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Conte: “Eriksen? Auguri! Io e l’Inter entità diverse? Non così, lo spiego”

Conte ha parlato in conferenza dopo Verona-Inter, ultima partita ufficiale per quanto riguarda il 2020. Queste le risposte del tecnico in sala stampa, ai giornalisti presenti al Bentegodi, dopo la settima vittoria consecutiva in Serie A.

CONFERENZA – Questa la conferenza stampa di Antonio Conte nel post partita di Verona-Inter.

Sette vittorie consecutive, quanta soddisfazione c’è?

Sicuramente era importante, prima di tutto, vincere per noi e dare continuità ottenendo la settima vittoria consecutiva. Diciamo che, in questo mese e mezzo in cui abbiamo giocato, in campionato le abbiamo vinte tutte. Sicuramente dev’essere un attestato di stima verso noi stessi, verso quello che stiamo facendo. Oggi non era semplice, perché abbiamo giocato contro una squadra che ha preso punti a tutte le grandi. È una squadra difficile a giocarci contro, perché è organizzata. Penso ci sia stata una prova di maturità da parte nostra, da questo punto di vista sono molto contento e orgoglioso per questa partita che è stata fatta in questa maniera.

All’inizio l’Inter ha aspettato, ha subito gol per un infortunio di Handanovic ma poi è andata a riprenderla. L’anno scorso non ci sareste riusciti.

L’anno scorso ricordo benissimo la partita: eravamo sotto di un gol, ribaltammo e alla fine pareggiarono la partita. Diciamo che oggi è stata una partita che, al di là dei tre punti, comunque ci può dare delle certezze importanti anche per il futuro. Ribadisco: non era semplice per noi, il Verona è veramente una squadra molto ostica sotto tutti i punti di vista. Prima delle vacanze di Natale è sempre un po’ particolare giocare, quindi ci prendiamo tutto quello che di positivo c’è da questa vittoria. Ci porta a essere fra le primissime posizioni in classifica.

Per Conte si può pronunciare la parola “scudetto”?

Non è questione di pronunciare o non pronunciare. L’Inter, proprio per la sua storia, è una squadra che di base dovrebbe partire e lottare per vincere dei titoli, questo è fuori discussione. Poi magari ci sono dei periodi dove queste grandi squadre possono attraversare dei momenti dove sei al top e vinci, o altri dove vedi un po’ di buio. Però penso che, a prescindere, squadre come l’Inter, il Milan e la Juventus debbano partire comunque per provare a essere competitive e arrivare fino alla fine per vincere. Poi non dimentichiamo che quest’anno ci sono squadre importanti: il Napoli, che per me è super attrezzato per fare un grande campionato, ma anche la Roma, la Lazio e l’Atalanta, che se la gioca sempre contro tutto e tutti. Ci sono sette-otto squadre che possono darsi fastidio tra di loro. Ribadisco: per me l’Inter, a prescindere, per la sua storia deve provare a essere competitiva.

Eriksen è fuori dal progetto dell’Inter, Conte vuole dirgli qualcosa? Cosa si aspetta dal mercato?

Innanzitutto a Christian c’è da fare gli auguri a lui e sua moglie per la bambina, che è la cosa più importante. Ci ha chiesto di andare stanotte, praticamente, di andare in Danimarca: era giusto che stesse vicino alla moglie per questo evento, fra i più importanti della sua vita. Per il resto si fanno delle valutazioni: tante volte vedo che si scinde, si mette l’allenatore da una parte e i dirigenti dell’Inter dall’altra. Questo a me dispiace tanto, perché penso che tutte le cose vengano decise di comune accordo tra me, i dirigenti e la proprietà. Invece, spesso e volentieri, vedo che si pensa che io voglia questo o altro, ma non è assolutamente così. Io dico che noi facciamo le valutazioni coi dirigenti, e spesso e volentieri collimano. Poi, dopo che si fanno le valutazioni, le portiamo dalla proprietà: dice sì o no, in estate ha detto no e abbiamo fatto di necessità virtù. Adesso si stanno rifacendo delle valutazioni e faremo la stessa cosa in maniera molto serena, ma senza scindere l’allenatore e il club. Tante volte vengo messo in una posizione e il club sembra che sia su un’altra: mi dispiace tanto, perché sembra che siamo due entità diverse. Ma non è così.

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