3 appunti su Napoli-Inter: Eriksen dirige, pressing passivo, attacco assente
La rubrica “3 appunti” pone l’attenzione su tre aspetti singolari di una partita. La prestazione di un singolo giocatore, una rete, o un dato statistico: tre cose da porre in risalto. In Napoli-Inter emerge la prestazione di Eriksen, che sovrasta la prova opaca dell’attacco. Problematico il pressing subito dai nerazzurri.
1. ERIKSEN – Antonio Conte schiera finalmente Christian Eriksen dal 1′ in Napoli-Inter, e il danese mantiene le promesse create a gennaio. Dopo tre minuti di gioco firma già il vantaggio, con un sensazionale gol olimpico, direttamente da calcio d’angolo. Per tutto il primo tempo, il trequartista agisce nella posizione a lui più consona, dando verticalità per accelerare la manovra nerazzurra. Sua anche l’occasione più grande nella ripresa, dove Ospina si fa trovare però pronto. Il 3-4-1-2 potrà essere sempre più il modulo della prossima Inter.
2. PROBLEMA PRESSING – Per tutto il primo tempo di Napoli-Inter, i nerazzurri hanno impostato una manovra fluida e veloce. Complice un atteggiamento prudente degli avversari, gli uomini di Conte escono benissimo con la palla dalla difesa, aggirando il centrocampo azzurro grazie a maglie più larghe in mediana. Una condizione cambiata drasticamente nel secondo tempo: Gennaro Gattuso ha aumentato la densità al centro. I raddoppi sistematici al portatore di palla e alle opzioni di sgancio più vicine tolgono libertà ai nerazzurri, disinnescando le sortite offensive.
3. ATTACCO INSUFFICIENTE – Una prova da matita rossa per Romelu Lukaku e Lautaro Martinez. I centrali del Napoli hanno letto alla perfezione i loro movimenti, impedendo di farsi scardinare negli ultimi 30 metri. Un trend in continuità con le ultime gare prima del blocco, e su cui Conte dovrà necessariamente lavorare.