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Spezia-Inter: D’Ambrosio punta rimedia a tre problemi, Inzaghi bene con le staffette

Spezia-Inter non è una prova di forza ma di maturità. L’1-3 aperto da Brozovic, messo al sicuro da Lautaro Martinez e chiuso da Sanchez nel recupero mette in evidenza la crescita più mentale che tecnica dell’Inter. Le scelte di Inzaghi, votate al breve periodo, premiano la propria squadra in una trasferta insidiosa. Da sottolineare la prova “offensiva” di D’Ambrosio, titolare non solo per emergenza difensiva. Di seguito l’analisi tattica di Spezia-Inter

Pre-Game Analysis: la preparazione e le scelte di Inzaghi

FORMAZIONE – Ecco il 3-5-2 di partenza dell’Inter scelto da Inzaghi per affrontare lo Spezia in Serie A: Handanovic; D’Ambrosio, Skriniar, Alessandro Bastoni; Dumfries, Barella, Brozovic, Calhanoglu, Perisic; Dzeko, J. Correa.

Spezia-Inter formazione ufficiale
Spezia-Inter formazione ufficiale

In-Game Analysis: lo sviluppo e la lettura della partita

HIGHLIGHTS – Nel primo tempo, al 13′ Dzeko colpisce il palo da posizione favorevole ma l’arbitro ferma comunque tutto per un fallo precedente. Poi al 31′ arriva lo splendido gol di Brozovic, appena entrato in area al termine di una triangolazione con D’Ambrosio, che veste i panni dell’assist-man con una sponda area da centravanti (0-1). Nel secondo tempo, al 73′ Lautaro Martinez segna un gol di rapina ma di classe unica con l’esterno su cross di Perisic da sinistra, beffando Provedel (0-2). All’88′ Maggiore accorcia le distanze con un destro da fuori area, mettendo la palla sotto il sette alle spalle di un incolpevole Handanovic (1-2). Infine, al 93′ Sanchez chiude la partita, su assist di Lautaro Martinez dalla destra, dopo essersi rialzato da terra in seguito a un fallo non fischiato per la regola del vantaggio (1-3).

MODIFICHE – Nella ripresa, sullo 0-1, al 60′ arriva il primo doppio cambio dell’Inter: fuori Correa e Dzeko, dentro Sanchez e Lautaro. Il cileno si posiziona a destra con l’argentino che opta per il lato sinistro dell’attacco. Al 75′, sullo 0-2, ecco il secondo doppio cambio nerazzurro: fuori Dumfries e Calhanoglu, dentro Darmian e Vidal. Doppia staffetta sulla linea di centrocampo per difendere il doppio vantaggio con forze fresche. All’82′ quinto e ultimo cambio obbligato per Inzaghi: fuori Bastoni, dentro de Vrij. L’olandese si posiziona al centro della difesa, facendo scalare Skriniar alla sua sinistra (come da immagine sotto allegata, ndr).

Spezia-Inter formazione finale
Spezia-Inter formazione finale

Player Analysis: il singolo decisivo in Spezia-Inter visto ai raggi X

PROTAGONISTA – Inutile perdere troppo tempo nei dettagli, basterebbe leggere il tabellino per decidere l’uomo-partita: Lautaro Martinez. Che merita un 8 pieno (vedi pagelle di Spezia-Inter). L’argentino entra e prova subito a segnare. Poi segna. Se la partita fosse finita 0-2, sarebbe stato il gol della sicurezza ma non quello decisivo. Invece lo è. E sull’1-2 aggiunge anche un assist alla sua prestazione, giusto per non farsi mancare nulla. In poco più di mezz’ora cambia la partita e permette all’Inter di tornare a casa con tre punti molto importanti. Affamato.

Post-Game Analysis: le considerazioni finali su Spezia-Inter

COMMENTO – Le fasi iniziali della partita sono le più interessanti dal punto di vista tattico. Le mezzali si invertono ai lati di Brozovic per dare opzioni diverse sia negli inserimenti in costruzione sia nel pressing in ripiegamento. Le rotazioni intorno al perno centrale sono necessarie soprattutto quando il croato è costretto ad abbassarsi sulla linea dei difensori, così da non perdere un uomo centralmente. Correa gioca principalmente a supporto di Dzeko, muovendosi sulla trequarti per non dare punti di riferimento alle spalle del centravanti bosniaco. La vera arma tattica offensiva si chiama D’Ambrosio, incredibilmente alto nel creare densità in area di rigore e non solo in occasione del vantaggio firmato Brozovic. La buona prova dell’Inter dura appena un tempo, perché il calo fisiologico nella ripresa è netto. Inzaghi sceglie di difendere il risultato solo dopo il doppio vantaggio ma viene tradito dalla sua squadra, che permette a Maggiore di accorciare. Poco male, alla fine non è un dramma. Il primo doppio cambio, invece, serve a risvegliare l’attacco. E ci riesce. Scelta saggia quella delle staffette per le sostituzioni, che vengono gestite in maniera a dir poco funzionale ai bisogni della squadra. E senza pensare troppo al Milan in Coppa Italia. Ricerca dello 0-2 prima, difesa dello 0-2 dopo. Il bicchiere, già mezzo pieno, diventa completamente pieno grazie alla reazione immediata che vale il tris. Altri tre punti importanti: la rincorsa alla vetta continua. Anche con il “fastidioso” asterisco di Bologna.

OSSERVAZIONE – Quando una squadra fa il proprio dovere c’è poco da aggiungere. L’Inter aveva un solo risultato a La Spezia ma il canovaccio non cambierà fino al 22 maggio, si spera. Tutto ciò che succederà dopo la (vittoriosa) trasferta di Torino in casa Juventus dovrà seguire il copione dei tre punti senza alibi. In Spezia-Inter, magari meno rispetto a Inter-Verona ma più di Juventus-Inter, c’è anche la prestazione. Non manca la sofferenza, seppur parziale, e soprattutto il blackout difensivo. Stavolta nessun colpa tra i pali, è la fase difensiva di reparto che genera 5′ di paura. Finisce lì, per fortuna. Volendo guardare con un pizzico di spirito critico ciò che succede finché l’Inter gioca con la formazione titolare, cioè fino alla prima ora di partita, tre problemi si notano: 1. l’attacco di coppia non si trova ed è allergico al gol, con buona pace di Correa e Dzeko; 2. a centrocampo la fascia destra presidiata da Dumfries non va; 3. in difesa si fatica a uscire in costruzione come visto con Dimarco contro l’Hellas Verona. Tre problemi che vengono risolto da D’Ambrosio – calcisticamente – uno e trino: in attacco è l’uomo in più (suo l’assist da centravanti per Brozovic, assurdo); a centrocampo ripiega con maggiore puntualità a supporto del quinto destro; e in difesa non tradisce. Può sbagliare il tempo di un intervento o una giocata in sé, ma non crea mai i presupposti per il “danno” irreparabile. Una maturità tecnico-tattica da tenere bene a mente. Se quella dell’Inter a La Spezia è una prova matura, la crescita passa anche da questi dettagli: Inzaghi ha i suoi fedelissimi da inizio stagione ma non bastano. Adesso servirà anche qualche “ex” gregario per continuare a credere nel sogno tricolore.

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