Acerbi: «All’Inter c’è uno più ‘pazzo’! Ecco come ho marcato Haaland»

Seconda parte dell’intervista di Acerbi. Il difensore dell’Inter, nel lungo intervento a Box to Box dal canale YouTube di Che Fatica La Vita Da Bomber, risponde alle domande degli utenti.
LA GESTIONE – Francesco Acerbi, dopo la prima parte, torna sulla finale di Champions League dell’anno scorso, Manchester City-Inter: «Quando l’ho smaltita? Il giorno dopo. Quando perdi c’è sempre qualcosa che ti dici che potevi fare diversamente. Questo puoi dirlo se qualcosa non andava, però sono tutte esperienze che fai. Forse non si pensava mai di arrivare in finale: poterla vincere veramente lo dà l’esperienza di giocare le finali. Il giorno dopo facendo un esame di coscienza vedevi come ripartire, non c’è niente da dire. Poi ogni tanto si può pensare, però è andata come deve andare. Io guardo giorno per giorno, lavoro per far sì di fare il mio meglio. Nel momento in cui arriva una finale tanto meglio, però faccio in modo di raggiungere i miei obiettivi».
IL PASSATO – Acerbi è stato ed è ovviamente tuttora allenato dai tecnici del duo di testa in classifica: «Chi preferisco? Simone Inzaghi, mi fa giocare (ride, ndr). Massimiliano Allegri l’ho avuto al Milan, però prima della malattia non posso neanche raccontarlo: ero da appendere. Il compagno più pazzo all’Inter? Nicolò Barella, ma è un pazzo buono: a me fa ridere. Ma l’anno più bello della mia carriera era alla Reggina, dove potevamo fare qualcosa di più dei play-off. Il gruppo era fantastico, mi sono divertito tantissimo e ho dato tanto. Lì ho il rimpianto che potevamo fare una promozione inaspettata».
LA SOFFERENZA – Acerbi ricorda i momenti della malattia e spiega cosa gli ha ridato: «Da calciatore ti ridà la passione che avevo smarrito, come uomo ti fa capire gli errori che hai fatto. Come marcare Kylian Mbappé? Come Erling Haaland, con grande attenzione. L’attaccante più rognoso da marcare in questa Serie A? Duvan Zapata, anche Olivier Giroud che è un animale. Se non stai attento in Serie A sono tutti difficili. Non guardo mai un attaccante per studiarlo, guardo dov’è la palla e se è forte in velocità o meno. Può essere anche veloce, però se non calcia puoi anche lasciarlo andare. Il compagno più sottovalutato all’Inter? Matteo Darmian. Su di me possono dire che sono sopravvalutato o una pippa, ma è un’opinione: chi se ne frega».