 90′ dal sogno ma non è fatto nulla! Arbitri? No problema»

Lunghissima conferenza per Inzaghi, alla vigilia di Inter-Milan. L’allenatore ha ribadito il valore del derby e la necessità di dimenticare il doppio vantaggio dell’andata, sul quale bisognerà costruire. Qui le parole di Acerbi, che lo ha preceduto.

CONFERENZA INZAGHI – Questa la conferenza di Simone Inzaghi alla vigilia di Inter-Milan.

Ad agosto al sorteggio non si pensava a questo.

Non eravamo stati fortunatissimi, ma mi ero limitato di dire al mio staff che anche Barcellona e Bayern Monaco non erano contente di avere l’Inter in terza fascia. Adesso siamo arrivati qui e vogliamo andare avanti.

È vicino l’inserimento nella storia dell’Inter, cosa si prova?

L’avevo già detto prima del Benfica, ma domani “insieme”. Sui nostri tifosi non ho mai avuto nessun dubbio, sono stati sempre vicini. Per quanto riguarda tutti noi ci vorrà testa fredda e cuore caldo, perché sarò ripetitivo ma come ho già detto è la strada migliore per interpretare partite come domani.

Come sta Correa? È uscito con un affaticamento sabato col Sassuolo.

Per quanto riguarda Correa ha chiesto lui il cambio, chiaramente non l’avrei cambiato perché mi stava soddisfando col Sassuolo. Ha avuto un indolenzimento muscolare, le sensazioni sono buone ma valuteremo l’allenamento di oggi e la sgambata di domani mattina per averlo a disposizione. Dovrebbe farcela, ma non ho questa certezza. Lautaro Martinez è in un ottimo momento, si sta alternando con gli altri attaccanti nel migliore dei modi.

Inzaghi, è più tranquillo dell’andata? Cosa c’è di diverso?

Chiaramente è una vigilia importantissima, ma io da allenatore le vivo tutte nello stesso modo. Sappiamo l’importanza della partita, quello che riveste per noi stessi, la nostra società e i nostri tifosi. La dovremo affrontare nel migliore dei modi, sappiamo di avere un meritato vantaggio ma dobbiamo sapere di dover fare una partita da Inter, coprendo il campo nel migliore dei modi. Sappiamo di avere di fronte una squadra con grande qualità.

Quanto è lontano Lukaku dalla forma mostrata nel primo biennio all’Inter?

Per quanto riguarda Lukaku sapete quello che può fare, io da allenatore chiaramente lo avevo riportato qua con entusiasmo ma quello che abbiamo visto nell’ultimo mese. È questo Lukaku ed è quello che ci avrebbe dovuto dare tutto l’anno: purtroppo per lui e Brozovic è successo un imprevisto, che ce li ha tolti per cinque mesi. La squadra ha dovuto soffrire senza di loro, siamo riusciti a sopperire facendo partite importanti e finali senza di loro. Però quello che avete visto è Lukaku che è arrivato all’ultimo mese lavorando nel migliore dei modi: dopo un’inattività così lunga tre partite in una settimana non so se può gestirle. Ci ha dato qualità in due partite fondamentali, come Roma e Sassuolo.

Come si affronta il Milan ferito ma non eliminato? Un pensiero sugli arbitri di andata e ritorno?

Non ci riesco sugli arbitri. Nella partita d’andata c’era un episodio da valutare in un altro modo, mi riferisco al fallo di Krunic su Bastoni, che sicuramente avrebbe dato alla qualificazione e al risultato un qualcosa di importantissimo. Però non è stato così, non c’è nessunissimo problema come non c’è per domani: ho tanti amici e conoscenti nel calcio che, quando hanno visto un arbitro francese designato con quattro nel Milan francesi, me l’hanno detto ma non c’è nessun problema. Per quanto riguarda il Milan abbiamo un vantaggio ma non possiamo gestirlo, dovremo fare una partita da Inter sapendo che ci sono insidie ma da superare nel migliore dei modi.

Partendo dallo 0-2 di vantaggio si può abbassare un po’ il baricentro?

Per quanto riguarda le scelte e la formazione fortunatamente io leggo e ascolto poco, però so tutto. La mia grande fortuna, e anche del mio staff, è che ascoltiamo e leggiamo poco. Per quanto riguarda le scelte sappiamo. Dopo la partita è semplice, dici che doveva giocare Tizio o Caio, noi allenatori dobbiamo compiere scelte quotidiane sempre. A volte sei più fortunato, a volte no: è una scelta continua, è il nostro mestiere che ce lo impone. Per quanto riguarda la partita di domani tu puoi avere in mente qualcosa, ma non sai mai cosa viene. Ci sono momenti dove l’Inter sarà aggressiva e dove dovrai difendere, perché è tutta la squadra che dovrà essere brava a coprire il campo nel migliore dei modi. Sappiamo di affrontare una squadra che, indipendentemente da Rafael Leao o no, ha grandi giocatori e vinto lo scudetto l’anno scorso.

Inzaghi, può diventare il quinto italiano a portare un’italiana in finale di Champions League. Come sta vivendo questo momento?

Siamo a novanta minuti più recupero da un sogno che avevamo insieme coi ragazzi, che ho la fortuna di allenare. Insieme siamo arrivati alla finale di Coppa Italia, fortunatamente abbiamo lavorato molto bene durante la sosta. Abbiamo lavorato molto bene in quella fase, poi con partite così importanti di una vicinanza incredibile forse è stato un bene non avere tanto tempo da pensare. Non dimentichiamo che, pensando al campionato, cinque partite fa eravamo molto lontani da un obiettivo che per noi è basilare e importantissimo. Anche lì ora manca poco, ma la nostra testa è solo a domani. Sappiamo di essere molto vicini, ma abbiamo una partita da fare da vera Inter.

Come è arrivata la trasformazione di Calhanoglu in giocatore padrone della squadra davanti alla difesa?

Chiaramente è stata una scelta, un’intuizione. C’è venuto a mancare un giocatore importantissimo per noi come Brozovic, in quel momento ho pensato che potesse essere Calhanoglu la soluzione più importante che potevamo avere. È stato bravissimo, ma mi viene in mente anche Darmian da terzo di difesa che non l’aveva mai fatto: ha sempre giocato da terzino a quattro o da quinto come l’anno scorso. È stato bravissimo lui, ma ho la fortuna di allenare giocatori di qualità che si sanno adattare alle singole intuizioni, mi viene in mente anche Luis Alberto che alla Lazio era un attaccante esterno o seconda punta e poi è diventato una mezzala fra le migliori d’Europa.

Avete la sensazione che la qualificazione dipenda dall’Inter?

Assolutamente sì, sappiamo chi andremo ad affrontare ma che siamo in un ottimo momento. Siamo pronti per una partita di questa importanza, ci siamo già passati contro una squadra fortissima come il Benfica: non era un derby, però era lo stesso identico vantaggio dell’andata e giocavamo in casa il ritorno. Andando indietro di quarantotto ore il Sassuolo ci ha creato, all’interno della partita, delle insidie che abbiamo superato tutti insieme per vincere una partita importantissima per il nostro percorso.

Inzaghi, in questo momento il rischio è più sentirsi già in finale o braccino?

Abbiamo un vantaggio, però non si è fatto nulla: basta andare indietro e guardare. Non dovremo assolutamente speculare e gestire niente, fare una partita da Inter con corsa, aggressività e determinazione. Tutti insieme possiamo affrontarla con grandissima fiducia, il braccino non deve venire perché sono tutti giocatori importanti che hanno giocato quattro o cinque finali. Ho la fortuna di avere a disposizione dei giocatori importanti che sanno il valore della partita, quindi dovremmo giocarla come abbiamo fatto negli ultimi derby e negli ultimi mesi.

Nel caso andasse male sarebbe sconveniente legare tutto a questi novanta minuti?

Chiaramente riveste un’importanza grandissima, lo sa Acerbi come tutti i suoi compagni. Ci siamo, vogliamo arrivare là e sappiamo che era un qualcosa di difficilissimo da realizzare ma ci siamo vicini. Sappiamo che le partite possono indirizzare l’intera stagione, però sappiamo il percorso, quello che è stato, la strada in salita che abbiamo dovuto fare quotidianamente e le critiche, che se non sono pretestuose come spesso accade ci devono essere e sono di grande consiglio. Sappiamo che la partita di domani riveste grandissima importanza.

Inzaghi, com’è arrivato a creare questa consapevolezza che bisogna alternare i giocatori?

Innanzitutto è il lavoro quotidiano, per come lavora l’intera rosa. Non dimentichiamo che non siamo un gruppo elevato, come altri nostri competitor. Siamo venti, doppi in tutti i ruoli più ragazzi di prospettiva come Carboni, Zanotti e Fontanarosa che però sarebbe difficile lanciare in questo momento. Siamo venti di movimento, con qualche infortunio che ci ha creato problemi. Dopo il Mondiale si è creato qualcosa, con una semifinale di Champions League e di Coppa Italia – questa poi diventata una finale – che era difficile. Dopo la sosta è diventato un calendario quasi impossibile da gestire, solo così coi ricambi e l’impegno di tutti i giocatori. Siamo stati bravi a gestire le forze, chiedendo a tutti i componenti della rosa un grandissimo contributo.

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