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Inter-Verona: Inzaghi torna al 3-3-4 e domina, togliendo ogni dubbio in tre punti

Inter-Verona segna il ritorno al passato. Da una parte cancella la brutta ma cinica prestazione in casa della Juventus, dall’altra illude di aver ritrovato la formula vincente di fine 2021. Probabilmente siamo ancora a metà strada. Barella e Dzeko, assistiti da Perisic, vanno in rete durante il dominio nerazzurro che dura circa un tempo, poco più. La stanchezza caratterizza la ripresa ma Inzaghi gestisce bene la situazione. Di seguito l’analisi tattica di Inter-Verona

Pre-Game Analysis: la preparazione e le scelte di Inzaghi

FORMAZIONE – Ecco il 3-5-2 di partenza dell’Inter scelto da Inzaghi per affrontare l’Hellas Verona in Serie A: Handanovic; Skriniar, de Vrij, F. Dimarco; Dumfries, Barella, Brozovic, Calhanoglu, Perisic; J. Correa, Dzeko.

Inter-Verona formazione ufficiale
Inter-Verona formazione ufficiale

In-Game Analysis: lo sviluppo e la lettura della partita

HIGHLIGHTS – Nel primo tempo, al 22′ lo splendido cross di Perisic, che sulla sinistra recupera una palla persa malamente dall’ex Bessa, trova Barella in area, a sua volta puntuale nell’inserimento con l’esterno destro che vale il gol, sotto la traversa (1-0). Poi, al 30′ Dzeko raddoppia con un piattone destro sulla spizzata di Perisic, che di testa mette il compagno in porta sul corner battuto da Dimarco (2-0). Nella ripresa, al 73′ Montipò nega la gioia del gol a D’Ambrosio, che vede respingersi la conclusione sul palo prima di finire in calcio d’angolo.

MODIFICHE – Nell’intervallo, quindi al 46′, sul 2-0, arriva il primo cambio obbligato per Inzaghi: fuori de Vrij, dentro D’Ambrosio. L’italiano agisce da terzo destro con Skriniar che scala al centro. Al 59′ ecco il secondo cambio nerazzurro: fuori Correa, dentro Gosens. Il tedesco si posiziona nel ruolo di quinto sinistro, così Perisic avanza in attacco alla destra di Dzeko. Al 66′ doppio cambio per l’Inter: fuori Dimarco e Barella, dentro Bastoni e Vidal. Si tratta di una doppia staffetta tattica. Infine, all’84’ è il turno del quinto e ultimo cambio: fuori Calhanoglu, dentro Gagliardini. L’italiano chiude da mezzala sinistra (come da immagine sotto allegata, ndr).

Inter-Verona formazione finale
Inter-Verona formazione finale

Player Analysis: il singolo decisivo in Inter-Verona visto ai raggi X

PROTAGONISTA – Torna ai suoi livelli e forse esagera anche: Perisic. Troppo evidente il modo con cui il migliore in campo ara la fascia sinistra, prima di spostarsi a destra, che Tudor deve cambiare e poi invertire i suoi esterni. Il doppio assist per Barella e Dzeko giustifica l’8 pieno (vedi pagelle di Inter-Verona). Il croato gioca una partita dominante, come non si vedeva da un po’. Gli riesce tutto facilmente. L’ottimo Montipò si supera per negargli la rete, ma non può nulla quando riveste il ruolo di assistenza. I compagni ringraziano, Inzaghi pure. E i tifosi, che vogliono vincere proprio come Perisic, si chiedono quando verrà annunciato il suo rinnovo… Affamato.

Post-Game Analysis: le considerazioni finali su Inter-Verona

COMMENTO – La mossa tattica di Inzaghi si chiama Dimarco in difesa ma non solo. In attacco Correa parte da destra ma in realtà è praticamente il trequartista che raccorda centrocampo e attacco. Infatti tende spesso a spostarsi a sinistra in “zona Dzeko”, per poi rientrare. Ciò basta per togliere al bosniaco il ruolo ibrido di seconda punta che deve fare a sportellate, tipico di quando gioca con Lautaro Martinez prima punta. Tralasciando i nomi, e quindi le due novità nell’undici titolare, la notizia più importante è un’altra. Il 3-5-2 dell’Inter torna a essere un 3-3-4 con entrambi gli esterni sulla linea degli attaccanti. Oltre a Perisic, su cui è stato scritto anche poco rispetto a ciò che meriterebbe davvero, anche Dumfries ha l’occasione di mettersi in mostra. Solo che l’olandese “fa trenta ma non trentuno”, a differenza del croato. Il ritrovato approccio offensivo dell’Inter di Inzaghi è necessario per dominare il gioco. Basta attendismo, basta paura. Forse è vero che in questo modo non può giocare più di un tempo o comunque non oltre un’ora, come a inizio stagione. Però è più facile gestire un 2-0 nell’ultima mezz’ora quando la partita viene dominata e impostata così. Manca ancora qualche gol all’attivo, ma la strada è quella giusta: è solo questione di ottimizzare la gestione. In base alle possibilità di questa rosa.

OSSERVAZIONE – L’ottimo 2-0 di Inter-Verona può essere analizzato in tre punti. Il primo: le scelte di Inzaghi. Il tecnico nerazzurro fa una scelta precisa, “obbligando” l’Inter a fare la partita senza rischiare di subirla. Per questo ci sono Dimarco, Dumfries e Correa anziché Bastoni, Darmian e Sanchez. La tecnica viene messa in difesa, la fisicità in attacco, lasciando il centrocampo inalterato. Ne esce una grande prestazione su entrambe le fasce ma dominata centralmente. Il secondo: l’approccio della squadra. Per la prima volta in stagione il collettivo viene messo totalmente davanti al singolo. Tutti aiutano tutti, nessuno rimane indietro. Ed è questo il motivo per cui non ci sono insufficienti. L’Inter si ripresenta al suo pubblico come “macchina perfetta” pur senza esserlo, oggettivamente. Il terzo: il calendario della Serie A. Battere il Verona a San Siro magari non è un’impresa, ma riuscire ad avere la meglio contro una squadra così “fastidiosa” resta complicato. E il Milan è atteso dalla trasferta veronese. In attesa di recuperare la trasferta di Bologna, l’Inter può iniziare a pensare a quella di La Spezia con il bicchiere tutto pieno. La brutta – ma vincente – prestazione di Torino poteva significare poco. Invece a Milano, stanchezza a parte, una bellissima Inter torna a proporre il calcio che sa. Ed ecco perché sono importanti questi tre punti: non per calcolare la classifica virtuale ma per tornare a valutare quella reale. L’Inter deve tornare a scandire il ritmo (della rimonta in vetta).

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