Analisi tattica

Inter-Slavia Praga: Brozovic ingabbiato e 0 sbocchi, Conte tarda le modifiche

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Brutto stop casalingo per l’Inter nel debutto stagionale in Champions: il gol di Barella in pieno recupero permette solo di strappare un 1-1 insperato contro uno Slavia Praga molto più meritevole e organizzato tatticamente. Conte viene “tradito” dai suoi punti fermi, Brozovic annullato dai cechi blocca tutta la squadra

FORMAZIONE – Ecco l’undici di partenza scelto da Conte per affrontare lo Slavia Praga: Handanovic; D’Ambrosio, de Vrij, Skriniar; Candreva, Gagliardini, Brozovic, Sensi, Asamoah; Lukaku, Lautaro Martinez.

Inter-Slavia Praga Formazione Ufficiale

MODULO – Dopo il 3-4-2-1 visto contro l’Udinese, l’Inter torna al 3-5-2 recuperando l’assetto delle prime due giornate: D’Ambrosio fa il terzo di difesa e Sensi la mezzala mancina, Lautaro Martinez agisce da punta atipica e l’idea è fare gioco in verticale allargandolo il più possibile sulle corsie laterali.

PRIMO TEMPO – Per la prima volta in stagione l’Inter è piuttosto lenta nella manovra. Prova a giocare in verticale senza trovare grandi spazi, infatti il centrocampo viene by-passato troppo spesso da lanci difensivi (soprattutto a opera di de Vrij) perlopiù imprecisi e le fasce non vengono sfruttate a dovere. Brozovic troppo distratto e sottotono nella prima mezz’ora, perde palloni non da lui perché costantemente pressato. Il tipo di “costruzione” più pericoloso dell’Inter è quello da palla inattiva: punizione di Sensi per la testa dei saltatori (de Vrij e D’Ambrosio sprecano a tu per tu con il portiere ceco). Solito pressing da parte delle due punte, ma inconcludente visto che è finalizzato a bloccare la costruzione della manovra avversaria nei primissimi metri di campo, di fatto non si creano vere occasioni da gol. Il primo tempo termina 0-0: poca qualità, ancor meno idee.

SECONDO TEMPO – La ripresa si apre senza modifiche. Al 49′ primo cambio forzato per Conte: fuori Candreva, dentro Lazaro. L’austriaco debutta ufficialmente con l’Inter come esterno destro a tutta fascia. La manovra non si sblocca, sempre troppo schiacciata e limitata a lanci o comunque palle alte che non permettono di avanzare. Al 63′ dormita difensiva collettiva che permette ad Olayinka di segnare dopo la ribattuta di Handanovic, inspiegabile una superficialità simile in marcatura. L’Inter accusa il colpo e non riesce a reagire costruendo azioni degne di nota. Al 71′ doppio cambio finale per l’Inter: fuori Brozovic e Lautaro Martinez, dentro Barella e Politano. In regia scala Sensi con i due connazionali a fare le mezzali, Politano supporta Lukaku agendo da destra verso sinistra (come da immagine sotto allegata, ndr). L’ingresso di Politano rianima l’Inter in attacco, ora più pericolosa e capace di saltare l’uomo sulla trequarti grazie al continuo oscillare da destra verso sinistra. E Politano riesce a farsi fare fallo per prendere punizioni pericolose. Al 92′ traversa di Sensi su punizione dal limite e ribattuta vincente di Barella – anche sporca – che in diagonale la mette in rete. L’assedio finale non porta altri frutti. Il secondo tempo termina 1-1: evitato un guaio peggiore in pieno recupero, ma così non va.

Inter-Slavia Praga Formazione Finale

PROTAGONISTA – Dopo tre partite positive nel risultato, a confermarsi a livello di prestazione è il solito Sensi, ma stavolta bisogna porre l’attenzione su ciò che non ha funzionato: Brozovic. Il croato è autore di una prestazione terribile nella prima metà di tempo, prova a reagire ma soccombe dentro la gabbia dello Slavia Praga e nella ripresa non ha più spunti, finché Conte non lo solleva dall’incarico in cabina di regia. Non è un caso che la prestazione dell’Inter svolta con Sensi nel motore e Barella a fare il resto. Brozovic confusionario e superficiale. Irriconoscibile.

COMMENTO – Conte fa mea culpa, ma non entra nel dettaglio del vero errore fatto. La tattica c’entra poco, il problema è tutto a livello di motivazioni. Il grande errore di Conte è aver rinunciato a Godin, creando il primo alibi europeo alla squadra: in campo è sceso il solito gruppo impreparato all’evento, probabilmente ancora non all’altezza della situazione, e infatti affondato al primo problema (il gol regalato). E incapace di reagire. Il gol segnato da Barella può rientrare nella “casualità”, pur dovendo evidenziare i meriti della coppia Politano-Sensi. Un’Inter in difficoltà dal 1′ perché lo Slavia prepara la partita perfetta: ingabbiato il regista (Brozovic) e chiusa ogni linea di passaggio, la squadra di Conte non ha mezzo sbocco per far avanzare la manovra. Zero, tutto chiuso. Passaggi all’indietro, giro palla verticale, tutto abbastanza macchinoso e talvolta rischioso. L’Inter non avanza e, quando riesce a trovare un pertugio, si deve fermare perché non è in grado di saltare l’uomo. Demeriti propri, sì. E meriti altrui, perché il pressing e i raddoppi dei calciatori cechi annullano l’Inter. Il centrocampo non gira se non quando si illumina Sensi (ottimo sia da mezzala sia da regista) e solo Barella innalza il livello sotto forma di grinta. Grinta, appunto. Quella che è mancata all’Inter priva di Godin in difesa. Senza neppure Vecino a centrocampo e Sanchez in attacco. Grinta e qualità, oggi assenti. E lo Slavia merita, anzi, il punto portato a Praga è anche poco per quanto visto a San Siro. C’è da riflettere, più sul collettivo che sui singoli. Perché i cambi di Conte sono giusti (Brozovic e Lautaro Martinez i peggiori in campo per atteggiamento, non per qualità), ma tardivi. E non c’entra il gol subito: Conte avrebbe dovuto stravolgere l’assetto tattico dell’Inter già dopo la mezz’ora del primo tempo, una volta constatata la gabbia intorno a Brozovic. Più che sostituzioni, un cambio di modulo in corso o semplicemente di posizioni. Brozovic più avanzato per liberarsi dalla marcatura asfissiante dei cechi, Sensi subito basso oppure Gagliardini messo davanti alla difesa viste le difficoltà nella doppia fase da mezzala. Accorciare il centrocampo da cinque a quattro, rinfoltendo la trequarti per provare a tenere bassa la difesa dello Slavia, che a tratti chiude in due mandando in avanti sei giocatori sulla stessa linea a supporto delle due punte molto mobili. Dettagli che Conte avrà notato a partita in corso, ma senza voler mettere mano al suo 3-5-2, che nelle altre occasioni ha portato alla vittoria con pazienza. Stavolta non è andata così. Un’Inter bruttissima nel suo debutto europeo, c’è poco da aggiungere. Un punto guadagnato nella corsa all’Europa League (terzo posto), due punti persi in ottica ottavi di Champions (almeno secondo posto). I prossimi due impegni diranno per che tipo di obiettivo concorrerà l’Inter, ma oggi non si può essere soddisfatti, per nulla.

Pubblicato da
Andrea Turano

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