Interviste

Dimarco a Inter-News: «Gran rapporto con Bastoni e Kolarov! Contento per Bonazzoli»

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Dimarco è stato il primo protagonista del Web Media Day dell’Inter (vedi articolo). Alle domande di Inter-News.it il difensore ha parlato del suo ruolo di terzo centrale e della crescita dalla Primavera.

WEB MEDIA DAY DIMARCO – Queste le parole di Federico Dimarco nel Web Media Day.

Hai rinnovato poco prima di Natale con l’Inter: che emozione è stata per te?

È stata una grandissima emozione, sicuramente. Sono contento di aver rinnovato con questa maglia con cui sono cresciuto fin da bambino.

Quanto è importante per te la fiducia di Inzaghi? Ti senti ormai più difensore o sulla fascia?

Sicuramente col mister ho un grande rapporto, come ce l’abbiamo tutti. Ci fa stare bene, poi per quanto riguarda il ruolo gioco dove decide il mister. L’importante per me è giocare.

Cosa vi ha detto Inzaghi dopo il primo tempo col Sassuolo? Come state reagendo?

C’è poco da dire sulla partita di domenica: siamo consapevoli di aver sbagliato l’approccio e dobbiamo metterci alle spalle questa partita pensando alla prossima.

Aver vinto il campionato l’anno scorso ha permesso all’Inter, nonostante il cambio di allenatore, di avere qualcosa che le altre non hanno?

Sicuramente la vittoria dello scudetto l’anno scorso ti dà tanta consapevolezza. Sappiamo che, in questo momento, abbiamo fatto un po’ più di fatica a fare punti, però penso che per quanto stiamo lavorando sappiamo quali sono i nostri mezzi. Dobbiamo stare tranquilli e rimanere sopra fino alla fine.

Come calciatore in cosa ti senti migliorato, complice il lavoro con Conte e Inzaghi? In cosa puoi ancora crescere?

L’anno scorso non ero qua, però ho visto che la squadra è cresciuta tanto. Per quanto riguarda me stesso penso che non importa quanti anni hai ma c’è sempre tempo per migliorarsi.

Dimarco, puoi raccontare un po’ il rapporto che hai con tuo fratello e la tua famiglia?

Il rapporto con mio fratello è bellissimo, ci sentiamo giornalmente anche se adesso siamo lontani. Cerco sempre di dargli dei consigli per migliorarsi.

C’è mai stato un momento nella tua carriera dove eri sconfortato e pensavi di abbandonare il sogno di diventare calciatore?

Ho passato alcuni momenti non facili, soprattutto dopo due infortuni gravi all’adduttore e al piede. Però ho cercato sempre di rimanere lucido e lavorare giorno dopo giorno: alla fine il lavoro ha dato i suoi frutti.

Com’è stato il rinnovo? Ti sono stati prospettati dei piani a livello personale con questi quattro anni di contratto?

C’era poco da dire, la mia idea era rimanere all’Inter senza alcun dubbio. Cerco sempre di pensare giorno dopo giorno, non anno per anno. Adesso dobbiamo pensare a far bene in campionato, in tutte le competizioni in cui siamo dentro, poi quello che sarà l’anno prossimo si vedrà.

Hai vissuto diverse Inter della storia recente, in quanto è cresciuta la società dall’interno?

La prima volta che sono venuto qua in prima squadra avevo sedici anni, c’era Mancini. Penso che l’Inter, da quando è arrivato Spalletti, ha iniziato un percorso di crescita arrivando alla qualificazione in Champions League. Poi è arrivato Conte vincendo lo scudetto, speriamo quest’anno di rifarlo. Si vede che l’Inter ha fatto una crescita esponenziale, sia in campo sia fuori. È una società che merita e deve rimanere sempre in alto.

Dimarco, quanto è stato importante essere allenato da Juric? Quali sono le differenze con Inzaghi?

Sicuramente è stato importantissimo, anche perché è stato l’allenatore che mi ha fatto diventare questo giocatore: lo ringrazierò per sempre. Ha sempre creduto in me, invece le differenze con Inzaghi penso siano il modo diverso di lavorare e stare in campo. Sono comunque due allenatori che in questi anni mi hanno fatto crescere tantissimo.

Alcuni anni fa eri in Svizzera col Sion e avevi detto che l’obiettivo era tornare all’Inter: pensavi che andare all’estero fosse la strada giusta, sei convinto di averla fatta?

Se me lo chiedi adesso ti direi così così, anche perché è stato un anno difficile quello. Dopo la prima partita mi sono fatto male e sono stato quattro mesi fuori, è stato come non aver giocato. Sì, è stato il percorso giusto per dove sono arrivato adesso però è stato un fattore più di testa che di campo. Il consiglio, al di là che giochi o non giochi, è essere forti mentalmente e cercare di tirarsi sempre su quando ricadi, per dare sempre il meglio.

Con Mancini hai parlato dei tuoi miglioramenti, rispetto a com’eri anni fa?

Sinceramente non ne abbiamo parlato. Ci siamo salutati, mi ha ricordato che mi aveva fatto esordire in Serie A e basta.

Come si è approcciato Gosens allo spogliatoio? Per Dimarco c’è “paura” della sua concorrenza?

Di sicuro la concorrenza non è che mi fa paura, l’importante è che ci sia una competitività sana nella squadra: è la cosa che penso faccia andare meglio le cose, fa dare il meglio di se stesso a ogni giocatore. Gosens? Ha parlato il campo in questi anni, ha fatto delle stagioni fantastiche all’Atalanta ed è giusto che sia qui.

Quanta speranza c’è, da parte di Dimarco, nell’essere convocato in Nazionale?

Sì, ho qualche speranza. Sicuramente la convocazione in Nazionale passa dalle prestazioni nell’Inter.

Non hai mai negato l’essere interista, sei un tifoso con la fortuna e il privilegio di difendere la maglia dell’Inter in campo. Quanto è difficile farlo?

Penso che non sia facile, ma non è un peso perché lo faccio con piacere. Quando vesto questa maglia non è come le altre.

Il nome ricorrente nei dirigenti dell’Inter in questi anni era sempre Dimarco: quanto è stato difficile essere considerato un predestinato nel settore giovanile, riuscendo poi ad arrivare in prima squadra?

Sicuramente quando esci da un settore giovanile così importante non è facile adattarsi, perché sei abituato al meglio. Ho fatto cinque-sei anni di alti e bassi, però sono contento perché comunque tutto il lavoro e il sacrificio che ho fatto sul campo è stato importante per la mia crescita e per arrivare all’Inter.

Per Dimarco l’Inter vincerà lo scudetto?

Sì.

Domanda di Inter-News.it a Dimarco: ti sei ormai adattato come terzo centrale, qual è il tuo rapporto con Bastoni e Kolarov che giocano nello stesso ruolo?

Ho un rapporto bellissimo con tutti e due. Non c’è bisogno di mettersi l’uno contro l’altro, sicuramente ho avuto più rapporto con Bastoni perché abbiamo fatto assieme un anno a Parma. Poi quest’anno ho conosciuto Kolarov che è di grandissima esperienza e tutti i giorni in allenamento mi dà consigli.

Domanda di Inter-News.it a Dimarco: sei nato e cresciuto nell’Inter, tornando protagonista. Quanto sei orgoglioso di questa crescita e ti aspettavi che altri della tua Primavera facessero parte della rosa attuale?

Nessuno poteva sapere dove sarebbe arrivato sei anni dopo la Primavera. Sono contento di essere qua, di essere tornato e penso solo all’Inter. Altri giocatori ogni tanto li sento, per esempio Bonazzoli sono contento che abbia fatto gol al Milan. Anche Radu è cresciuto con me, abbiamo fatto tre anni assieme in Primavera.

Qual è l’avversario principale per l’Inter?

Dobbiamo pensare partita dopo partita, siamo tutti lì. Sarà una battaglia fino alla fine, cercheremo di rimanere lì sopra. Dobbiamo lavorare come stiamo facendo, tralasciando la partita di domenica, e tornare in vetta e vincere.

Volete prendervi una rivincita nel derby?

C’è tanta voglia di rivalsa, è una partita di andata e ritorno e cercheremo di dare il meglio di noi.

Dimarco ha un modello sulle punizioni?

Non lo so (ride, ndr). Sto pensando ma non mi viene in mente.

Dopo Milan e Sassuolo avverti il rischio che possa esserci un contraccolpo psicologico?

Io penso sinceramente che quando eravamo a -7 dalla prima in classifica tutti ci davano per morti. Poi a gennaio, quando siamo ritornati primi, era sicuro che vincessimo lo scudetto a tutti i costi. Io penso che ci capita di fare dei passi falsi durante il campionato, però l’importante è non perdere le certezze e la consapevolezza. Tralasciando domenica, che è stato un passo falso e siamo consapevoli di averlo fatto, dobbiamo pensare da oggi a venerdì che dobbiamo cercare di portare a casa il risultato in qualsiasi competizione.

Sei tornato all’Inter quest’anno: quanto è forte lo stimolo di voler raggiungere la seconda stella?

Sicuramente c’è tanta consapevolezza, vincere aiuta a vincere. Aver vinto anche la Supercoppa Italiana e portare a casa la seconda stella sarebbe un grande risultato.

Hai diversi tatuaggi, ce n’è qualcuno al quale sei più legato?

Diciamo che i più importanti sono i nomi dei miei figli, di mia moglie, dei miei genitori e di mio fratello.

Hai un hobby particolare al di là del calcio?

Non tanti, più che altro passare del tempo con mia moglie e i miei figli.

Pubblicato da
Riccardo Spignesi

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