Analisi tattica

Inter-Udinese: 11 vs. 10 sofferto, asse Godin-Sensi premia l’idea di Conte

L’Inter cala il tris e lo fa ancora con la firma di Sensi, che prende tutta la scena in questo avvio di stagione in Serie A. L’1-0 casalingo contro l’Udinese può già essere uno spartiacque importante della gestione Conte, che intuisce le due mosse anti-Tudor. Godin debutta a San Siro con un assist

FORMAZIONE – Ecco l’undici di partenza scelto da Conte per affrontare l’Udinese: Handanovic; Godin, de Vrij, Skriniar; Candreva, Barella, Brozovic, Asamoah; Politano, Sensi; Lukaku.

Inter-Udinese Formazione Ufficiale
Inter-Udinese Formazione Ufficiale

MODULO – E alla terza Conte cambiò. Se n’è parlato tanto in settimana ed effettivamente l’Inter scelta per sfidare l’Udinese mette momentaneamente in stand-by il 3-5-2: spazio al 3-4-2-1, in cui il doppio trequartista alle spalle dell’unica punta è atipico per caratteristiche e fisicità.

PRIMO TEMPO – Inter aggressiva e velocissima, al 4′ Politano colpisce il palo con un diagonale da fuori area. Difesa alta in costruzione, in avanti stupisce la posizione di Sensi che – affiancando Politano alle spalle di Lukaku – fa più da trequartista mancino votato all’attacco che il raccordo con il centrocampo. Dopo una prima parte approcciata con il piede sull’acceleratore, da segnalare una fase di confusione in ripiegamento: troppo disordine e superficialità, il giallo a Barella ne è l’evidenza. Al 35′ espulso de Paul per uno schiaffo a Candreva osservato attraverso il VAR, Inter in superiorità numerica contro un Udinese sempre più chiusa e quindi bassissima. Al 44′ l’Inter sblocca la partita nel modo meno attesa: cross di Godin, torsione in area di Sensi che segna di testa. Il primo tempo termina 1-0: l’asse Godin-Sensi regala una gioia a Conte, quello de Paul-Candreva pure.

SECONDO TEMPO – La ripresa si apre con un cambio immediato: fuori Barella (ammonito), dentro Gagliardini. Tatticamente non cambia nulla, l’idea di Conte è ridare tranquillità alla linea mediana. L’Inter fa possesso palla e costruisce la manovra con pazienza e più tocchi, potendo gestire il doppio vantaggio (di risultato e di uomini in campo). Al 65′ secondo cambio per Conte: fuori Lukaku, dentro Lautaro Martinez. Staffetta nel ruolo di prima punta. Migliora il gioco spalle alla porta, merito dell’argentino (ma anche demerito del belga, che scende in campo con un dolore alla schiena che ne limita le giocate per oltre un’ora). Al 79′ terzo e ultimo cambio per l’Inter: fuori Politano, dentro Sanchez. Il cileno affianca Lautaro Martinez in attacco, l’Inter torna al 3-5-2 con Sensi mezzala (come da immagine sotto allegata, ndr). Il pallino del gioco è sempre nelle mani dell’Inter, nonostante qualche rischio di troppo per leziosità. Buone le trame in attacco, pur senza riuscire a trovare il raddoppio. Il secondo tempo termina 1-0: altri tre punti importanti per l’Inter di Conte che resta a punteggio pieno.

Inter-Udinese Formazione Finale
Inter-Udinese Formazione Finale

PROTAGONISTA – Facile premiare sempre Sensi, che se lo merita e se lo meriterebbe, per questa occasione allarghiamo la prospettiva a chi ha dato l’input per il gol: Godin. L’esperto centrale uruguayano debutta a San Siro. Dal primo minuto. Nella difesa a tre. Sul centro-sinistra. Al posto del “terzino” D’Ambrosio. Ci sono tutti i presupposti per immaginare qualcosa di diverso, molto più difensivo. Invece Godin blocca tutti, spinge quando deve e trova l’assist per l’1-0 che regala all’Inter i tre punti. Cosa chiedere di più? Leader.

COMMENTO – La notizia è che si può vincere anche quando ci sono tutti i fantasmi che spingono verso il passo falso. L’Inter di Conte rimane in vetta e lo fa stravolgendo il suo credo calcistico delle prime due giornate. L’ottima mezzala sinistra Sensi viene messa a fare la mezzapunta: idea di Conte che lascia tutti in dubbio fino al 44′. Poi il fatto che trovi il gol proprio di testa sembra uno scherzo (bello eh!) del destino. Per non parlare di Godin, di cui si è già detto tutto poco sopra: de Vrij torna in campo e regge la difesa praticamente da solo, ma il contribuito dato dal nuovo numero 2 è di quelli che fanno la differenza. Lo può aver notato anche D’Ambrosio, che schierato da terzo di difesa dovrebbe garantire più qualità nella manovra rispetto a un centrale purissimo… E che dire di Candreva, che passa dall’essere il quinto di destra a diventare il quarto. La differenza sembra minima, ma non lo è: c’è un uomo in meno a coprirgli le spalle e più zolle di terreno a cui badare in tutte le direzioni. Inter-Udinese dice questo e anche altro. Dice che l’espulsione di de Paul (unico “top player” dell’Udinese) nel momento migliore dei bianconeri è una manna dal cielo per ristabilire l’ordine e permettere di trovare il vantaggio anziché persistere nella sofferenza sulla linea mediana. Aver giocato oltre un’ora in superiorità numerica non va considerato poco degno di osservazione: l’Inter in undici contro dieci non domina, però continua ad approcciare come avrebbe voluto fare per larghi tratti anche in parità numerica. Con i se e i ma non si va da nessuna parte, pertanto non ci interessa sapere come sarebbe andata se de Paul non fosse stato così ingenuo da farsi espellere… Inter-Udinese dice che tre punti sono sempre tre punti anche senza averli ottenuti in scioltezza. Dice che l’Inter di Conte è ancora operaia, umile e saggia. Non bellissima da vedere, ma questa chicca è ingiusto chiederla ora. Conte deve recuperare il terreno perso in estate per colpe non sue. Prima di rimettere a posto atleticamente e tatticamente tutta la squadra passerà ancora del tempo. Meglio farlo con nove punti in cascina anziché sette, sei o addirittura meno. Il lavoro silenzioso continua, senza dover banalizzare nulla né estremizzare tutto. I segnali sono positivi: adesso testa al debutto in Champions League, poi il derby in “casa” del Milan.

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