Udinese-Inter: Conte non cambia, ma gioca solo a destra col peggior Hakimi
Udinese-Inter chiude il girone di andata ma apre a una serie di preoccupanti interrogativi. Lo 0-0 finale è giusto pur avendo fatto la partita e dominato in lungo e largo. Ma l’Inter di Conte non sa cosa sia la porta difesa da Musso. Il paradosso è rappresentato dal fatto che gioca solo a destra, dove Hakimi è in versione “nemico”. Ecco l’analisi tattica di Udinese-Inter
PRESENTAZIONE PRE-PARTITA
FORMAZIONE – Ecco l’undici di partenza scelto da Conte per affrontare l’Udinese in Serie A: Handanovic; Skriniar, de Vrij, Bastoni; Hakimi, Barella, Brozovic, Vidal, Young; Lukaku, Lautaro Martinez.
MODULO – Squadra che vince non si cambia né modifica un po’. Conte ci crede e conferma l’Inter vista contro la Juventus. Solito 3-5-2 iniziale, tra l’altro specchiato a quello dei padroni di casa.
RESOCONTO PARTITA
PRIMO TEMPO – Il pressing asfissiante dell’Udinese a inizio gara costringe l’Inter a costituire dal basso con non poca difficoltà e fin troppi rischi. All’8′ Lautaro Martinez segna in diagonale su lancio di de Vrij, ma l’arbitro annulla giustamente per fuorigioco (del busto). La manovra dell’Inter non si discosta da quella delle ultime uscite. Si gioca solo a destra, cercando di lanciare Hakimi sul fondo. Ma l’esterno marocchino non incide e nemmeno Barella è di aiuto, stavolta. Praticamente sempre nullo l’apporto da sinistra. Quando a fine frazione la palla arriva a Young e Vidal, le conclusioni sono a dir poco oscene. Il primo tempo termina 0-0: non succede molto ma l’impressione è che basterebbe dare uno sguardo alla panchina per far succedere qualcosa.
SECONDO TEMPO – Nessuna modifica nell’intervallo. Dopo un primo tempo propositivo, la ripresa si apre con l’Udinese sulla difensiva, schiacciata e attendista, stranamente sulle gambe. Manovra avvolgente e fatta di tanti tocchi per l’Inter, anche allargandosi a sinistra, ma senza riuscire ad arrivare al tiro. Terribile la prestazione di Hakimi, che sbaglia tutto e vanifica ogni tentativo dell’Inter in zona gol. Al 70′ triplo cambio per l’Inter: fuori Young, Vidal e Lautaro Martinez, dentro Perisic, Sensi e Sanchez. Tre staffette che danno un assetto più offensivo all’undici in campo (come da immagine sotto allegata, ndr). I movimenti a tutto campo di Sanchez e quelli tentati da Sensi in alcuni frangenti fanno attaccare l’Inter con il 3-4-2-1, ma è tutto molto caotico e dalle fasce non arrivano palloni precisi in area. Handanovic può fare da spettatore, ma neanche Musso deve superarsi. Il secondo tempo termina 0-0: nessun gol, ancor meno voglia di farlo.
CONSIDERAZIONI POST-PARTITA
PROTAGONISTA – Le polemiche alimentate prima della partita avrebbero meritato ben altra prestazione, invece a deludere è proprio il personaggio del giorno: Hakimi. Sbaglia tutto. Tutto. E lo fa con una precisione che quasi fa pensar male. Invece una giornata no può succedere a tutti… Una giornata da 2 in pagella, ma può succedere. Corsa con il freno a mano. Dribbling mancati. Passaggi sbagliati. Cross imprecisi. E tiri che non scoccano mai. Va vicino al gol con un assist errato. In questa stagione ha già giocato male in alcune occasioni, ma in genere in fase difensiva. Stavolta, nonostante l’Inter faccia la partita solo sul suo lato, è un errore continuo in fase offensiva. Praticamente uno in meno. Speriamo reagisca diversamente nelle prossime uscite. Rintronato.
COMMENTO – Non sempre va tutto come dovrebbe. Nel giro di una settimana l’Inter batte 2-0 i bianconeri di Torino e poi non riesce ad andare oltre lo 0-0 contro i bianconeri di Udine. Peccato. Analizzando la prestazione di Udinese-Inter, sicuramente si può dire che confermare la stessa formazione di Inter-Juventus non è stata una scelta azzeccata da parte di Conte. Squadra troppo prevedibile. Monotematica. E forse più stanca del previsto, nonostante un’intera settimana a disposizione per recuperare. Pazienza, però. Un altro errore da sottolineare è la solita lettura contiana che quasi mai dà frutti. Cambi tardivi e “uno a uno”. Non tocca il sistema di gioco né le caratteristiche degli interpreti-chiave. La freschezza nei minuti finali di caos tattico non paga nemmeno stavolta. Solo tre cambi su cinque. E – peggio ancora – sarebbero entrati Darmian e Gagliardini per cambiare inerzia alla partita. Surreale. Conte non si gioca la carta Eriksen, forse l’unica in grado di stravolgere (positivamente?) qualcosa. Non potendo escludere nulla, chissà che la motivazione non sia legata al mercato (in uscita). Detto questo, c’è ben poco da criticare. La squadra sta andando oltre le sue possibilità e l’allenatore sta cercando in tutti i modi di tenere l’ambiente unito verso l’obiettivo (qualunque esso sia…). Apprezzabile. Così come bisogna apprezzare, sportivamente, la partita preparata da Gotti. Perché l’Udinese cambia pelle almeno quattro volte durante l’arco di tutta la partita. E sa sempre come limitare l’Inter, pur non mettendola particolarmente in difficoltà. Poi ovvio, gli errori di Hakimi e compagni sono davvero eccessivi. A partire dall’impalpabile Lukaku, che a Udine non è mai in partita. Pareggio giusto ma prova di maturità fallita: l’Inter non riesce a essere più grande di quella che è oggi. E il rumore esterno al campo da gioco è troppo assordante da ignorare.