Interviste

Di Francesco: “Nandez c’è, Godin e altri due no! Difesa a 3 più no che sì”

Di Francesco ha parlato in conferenza stampa prima di Cagliari-Inter. Il tecnico annuncia il recupero di Nandez, guarito dal Coronavirus giovedì (vedi articolo), ma non quello di Godin. Difficile che i rossoblù si mettano a specchio, come ha fatto lo Shakhtar Donetsk e non solo.

CONFERENZA DI FRANCESCO – Questa la conferenza stampa di Eusebio Di Francesco alla vigilia di Cagliari-Inter.

Visto l’attacco dell’Inter, miglior attacco del campionato, sta pensando ancora a Walukiewicz e Carboni oppure può giocare Ceppitelli? In attacco c’è il dubbio fra Simeone e Pavoletti? Nandez sarà almeno in panchina?

Per quanto riguarda la linea difensiva per me non è un problema di età, ma di lavoro. Potrebbero giocare due difensori giovani, così come ho ritrovato Klavan. Ceppitelli lavora da due settimane, ha completi cinque o sei allenamenti con la squadra. Sta cercando di assimilare quello che gli chiedo, potrebbe essere una possibilità durante la gara così come Pisacane. Tranne Godin, a livello di centrali, li ho recuperati tutti: potrebbero esserci due centrali giovani, anche se troviamo l’attacco più forte del campionato. Simeone è tornato ad allenarsi da giovedì in maniera completa, sta meglio. Mi ha fatto una buona impressione a livello di condizione ed è quello, fra quelli tornati dal COVID-19, che trovo meglio. Nandez si è allenato oggi per la prima volta e lo convocherò, mentre non si è allenato Godin. Pereiro ha superato il COVID-19, ma non sarà fra i convocati.

Quanto può influire per l’Inter l’eliminazione dall’Europa? Si parla sempre di equilibri: quello di Verona per Di Francesco è stato il Cagliari più equilibrato?

L’equilibrio è anche il senso della continuità. Siamo stati bravi per tutta la gara, tanti hanno parlando solo del secondo tempo ma, a parte alcune situazioni iniziali, la squadra ha difeso bene, è rimasta alta. Senza equilibrio non si va da nessuna parte: le squadre che hanno maggiore equilibrio sono quelle che rendono di più. Lo si trova attraverso il tempo e le partite, cercando di dare continuità. A Verona l’abbiamo tenuta, nonostante c’erano tante assenze: questo è stato motivo di grande soddisfazione, ha pagato il lavoro di tutti e complimenti ai ragazzi. Ho letto tante interviste: il calcio, la vita, ci porta sempre a dimostrare continuamente. L’aspetto mentale dell’Inter mi interessa relativamente, penso alla nostra crescita. Anche noi abbiamo voglia di rifarci e fare una gran partita, quindi mi interessa relativamente quello che ha fatto mercoledì. Magari, passando il turno, sarebbe stata più lanciata.

Il Cagliari è una delle squadre con l’età media più bassa. Domani ci sarà un esame anche più importante di Verona: come pensa che la squadra potrà reagire contro l’Inter?

Come dicevo prima cerco di guardare più noi stessi che gli avversari. Se dovessimo guardare i numeri e le potenzialità che ha l’Inter è impressionante sia il curriculum sia la qualità dei giocatori che hanno. È normale che, da questo senso, non ci sarebbe partita dal punto di vista dei numeri. Ribadisco il messaggio: dobbiamo lavorare di squadra. Rimanendo compatti, al di là di chi scenderà in campo, le sensazioni sono positive. Le partite hanno aspetti psicologici totalmente differenti dall’allenamento, ci vuole sempre rispetto e dobbiamo rispettare l’Inter ma sappiamo che possiamo far male con le nostre armi, che sono lavorare insieme e meglio in entrambe le fasi. Abbiamo dimostrato di poter migliorare, queste partite sono belle per tutti e l’unica pecca è che manca il pubblico. Questa è la cosa che mi dispiace più di tutte: avremmo avuto veramente il dodicesimo uomo in campo.

L’esame delle tante assenze il Cagliari sembra averlo superato. In che modo Di Francesco vuole impostare la partita, attendendoli o attaccando?

Lo sai… A me piacerebbe sempre giocarmela, poi ci saranno fasi dove loro avranno il pallino del gioco. Aspettarli non mi piace tanto, non voglio dire come l’ho preparata ma ci sono delle fasi dove essere aggressivi e altre meno. Bisogna migliorare in questo aspetto, leggere meglio le partite dentro il campo e vedere. Il Cagliari, quando si è difeso troppo basso, ha subito. Giocatori forti di testa come li hanno loro, con struttura fisica e con i tanti cross è normale che cercheranno di mettere tante palle in mezzo. Se noi analizziamo la partita contro lo Shakhtar Donetsk l’Inter ha avuto le maggiori occasioni con i cross, poi non è stata né brava né sfortunata.

Come sta Tripaldelli? L’eliminazione dell’Inter dalla Champions, secondo Di Francesco, può essere sfruttata dal Cagliari?

Diciamo che è un po’ diversa. Io sono uscito, lo posso dire con orgoglio, dalla semifinale e non dai gironi che li ho passati le due volte che li ho fatti. Quando siamo usciti in semifinale c’era il rammarico che potevamo ribaltare, paradossalmente, anche la partita col Liverpool. Se ci fosse stato il VAR sarebbe stata un’altra partita, ne sono sicuro. Poi le avevamo vinte tutte dopo l’eliminazione. Anche l’Inter ha reagito alla grande l’altra volta, dopo aver avuto una battuta d’arresto in Champions. Dobbiamo mettere davanti noi, non loro: non voglio entrare in casa dell’Inter e sulle loro problematiche, ma sfruttare la loro crescita. Ribadisco che un po’ brucia questa eliminazione ai gironi, Conte avrebbe voluto avere un futuro diverso. Tripaldelli non sarà convocato: dagli esami ha un problemino muscolare.

Domanda di Inter-News.it: molte squadre hanno affrontato l’Inter snaturandosi. Il 5-3-2 è una possibilità valutata da Di Francesco?

Sì, senza dare troppi vantaggi più no che sì. Cercheremo di portare avanti quello su cui abbiamo lavorato. Non sono grande amante dei cambiamenti, ma può essere sinonimo di andare a cambiare. In questo momento ho la sensazione di voler dare continuità, poi posso avere un altro atteggiamento ma è la partita che mi dirà qualcosa. Non avete visto gli allenamenti, mica avete visto qualcosa come il Bologna (ride, ndr). Al di là delle battute non credo si cambierà molto.

Ha parlato con Nainggolan? Contro le grandi il Cagliari spesso ha stentato, quanto è importante a livello mentale questa sfida?

È vero, questo è l’approccio che dobbiamo migliorare. Le difficoltà avute si sono riproposte in queste gare, a partire dalla Lazio e dall’Atalanta o dalla Juventus, dove siamo arrivati con i cerotti. In questa partita troviamo davanti una grande squadra: dovremmo essere bravi. Non sarà facile, perché bisogna essere realistici, però ci dobbiamo provare e abbiamo tutte le carte in regola per poterlo fare. Il nostro dovere è fare il massimo per cercare di mettere in grandissima difficoltà l’Inter. Per quanto riguarda Nainggolan lo ritrovo sempre con grande piacere, al di là di quale sarà il suo futuro, e gli dirò arrivederci.

Il mercato di gennaio si avvicina, dopo la partita di domenica a Verona è cambiato nella valutazione di Di Francesco della rosa del Cagliari?

Va al di là della prestazione, che è sempre importante e le partite esistono per valutare e vedere i giocatori in campo. È la risposta più importante a quelli che sono gli allenamenti e a cosa mettono i ragazzi in campo. A Verona, e su questo rompo le scatole sempre, quelli che hanno giocato avendo avuto meno possibilità è perché si sono allenati alla grande: la partita riporta l’allenamento. Dovrebbe essere per tutti la normalità, ma l’esempio è Carboni che ha retto novanta minuti quando ha giocato perché si è allenato con qualità. Ci sono i numeri, perché abbiamo il GPS e tutto il resto, ma quando si allena a certi livelli si hanno prestazioni di livello. Per quanto riguarda il mercato sicuramente faremo valutazioni anche per gennaio, in entrata e in uscita. Vanno fatte per migliorare o cercare di snellire la rosa.

Una settimana fa aveva detto che Pavoletti era un altro giocatore dopo il gol. Vale lo stesso per Marin? Un ricordo di Di Francesco su Paolo Rossi?

Un sorriso per tutti. Ho un albergo-ristorante a Pescara, la mia famiglia ce l’ha da più di quarant’anni e avevo visto la partita (Italia-Brasile del 1982, ndr) lì in mezzo alla gente. Era un tripudio di emozioni. Ho avuto vicino Bruno Conti che mi ha sempre parlato bene di Paolo Rossi, che ho avuto la fortuna di conoscere due anni fa in un evento a Pescara. Sia a livello culturale, sia di modo di porsi ed educazione, era unico. Ho un bellissimo ricordo di Paolo Rossi a livello personale e me lo tengo stretto, dispiace sia andato via uno che ha fatto la storia. Marin l’avevo visto in crescita nell’ultimo periodo, si è anche ripulito dalle scorie. Ha avuto modo di lavorare in settimana, e ribadisco: è un errore gravissimo dire che ci si allena giocando le partite. Ci si allena per arrivare bene alle partite.

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