D’Aversa: “Conte padrino di mia figlia, ma all’andata manco stretti la mano”
D’Aversa è stato intervistato dal canale ufficiale internazionale della Lega Serie A. In vista di Parma-Inter, in programma domenica alle ore 21.45, il tecnico gialloblù ha raccontato il suo legame particolare con Conte, che va ben oltre il campo.
PIÙ CHE AMICI – Parma-Inter sarà una partita particolare per Roberto D’Aversa, per un motivo: «Il mio rapporto con Antonio Conte risale ai tempi assieme a Siena. Siamo diventati molto amici, è il padrino di mia figlia e c’è un grande legame fra di noi. Lui è come un martello come allenatore, permette ai suoi giocatori di rendere al 120%: può ottenere il massimo da chiunque. Nonostante giochi col 3-5-2, che molti definiscono un modulo difensivo, lui fa un pressing alto sistematico nella metà campo avversaria, dagli esterni alle punte sino ai centrocampisti, che iniziano il pressing in una posizione molto avanzata di campo».
SIMILITUDINI – D’Aversa, come il suo rivale di domenica, ha la vittoria come pensiero fisso: «Conte ha un pessimo rapporto con le sconfitte. Posso garantire che, quando non vince, bisogna aspettare due o tre giorni prima di parlargli. Personalmente sono molto simile a lui, credo che nella partita d’andata si sia visto. Non ci siamo nemmeno stretti la mano a fine partita: io ero arrabbiato perché non avevamo vinto, lui per lo stesso motivo. Credo che l’Inter di Conte debba essere annullata in tutte le zone di campo, dovendo stare molto attenti al gioco in verticale per i due attaccanti. Dobbiamo essere altrettanto bravi, per poter creare problemi a loro».