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Conte: “Un messaggio per il popolo dell’Inter. Non diamo fianco a chi gode”

Conte ha parlato a lungo in conferenza stampa alla vigilia di Cagliari-Inter (vedi articolo). L’allenatore, a poco meno di ventiquattro ore dal match dell’undicesima giornata di Serie A, ribadisce la necessità di seguire il percorso e migliorare, nonostante la fallimentare campagna europea.

CONFERENZA CONTE – Questa la conferenza stampa di Antonio Conte alla vigilia di Cagliari-Inter.

Il Cagliari a inizio stagione ha cambiato tanto a livello tattico e di uomini. Che gara si aspetta Conte domani in Cagliari-Inter?

Mi aspetto una gara tosta e difficile. Quando giochi contro il Cagliari devi aspettarti sempre questo tipo di partite. Noi dobbiamo essere bravi ad arrivare nella giusta maniera fin dalle prime battute.

Come sta Vidal? Potrà far parte di questa trasferta? Che tipo di atteggiamento vuole vedere Conte in campo?

Per quello che riguarda Vidal è ancora out. Ha ripreso a lavorare, ha avuto un piccolo problema muscolare: chiaramente bisognerà riportarlo nelle migliori condizioni, rispettando anche i tempi che non sono lunghi però, quando hai un problema muscolare, comunque devi rispettare le tempistiche. Per quello che riguarda la reazione sicuramente l’uscita in Champions League è stata dolorosa, per me e per i calciatori. Comunque ci credevamo, avevamo rimesso in piedi una situazione che dopo la sconfitta col Real Madrid era diventata molto difficile. È dispiaciuto uscire in questa maniera, non riuscendo a fare gol. Detto questo il morale non è alle stelle: è giusto che ci sia dolore per l’uscire in Champions League, però sappiamo che bisogna affrontare subito la partita nella migliore maniera possibile.

C’è una promessa o un messaggio che Conte vuole dare ai tifosi dell’Inter, dopo quello che è successo mercoledì?

Più che promessa vorrei dare un messaggio ai nostri tifosi. Nel senso che non prestiamo il fianco a chi, in questo momento, sta godendo e spera che si cambi tutto, si distrugga quello che si sta cercando di creare dopo un anno e mezzo di lavoro. Questo è sicuramente il messaggio che mi sento di dare al popolo interista: vedo troppa negatività, troppe situazioni. Non prestiamo il fianco a chi vuole distruggere, a chi magari ha il timore che si stia cercando di costruire qualcosa di importante che possa dare i frutti nel presente o in futuro. Questo è sicuramente il messaggio: bisogna rimanere compatti e uniti, sapendo che in questo percorso che abbiamo iniziato l’anno scorso ha portato un secondo posto, una finale di Europa League e una semifinale di Coppa Italia. Ha riportato l’Inter ad avere una credibilità, c’è stata una valorizzazione importante di alcuni giovani. Bisogna avere fiducia, non essere negativi. Capisco che c’è impazienza, dopo dieci anni, però al tempo stesso bisogna capire che quando inizi a lavorare e riparti dalle fondamenta il problema è che il tempo che ci metti maggiormente è proprio nelle fondamenta. Poi, una volta fatte le fondamenta, puoi anche costruire un grattacielo come si meritano i tifosi dell’Inter. Il messaggio è rimanere compatti e uniti, non prestiamo il fianco a chi sta godendo perché non è giusto. Facciamoci trovare compatti, sotto tutti i punti di vista: noi stiamo lavorando, in maniera importante, e penso che si veda. Chi vuole il male dell’Inter cerca la distruzione, noi cerchiamo di costruire per il bene dell’Inter.

Non si trova l’obbligo di vincere quest’anno lo scudetto?

Io ho intrapreso questo percorso con l’Inter, e la proprietà è stata molto chiara. Mi ha parlato di percorso di crescita, di valorizzazione di ragazzi giovani, di aiutare questi prospetti di calciatori a diventare dei top. La proprietà è stata molto chiara con me ad agosto, non solo con me ma penso anche coi dirigenti, dicendo che sarebbe stata una situazione molto difficile a livello finanziario per il COVID-19. Ci sarebbe stato un rallentamento, avremmo dovuto essere uniti insieme e continuare il percorso che si era iniziato nell’anno precedente. A me la proprietà ha detto questo: penso che le dichiarazioni del presidente di ieri siano da tenere a mente. Mi è stato detto questo, penso che siamo in linea con quello che c’è stato detto. Poi l’eliminazione in Champions League brucia, chi mi conosce sa come l’ho vissuta e come la sto vivendo.

La sensazione è che, in alcune partite con avversari chiusi, l’Inter trovi fatica a sfondare. Quale può essere la soluzione? Alcuni giocatori, come Barella, Bastoni, Lukaku e Lautaro Martinez, sono migliorati sotto la sua gestione: perché Eriksen, rispetto agli altri, non lo vediamo migliorare?

Eriksen non è che non sta migliorando. Magari voi lo vedete solamente nella partita giocata, quando ha giocato. Sicuramente il compito di un allenatore è di portare tutti a un miglioramento: sto cercando di fare questo con Christian. Sa benissimo che lavoro con grande onestà intellettuale e cerco sempre, in tutte le situazioni, di migliorare tutti i miei calciatori, sia che abbiano diciotto anni sia che sia il più vecchio, calcisticamente, come Handanovic. Io sto lavorando con lui cercando di migliorare alcuni suoi aspetti, poi a volte ci posso riuscire in maniera più o meno evidente. Il compito mio è mettermi a disposizione, assieme al mio staff, per far crescere tutti i giocatori e anche Eriksen. Magari per lui ci vorrà un po’ più di tempo, prima o poi sboccia e mostra tutti i miglioramenti fatti. Squadre chiuse? Spesso e volentieri ci troviamo squadre che cercano di parare i colpi. Nonostante questo in campionato abbiamo il miglior attacco, così come l’anno scorso dietro l’Atalanta. Il problema è che spesso abbiamo creato e non siamo stati capaci a concretizzare. Trovare squadre molto chiuse contro di noi, che cercano di pararci i colpi, significa che c’è tantissimo rispetto nei confronti del nostro modo di giocare e del nostro tipo di sistema, visto che in tanti si snaturano per parare. Al tempo stesso dobbiamo sapere di dover essere molto più cinici e cattivi, perché le occasioni le devi sfruttare e devi fare gol per vincere le partite. Questo non è accaduto nelle due partite contro lo Shakhtar Donetsk, visto che sono stati due 0-0.

Avere solo il campionato può essere un vantaggio già da Cagliari-Inter? Cosa trae Conte dalle sconfitte con Real Madrid e Milan per crescere e fare il salto di qualità negli scontri diretti?

Bisogna crescere in tante cose, avere la pazienza di far crescere tutti i calciatori per affrontare questo tipo di partite, senza magari avvertire troppa pressione. A volte la troppa pressione può portare a uno sgonfiarsi, tra virgolette, quindi è importante crescere anche da questo punto di vista, sapere che ci sono partite che devono essere vinte e vanno vinte a prescindere, prima ancora di entrare in campo. Però, come ho detto, stiamo parlando di una squadra che ha iniziato un percorso e che, sotto questo punto di vista, secondo me ha ancora un bel po’ di strada da fare. Però io vedo i miei calciatori e ho grande fiducia in loro e nella crescita, perché li vedo nella maniera in cui si allenano. È inevitabile che, a volte, si possa sentire di più questo tipo di pressione, il fatto di giocare partite dentro o fuori o contro squadre importanti come il Real Madrid e l’anno scorso il Barcellona. Come ho detto stiamo lavorando, stiamo costruendo: sapevamo di dover affrontare determinate difficoltà. Chi è dentro sa che le difficoltà c’erano, ci sono e ci saranno: bisogna lavorare e cercare di migliorare e di essere ancora più pronti e più competitivi. Il fatto che ci siano rimasti il campionato e la Coppa Italia sinceramente è un dolore, per il fatto di essere usciti dalla Champions League: come ho detto ci credevamo. Anche il come siamo usciti lascia tanto rammarico e tanta amarezza. Adesso c’è il campionato e dobbiamo concentrarci, da qui a febbraio non c’è niente di particolare e poi magari, quando riprenderanno le coppe, per adesso abbiamo due partite in meno da giocare rispetto alle altre squadre. In questo momento c’è solo questa differenza.

Guardando tutto il percorso, e non solo mercoledì, per Conte perché l’Inter non ha passato il turno? Si può usare per migliorare?

Io penso che, in tutte le delusioni e le situazioni negative, bisogna essere intelligenti e cercare di capire dove migliorare e far sì che, la volta successiva, si possa rispondere in maniera migliore rispetto a questa. Penso che alla fine, nel girone, le partite che abbiamo pagato in maniera maggiore siano state quelle col Real Madrid. Negli scontri diretti, sia col Borussia sia con lo Shakhtar, penso che abbiamo dimostrato che meritavamo di più rispetto ai risultati avuti. Invece, col Real Madrid, alla fine siamo mancati perché, soprattutto nella partita di ritorno, ci siamo complicati da soli la vita. Dobbiamo imparare a capire che ci sono dei momenti dove l’errore dev’essere ridotto al minimo. Spero di essere stato esaustivo, ecco.

Vista la carriera di Conte le aspettative sono troppo alte rispetto alla qualità dell’Inter, in questo momento?

Io non voglio parlare rispetto alla qualità, perché non è giusto parlare dei calciatori. Se posso parlare della situazione, nel momento in cui ho preso l’Inter, la situazione non era top. Lo sapevo, mi è stato detto e da parte mia c’è stata grande voglia di mettermi in gioco, sotto tutti i punti di vista, per cercare di portare l’Inter dove merita. Ho questa determinazione e questa speranza, sapendo che al tempo stesso ci sono delle difficoltà che prima di quest’estate non c’erano. Il COVID-19 ha portato delle difficoltà importanti, ma non è giusto che ne parli io: eventualmente, se ne vuole parlare il club, ne parli e io resto zitto e cerco di fare il meglio per l’Inter cercando di metterci la faccia. Perché io la faccia ce la metto sempre.

Sta per affrontare il Cagliari di Godin. Qual è stato il motivo della sua uscita? Per molti è stata una sorpresa.

Non penso che sia giusto giustificare partenze e arrivi nei confronti dei calciatori. Ho grandissimo rispetto nei confronti di Diego, grande affetto per quello che mi ha dato l’anno scorso. C’è grandissimo rispetto, sa benissimo il mio rispetto nei suoi confronti: l’importante è che lo sappia lui e non gli altri.

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