Milan-Inter: Spalletti la vince con “Deki” Vecino, scacco matto senza n. 10
L’Inter cancella la delusione per l’uscita dall’Europa League andandosi a riprendere il terzo posto utile per tornare in Champions League: nel 2-3 sul Milan ci sono le firme di Vecino, de Vrij e Lautaro Martinez (su rigore), ma soprattutto quella di Spalletti. La mossa tattica studiata per il centrocampista uruguayano vale tre punti
FORMAZIONE – Ecco l’undici di partenza scelto da Spalletti per affrontare il Milan: Handanovic; D’Ambrosio, de Vrij, Skriniar, Asamoah; Gagliardini, Brozovic, Vecino; Politano, Lautaro Martinez, Perisic.
MODULO – Spalletti sceglie l’Inter migliore dovendo rinunciare a diversi titolari e riserve, qualcuna portata in panchina pur senza la condizione ottimale: la scelta tattica ricade sul 4-3-3 con la doppia mezzala, una più difensiva (Gagliardini) e una più offensiva (Vecino) per ottimizzare il lavoro di Brozovic (fisicamente non al meglio) in regia.
PRIMO TEMPO – L’Inter va subito in vantaggio al 3′ quando Vecino scaraventa in rete un assist aereo di Lautaro Martinez su cross dalla destra di Perisic. La squadra di Spalletti copre benissimo il campo adattandosi ai movimenti del Milan, anche dopo le modifiche tattiche di Gattuso, sfruttando Vecino libero da schemi: il centrocampista uruguayano si alza a mo’ di trequartista (4-2-3-1) per portare pressing, ma quando serve si allarga anche sulla destra (4-4-2) per far stringere Politano a supporto di Lautaro Martinez. Importante per l’evoluzione del gioco nerazzurro l’azione di Gagliardini, che ruota sulla mediana a copertura di Brozovic. Il primo tempo termina 0-1: risultato fin troppo stretto per l’Inter, che avrebbe potuto chiudere con un risultato più rotondo.
SECONDO TEMPO – La ripresa si apre senza modifiche da parte di Spalletti, che chiede un ulteriore sforzo alla sua squadra, sicuramente affaticata dopo la prima frazione. Al 51′ de Vrij svetta di testa in maniera imperiosa su cross di Politano dalla destra, nulla da fare per Donnarumma. Il doppio vantaggio viene subito sprecato perché al 57′ Bakayoko accorcia nella stessa maniera, anticipando di testa tutti i difendenti dell’Inter (in particolare il “fasciato” Gagliardini) sugli sviluppi di una punizione. Spalletti richiama all’ordine l’Inter, che si riversa in attacco soprattutto con Politano, bravo al 67′ a ottenere il rigore realizzato da Lautaro Martinez. Come prima, altro blackout difensivo: al 71′ Musacchio ribadisce in rete una palla respinta malamente da Handanovic, Inter distratta sui calci da fermo. Al 72′ primo cambio per l’Inter: fuori Brozovic, dentro Borja Valero. Lo spagnolo va in cabina di regia. L’Inter migliora nettamente nel giro palla, ma perde in corsa e densità in mezzo al campo. Al 84′ secondo cambio per Spalletti: fuori Politano, dentro Candreva. Solita staffetta sulla fascia destra. Al 89′ il VAR annulla l’espulsione di Conti per un fallaccio su Lautaro Martinez, mentre ad andare fuori è Spalletti. Al 92′ terzo e ultimo cambio per l’Inter: fuori Vecino, dentro Ranocchia. L’italiano si piazza nel centro della difesa diventata a tre (come da immagine sotto allegata, ndr). Nel finale l’Inter si chiude con una difesa a cinque che si schiera in una sorta di 3-4-2-1 con i trequartisti decentrati che in pratica si abbassano a supporto delle mezzali in quello che potrebbe essere un 3-6-1! E la difesa funziona. Il secondo tempo termina 2-3: sofferenza esagerata all’ultimo, ma vittoria meritatissima.
PROTAGONISTA – Contro l’Eintracht Francoforte si è meritato il giudizio di “osceno” per via di una prestazione terribile, contro il Milan non sembra neppure lui: Vecino. Il centrocampista uruguayano agisce da mezzalatrequartistalaesternomediano e chi più ne ha più ne metta: fa tutto e lo fa bene. Quantità e qualità, non eccelsa, ma quanto basta per segnare e andare anche vicino al raddoppio (sprecando malamente…). Spalletti gli ha cucito addosso un ruolo importante, Vecino l’ha reso decisivo. (Esce) Stankovic.
COMMENTO – C’è pochissimo da dire: l’Inter fa la partita e la porta a casa, anche concretizzando poco e regalando fin troppo al Milan. Ma la vince Spalletti, con una mossa: Vecino trequartista in un sistema di gioco senza trequartisti. Privo di Nainggolan, Joao Mario e Borja Valero (quest’ultimo entrato nel finale in qualità di regista basso per far rifiatare Brozovic), Spalletti si re-inventa Vecino a tutto campo in un ruolo alla “Deki” Stankovic dei bei tempi: trequartista di distruzione capace di far gol; mobile da destra a sinistra; presente fino alla mediana. La mossa paga, esalta addirittura Gagliardini, che può fare il suo sporco lavoro difensivo senza preoccuparsi troppo di quello offensivo. Tutta la squadra gira come deve e stringe i denti, ma Spalletti in realtà un numero 10 – non inteso come trequartista – lo ha: Lautaro Martinez gioca per la squadra con una sapienza tattica superiore di partita in partita. L’assist per Vecino lo dimostra, il rigore freddo lo conferma. L’Inter non gioca il derby perfetto, ma era impossibile aspettarsi qualcosa di meglio. Onore a Spalletti, stavolta. E le buone notizie non finiscono qui: adesso c’è la sosta per recuperare gli acciaccati, poi si riparte ospitando la Lazio nella giornata di Roma-Napoli e Sampdoria-Milan, per provare a blindare il terzo posto.