Inter-Udinese: Conte testa un nuovo vice-Brozovic ma ritrova vecchie certezze
L’Inter chiude con il botto. L’ultima partita stagionale termina con un nettissimo 5-1 che porta addirittura cinque firme diverse: Young, Eriksen, Lautaro Martinez su rigore, Perisic e Lukaku. Conte dà spazio a molte seconde linee ma non molla di un millimetro. Il primo cambio obbligato rimette un po’ di ordine agli esperimenti mediani di fine stagione senza Brozovic. Ecco l’analisi tattica di Inter-Udinese
PRESENTAZIONE PRE-PARTITA
FORMAZIONE – Ecco l’undici di partenza scelto da Conte per affrontare l’Udinese in Serie A: Handanovic; D’Ambrosio, Ranocchia, Bastoni; Hakimi, Vecino, Gagliardini, Sensi, Young; Pinamonti, Lautaro Martinez.
MODULO – L’ultima Inter stagionale di Conte chiude ovviamente con il 3-5-2, ma la grande novità è la scelta davanti alla difesa. In assenza di Brozovic, c’è Gagliardini a fare da perno.
RESOCONTO PARTITA
PRIMO TEMPO – L’Inter gioca con un baricentro altissimo, grazie ai quinti che agiscono quasi da esterni di attacco e le mezzali al loro seguito, con Gagliardini che funge da perno centrale in mezzo al campo. All’8′ sulla sinistra bella triangolazione (con deviazione) tra Young e Lautaro Martinez, che termina con lo scavetto vincente dell’esterno inglese al suo primo gol stagionale. Buone trame dell’Inter in velocità. Lautaro Martinez si esalta con qualche giocata individuale. Al 39′ primo cambio obbligato per Conte: fuori Sensi (infortunato), dentro Eriksen. Il danese agisce da regista, facendo quindi allargare Gagliardini nel ruolo di mezzala sinistra. E al 44′ proprio Eriksen su punizione (deviata) buca Musso dal limite dell’area. Il primo tempo termina 2-0: Inter concreta, Udinese più nervosa che battagliera.
SECONDO TEMPO – La ripresa viene aperta dalla staffetta concordata con Conte tra i pali: fuori Handanovic, dentro Padelli. Il terzo portiere fa il suo debutto stagionale prima dell’addio. Al 55′ Lautaro Martinez spiazza Musso su rigore, guadagnato da uno straripante Hakimi. Al 57′ doppio cambio per l’Inter: fuori Hakimi e Lautaro Martinez, dentro Perisic e Lukaku. Il croato si posiziona largo a sinistra e Young si sposta a destra, il belga agisce da centravanti. Al 64′ splendido gol di Perisic, che di destro la mette a giro su assist di Vecino, bravo nel ripartire velocemente palla al piede. Al 65′ quinto e ultimo cambio per Conte: fuori Pinamonti, dentro Sanchez. Il cileno agisce alla sinistra di Lukaku (come da immagine sotto allegata, ndr). Al 71′ Sanchez colpisce il palo, che a sua volta colpisce Lukaku che segna di mento senza rendersene conto. Infine, al 79′ Pereyra spiazza Padelli su rigore, assegnato dal VAR per un tocco di mano di Eriksen. Il secondo tempo termina 5-1: lo spettacolo non è mancato, nonostante l’aria di festa.
CONSIDERAZIONI POST-PARTITA
PROTAGONISTA – Tra i “partenti”, il meno atteso forse è quello che ha reso più di tutti: Young. L’esterno inglese inizia a sinistra e chiude a destra. E gioca la miglior partita stagionale. Il gol segnato alla prima occasione utile gli permette di coronare un’avventura nerazzurra da sogno. Ed entrare nella lista dei marcatori di questa stagione vincente. Inter-Udinese forse è stata l’ultima partita di Young in Italia, cos’aggiungere? Grazie di tutto. Campione (non solo d’Italia).
COMMENTO – Non c’è molto da analizzare in una partita di fine stagione, dominata dal 1′ al 90′ probabilmente contro ogni pronostico. La festa doveva essere solo dopo il triplice fischio finale, non prima… L’Inter chiude come meglio non può la sua stagione trionfale in Serie A e Conte sfrutta l’occasione per un test: Gagliardini perno di centrocampo in assenza di Brozovic. Le prove durano meno di 40′, quando Sensi è costretto a uscire dal campo ed Eriksen prende il suo posto in campo e quello di Gagliardini in cabina di regia. Risultati? 1-0 con Gagliardini vice-Brozovic, 4-0 con Eriksen, che tra l’altro va subito al gol. Da fermo. Su punizione guadagnata dalla mezzala… Gagliardini. Tradotto: meglio lasciare tutto come prima. Le nuove “vecchie” certezze di Conte si chiamano Eriksen davanti alla difesa, Perisic esterno sinistro a tutta fascia e Lukaku riferimento assoluto in attacco, a prescindere da chi gli gioca intorno. Manca solo de Vrij dietro ma Ranocchia si comporta benissimo. Questa non è la base vincente, bensì quella che garantisce il salto di qualità a una squadra forte ma non senza punti deboli. L’Udinese non può nulla e ci mancherebbe. Vittoria meritata, scudetto strameritato e record su record: la stagione 2020/21 finisce così. Con la speranza che la prossima inizi con le stesse certezze, a partire da Conte in panchina. Ora per tutti un po’ di meritato riposo, da Campioni d’Italia in carica.