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Porto-Inter (0-0): Inzaghi in trincea per 100′ con un portiere in più

Porto-Inter senza reti significa quarti di finale. Lo 0-0 in Portogallo qualifica la squadra di Inzaghi, che deve solo difendersi dopo l’1-0 di Milano e lo fa alla perfezione, seppur tremando in pieno recupero. Il clean sheet di Onana riassume l’upgrade dell’Inter dopo oltre un decennio senza picchi in Europa. Di seguito l’analisi tattica di Porto-Inter in Champions League

Pre-Game Analysis: il modulo e le scelte di Inzaghi

FORMAZIONE – Ecco il 3-5-2 di partenza dell’Inter scelto da Simone Inzaghi per affrontare il Porto in Champions League: 24 Onana; 36 Darmian, 15 Acerbi, 95 A. Bastoni; 2 Dumfries, 23 Barella, 20 Calhanoglu, 22 Mkhitaryan, 32 F. Dimarco; 9 Dzeko, 10 Lautaro Martinez ©.

In-Game Analysis: sviluppo e lettura di Porto-Inter

HIGHLIGHTS – A 0-0 inoltrato, al 96′ uno strepitoso Onana respinge sul palo il tentativo di Taremi, arrivato dopo il salvataggio sulla linea di Dumfries sulla conclusione di Marcano e prima della traversa di Grujic (ma in fuorigioco, ndr). Infine, al 97′ Pepe Aquino viene espulso, lasciando il Porto in dieci per doppio giallo, entrambi presi nel tentativo di fermare l’ottimo D’Ambrosio.

SOSTITUZIONI – Nel secondo tempo, al 71′, arriva il primo doppio cambio di Inzaghi: fuori Dimarco e Dzeko, dentro D’Ambrosio e Lukaku. Staffetta sulla fascia sinistra e in attacco, come di consueto. Al 74′ ecco il terzo cambio per l’Inter: fuori Bastoni, dentro de Vrij. L’olandese si piazza al centro della difesa facendo scalare Acerbi nel ruolo di terzo sinistro in sostituzione del compagno infortunato. Infine, all’81′ spazio secondo e ultimo doppio cambio nerazzurro: fuori Darmian e Barella, dentro Skriniar e Brozovic. Lo slovacco agisce da terzo destro in difesa mentre il croato si posiziona in cabina di regia con Calhanoglu che chiude da mezzala sinistra.

Player Analysis: focus sul singolo nerazzurro

TOP – Non ci sono più aggettivi per descriverlo, basta il cognome: Darmian (vedi pagelle di Porto-Inter). Scende in campo nuovamente da terzo destro in difesa perché Skriniar non è al meglio dopo due settimane di stop (o perché Inzaghi non si fida più di lui?). Difende contro tutto e tutti. Si prende il giallo inevitabile poco dopo la mezz’ora per un errore di Barella. Continua a difendere contro tutto e tutti. Sembra fermarsi per crampi dopo un’ora abbondante. E va avanti, difendendo contro tutto e tutti. Esce solo quando davvero non ne ha più per evitare di lasciare l’Inter in dieci dopo 84′ da protagonista assoluto. Si traveste da anti-gregario. Monumentale.

Post-Game Analysis: considerazioni finali sulla partita

COMMENTO – L’Inter non fa una partita difensiva, è il Porto a costringere la squadra di Inzaghi a farla. Il possesso palla non manca, la ricerca della profondità nemmeno ma le occasioni latitano. Dover vincere a tutti i costi obbliga il Porto a fare la partita. L’emergenza, che avanza di minuto in minuto, convince l’Inter a non rischiare oltre: lo 0-0 è oro. Allora vale la pena difendere e difendersi. La mossa vincente, alla fine, è D’Ambrosio quinto sinistro. Il 3-5-2 è un 5-3-2, a tratti 5-4-1, ma sempre ordinato. A rendere tutto caotico è il Porto di Sergio Conceicao, che nel finale attacca a pieno organico e si difende con le cattive. La profondità e la qualità della rosa a disposizione di Inzaghi non garantisce il passaggio del turno, al di là di ciò che raccontano gli addetti ai lavori. Mantenere lo 0-0, rischiando solo nell’ultimo minuto di un infinito recupero, è un capolavoro inzaghiano. Calcio, anche se per la prima volta difensivo: l’Inter di Inzaghi anche in trincea è una bella Inter. Ed è clamoroso considerando l’emergenza difensiva (e non solo…).

OSSERVAZIONE – All’Inter basta(va) il pareggio, vero. Ma pensare di uscire dall’Estadio do Dragao con un risultato positivo, soprattutto in queste condizioni, è utopia quasi per tutti. Quasi per tutti ma non per Inzaghi che, senza nemmeno l’infortunato Gosens, si affida alla sua formazione-tipo senza stelle. Fuori Skriniar, Brozovic e Lukaku per scelta, in panchina con Handanovic, de Vrij e Correa. In Portogallo non c’è spazio per i titolarissimi “sulla carta” né per il finto romanticismo. L’Inter sta in piedi fino al 100′ grazie a Onana, portiere aggiunto e già protagonista nella storia nerazzurra. Senza il classe ’96 camerunese difficilmente si sarebbe parlato di quarti di finale in casa Inter. Da questo semplice concetto dovrebbe partire una seria autocritica su quanto fatto negli ultimi anni e ripartire mettendo sempre il collettivo davanti al singolo. Onana avrà anche dei difetti ma è il numero uno dell’Inter di oggi e merita di esserlo senza discussioni né rotazioni: ci sono anche le mani di Onana sull’avanzamento dell’Inter in Champions League. E c’è soprattutto la sua testa da leader, che fa la differenza a certi livelli.

Extra analisi tattica di Porto-Inter (Champions League)

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