Analisi tatticaPrimo Piano

Slavia Praga-Inter: Lukaku la vince 0-5, per l’arbitro solo 1-3. Conte show

Inter gigantesca in quel di Praga, dove l’1-3 finale non è rappresentativo della prestazione offerta. La doppietta di Lautaro Martinez intervallata dal gol di Lukaku è solo metà di quanto successo in campo. In mezzo due gol annullati (a Lukaku), due traverse (Lukaku e Brozovic), un rigore che dallo 0-2 porta lo Slavia sull’1-1. Insomma, tutto e di più. Conte prepara bene la partita in emergenza e la vince con cambi votati all’attacco. Tre punti e secondo posto, bottino pieno. Ecco l’analisi tattica di Slavia Praga-Inter

PRESENTAZIONE PRE-PARTITA

FORMAZIONE – Ecco l’undici di partenza scelto da Conte per affrontare lo Slavia Praga: Handanovic; Godin, de Vrij, Skriniar; Candreva, Vecino, Borja Valero, Brozovic, Biraghi; Lukaku, Lautaro Martinez.

Slavia Praga-Inter Formazione Ufficiale
Slavia Praga-Inter Formazione Iniziale

MODULO – Conte alla vigilia ha detto che non avrebbe cambiato l’identità dell’Inter, stessa idea al massimo con interpreti diversi. In effetti il sistema di gioco è il solito, 3-5-2, ma l’approccio alla partita subisce una netta modifica. In cabina di regia c’è lo statico Borja Valero, che obbliga Brozovic ad allargarsi sul centro-sinistra per offrire una prestazione “alla Barella”. Qualità e quantità del centrocampo dell’Inter si danno il cambio, il resto è praticamente obbligato per gli indisponibili.

RESOCONTO PARTITA

PRIMO TEMPO – L’Inter inizia molto schiacciata, soffrendo fin da subito l’aggressività e la corsa dei giocatori cechi. La manovra nerazzurra è finalizzata al gioco in verticale. Atipica la posizione di Borja Valero, che è sì il centrale dei tre, ma agisce quasi da regista alto anziché basso, infatti le mezzali sono più attente a chiudere gli spazi (ci riescono male) che ad attaccare (peggio). Al 20′ strepitosa azione personale di Lukaku che dalla destra manda in rete Lautaro Martinez, bravissimo a colpire di controbalzo superando Kolar. Impressionante il gesto tecnico e atletico del belga che vale mezzo gol. Il vantaggio “abbassa” ulteriormente l’Inter, a partire da Borja Valero, quasi a voler far giocare lo Slavia alla ricerca del pareggio. Clamoroso quello che succede dopo la mezz’ora: al 35′ Lukaku raddoppia grazie all’assist di Lautaro Martinez, che ricambia il favore al belga servendolo a porta praticamente vuota, ma l’arbitro annulla la rete attraverso il VAR per assegnare un rigore (dubbio) allo Slavia a causa di un fallo di de Vrij e al 37′ Soucek dagli undici metri supera Handanovic, che tocca senza riuscire a evitare il pareggio. Episodio singolare che fa discutere. L’Inter torna in attacco, ma il colpo un po’ psicologico è percepito. Il primo tempo termina 1-1: la beffa che inverte il secondo gol è letale, sarebbe stato uno 0-2 meritato.

SECONDO TEMPO – La ripresa si apre senza modifiche di formazione. L’Inter insiste sullo stesso approccio, squadra bassa per gestire il pressing dello Slavia, cercando di impostare verticalmente per accorciare il campo. La manovra non è pulitissima, ma l’aspetto positivo è il non farsi prendere dalla frenesia. Nel giro di tre minuti arriva un doppio legno che nega il vantaggio: al 65′ traversa di Lukaku di testa su cross di Candreva dalla destra e al 68′ traversa di Brozovic di destro dal limite dell’area. La porta ceca sembra stregata, mentre la stanchezza inizia a farsi sentire sulle gambe e sulla testa dei mediani, in particolare Borja Valero. Al 76′ doppio cambio per Conte: fuori Biraghi e Borja Valero, dentro Lazaro e Gagliardini. L’austriaco si posiziona largo a sinistra, mentre l’italiano agisce da mezzala sinistra. L’atteggiamento per l’ultimo quarto d’ora è molto più offensivo, quasi abbandonando la copertura in virtù del calo di ritmo dello Slavia. All’80’ terzo e ultimo cambio per l’Inter: fuori Vecino, dentro Esposito. Il classe 2002 gioca a supporto delle due punte in una sorta di 3-4-1-2 (come da immagine sotto allegata, ndr) che tiene il trio avanzato molto compatto.

Neanche il tempo di riposizionarsi che all’81’ arriva il gol assurdo di Lukaku, che brucia la difesa dello Slavia, supera il portiere in uscita e sfonda la porta su sventagliata di Lazaro dalla difesa e velo intelligente di Lautaro Martinez a centrocampo. L’Inter trova il vantaggio nel momento in cui decide di attaccare a pieno organico, non può essere un caso. Anche se l’azione in sé è caratterizzata anche dalla “fortunosa” caduta del marcatore diretto del belga, ma ciò che va osservato è il modo in cui viene tagliata in due tutta la squadra ceca con un lancio in verticale e un movimento in profondità. Esposito agisce tra le linee facilitando la manovra nella metà campo avversaria. All’88’ doppietta di Lautaro Martinez, che su assist di trivela di Lukaku metta la palla in rete al volo. Capolavoro. Al 93′ Lukaku chiude il conto con un doppio passo prima di scaricare in rete la sua doppietta, ma l’arbitro annulla anche questo per fuorigioco. Il secondo tempo termina 1-3: i tre punti arrivano solo nel finale, ma solo per questioni casuali.

Slavia Praga-Inter Formazione Finale
Slavia Praga-Inter Formazione Finale

CONSIDERAZIONI POST-PARTITA

PROTAGONISTA – Il tabellino in questa partita parla meno di quanto detto dal campo, dato che il vero protagonista è stato “cancellato”: Lukaku. Il numero 9 belga segna tre gol – di cui solo uno (liberatorio) assegnato -, fa due assist per Lautaro Martinez e colpisce una traversa. Prestazione sontuosa, a dir poco perfetta. Un 9 in pagella anche stretto. Lukaku prende in mano l’Inter e abbatte lo Slavia, anzi lo rimbalza. E tutti i compagni ne giovano, a partire dal compagno di reparto che in coppia con il belga raddoppia il suo potenziale. E i suoi numeri sotto porta. Gigantesco.

COMMENTO – Forse non snatura l’Inter, ma il passaggio al tridente con Esposito versione numero 10 è una piccola chicca. Il riassunto di Slavia Praga-Inter è tutto qui. In meno di cinque minuti Conte decide di abbandonare l’idea iniziale per trasformare la sua squadra: dall’esperto Borja Valero regista basso al giovane Esposito regista alto. Non si tratta di un cambio disperato, sebbene in panchina non ci siano alternative. Conte punta sulla qualità di Esposito da numero 10 per ottimizzare il lavoro della coppia d’oro Lukaku-Lautaro Martinez e basta mezzo movimento in avanti per creare tre azioni da gol. E i gol arrivano. Lukaku, Lautaro Martinez, Lukaku (poi annullato). Poco da aggiungere. Conte vince anche la scommessa Borja Valero dal 1′, anche se bisogna ringraziare Handanovic per questo… E ci riesce nonostante Candreva da esterno offra la prestazione peggiore della stagione. Biraghi? Non pervenuto. Sulle fasce l’Inter è nulla, finché Lazaro fuori ruolo non crea il presupposto per l’1-2. Vecino? Malissimo. In mezzo l’Inter fa fatica, finché con un cambio (Brozovic-Gagliardini davanti alla difesa) non si rimette ordine e arriva pure l’1-3 (e l’1-4…). Pochi uomini a disposizione e non al 100%, ma usati sapientemente.

Tanti piccoli dettagli che permettono di scindere la prestazione in due parti (1-1 con la squadra di partenza e 0-2 con quella finale). La modifica di Conte arriva solo quando i corridori cechi sono scoppiati. Vittoria mentale, oltre che tecnico-tattica. E se qualcuno si azzarda a dire che l’Inter a Praga soffre, forse non riesce a rendersi conto di due verità: 1. lo Slavia è una squadra organizzatissima, capace di dare fastidio come poche attraverso la sua manovra pressante; 2. l’Inter arriva in una situazione che definire “impresentabile” è un complimento. Conte fa un mezzo capolavoro, uno dei tanti in questa stagione. E la squadra fa il resto. Perché l’1-3 finale in un certo senso è fals(ific)ato: dubbi sul rigore fischiato a de Vrij e dubbi sul fuorigioco millimetrico fischiato a Lukaku prima del triplice fischio finale, in altri tempi sarebbe stato uno 0-5 senza appelli. C’è il VAR e se ne prende atto, positivamente. Ma si spera che venga utilizzato con tutti e per tutti gli episodi, soprattutto se pochi dubbi… La corsa Champions nerazzurra continua dal secondo posto a quota 7 punti con il Borussia Dortmund, forse ne servono altri 3: l’Inter è ancora viva, ma prima di pensare al Barcellona c’è la SPAL a San Siro, per iniziare.

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