Inter-Torino: Conte butta un’ora, poi arriva il poker finale contro nessuno

CONSIDERAZIONI POST-PARTITA

PROTAGONISTA – Scegliere il migliore dopo una rimonta simile non è facile né scontato, per questo bisogna guardare oltre e premiare soprattutto chi ha cambiato marcia: Vidal. Fino allo 0-2 la prestazione del centrocampista cileno è in linea con quella dei suoi compagni. Anzi, considerando la richiesta tattica fattagli da Conte (non più “stai fermo lì” davanti la difesa, bensì “attacca lì” a ridosso delle punte), anche più deludente. Poi succede qualcosa e c’entrano poco le sostituzioni e/o le modifiche del tecnico. A cambiare se stesso è Vidal. Aggredisce gli avversari, ruba palla e manda in rete i compagni. Ripete questo copione incurante dell’arbitro, che magari avrebbe anche potuto ammonirlo in un’occasione per via della “foga” agonistica smisurata. Un altro Vidal, un’altra Inter. Lunatico.

COMMENTO – Il 4-2 di Inter-Torino segna drammaticamente le due fasi vissute in casa nerazzurra. La prima, che dura più di un’ora. Lo 0-2 del Torino è meritato, perché l’approccio dell’Inter è imbarazzante. La formazione scelta da Conte è una provocazione che va oltre il concetto di turnover in vista del Real Madrid. Due difensori su tre sono riserve. E la rotazione singola scelta a centrocampo e attacco mette tutto il peso tecnico sulle spalle di Sanchez. Anzi, sui suoi piedi: gol-flash dell’1-2 a parte (grazie alla traversa del solito Lukaku), l’esperimento fallisce. Poi arrivano i cambi ed entrano i titolari. Nel frattempo esce il Torino. Sparisce del tutto. Arrivano altri tre gol che potevano essere sei. Poco importa. Stavolta non si può dire che Conte abbia sbagliato la lettura della partita, tutt’altro: la formazione titolare l’ha schierata solo nel finale. Ed è una fortuna che l’1-2 sia arrivato subito, altrimenti i primi cambi sarebbero arrivati sullo 0-2 con meno margini per recuperare il doppio svantaggio. C’è poco da soffermarsi sulla reazione, perché il Torino visto a San Siro è davvero poca roba. Pur avendo tutte le attenuanti del caso. L’Inter firma il 4-0 in circa 26′ giocando contro nessuno, allora com’è stato possibile vedere quello 0-2 in metà del tempo precedente? Su questo bisogna lavorare, senza fare altre chiacchiere. Soprattutto se non sono costruttive, né pre né post-partita. Aver buttato la prima ora di gioco non può essere giustificato dal poker finale. Conte ha scelto i giocatori con cui affrontare questo filotto di partite, da non fallire. Contro il Real Madrid servirà l’Inter dell’ultima mezz’ora, ma già dal 1′ e per tutta la durata della gara. Altrimenti sarà fallimento europeo già a novembre. Non ci sono margini per altri esperimenti, in campo vadano solo i titolari dentro il progetto. Al resto si penserà solo dopo. Di Inter-Torino salviamo solo i tre punti… e le dichiarazioni di Lukaku a fine partita. La “grande squadra” va ancora costruita, servirà tanto lavoro per riuscirci.