Analisi tatticaPrimo Piano

Inter-Pisa: Eriksen funziona anche da “10” con due esterni da Champions

Inter-Pisa chiude il pre-campionato flash dell’Inter di Conte, che a San Siro non risparmia un nettissimo 7-0 agli ospiti. In gol Lukaku, Gagliardini, Eriksen (doppietta) e Lautaro Martinez (tripletta). Gli esperimenti in vista della Fiorentina riguardano soprattutto la difesa in cerca di regia. Interessante anche il quintetto di centrocampo a oggi titolare, perché il danese a muovere i fili tra Hakimi e Perisic è un’altra cosa. Ecco alcune considerazioni tecnico-tattiche dopo i 90′ di Inter-Pisa

MODULO – L’Inter di Conte conclude il suo pre-campionato con un test che pensa già alla Fiorentina. Il 3-4-1-2 proposto prevede nuovamente Eriksen nella posizione più avanzata del centrocampo, quella che fa da collante tra i quattro centrocampisti e i due attaccanti.

PRIMO TEMPO

FORMAZIONE – Inter (3-4-1-2): Handanovic; D’Ambrosio, Bastoni, Kolarov; Hakimi, Barella, Gagliardini, Perisic; Eriksen; Lukaku, Lautaro Martinez.

HIGHLIGHTS – Al 5′ Lukaku deve solo appoggiare in rete l’assist di Perisic dalla sinistra (1-0). Gagliardini da fuori area all’11’ trova la rete su sponda di Lukaku (2-0). Al 16′ Lautaro Martinez di testa è puntuale sul cross di Gagliardini dalla destra (3-0). Eriksen al 20′ di destro trova la conclusione vincente su assist di Hakimi dalla destra (4-0). Al 35′ azione personale di Lautaro Martinez, che sterza e incrocia per la doppietta personale (5-0). Lautaro Martinez al 38′ firma la tripletta spingendo in rete l’assist perfetto di Hakimi dalla destra (6-0). E infine, nella ripresa, al 74′ Eriksen segna addirittura di testa su cross di D’Ambrosio dalla destra (7-0).

DIFESA – La linea a tre testata è probabilmente quella del debutto stagionale in Serie A. La novità è Bastoni centrale in regia, compito che gli riesce bene nel primo test vista l’emergenza difensiva (de Vrij è squalificato, Godin prossimo a firmare con il Cagliari e Ranocchia in bilico, ndr). Ai suoi lati D’Ambrosio sulla destra spinge anche oltre il consentito, mentre Kolarov sul centro-sinistra è ordinato nelle giocate pur evitando di sganciarsi in avanti finché non cambia posizione al 66′, quando viene impiegato da centrale puro e avanza con più regolarità. In porta mai chiamato in causa Handanovic, sostituito a inizio ripresa da Radu, molto attento quando impegnato dagli avversari in un paio di occasioni.

CENTROCAMPO – La marcia in più della nuova Inter di Conte è nella linea mediana, rinnovata sulle fasce. Hakimi sulla destra è un treno e non è un modo di dire, perché la facilità di corsa e di cross per il nuovo arrivato è imbarazzante per i predecessori. Ottima anche la prova del rientrante Perisic sulla sinistra fino al 66′ (e poi sulla destra), fascia dove comunque si attacca meno per scelta, che parte dalla costruzione. In mezzo l’affiatamento della coppia mediana formata da Barella e Gagliardini continua dopo il finale della passata stagione, anche se bisogna sottolineare l’inconsistenza del pressing avversario. Sulla trequarti non stupisce la prestazione di Eriksen, chiamato a fare il “numero 10” che parte centralmente e arretra da mezzala per garantire il passaggio in corsa al 3-5-2 facendo densità sulla linea mediana, anche se i lampi giungono con tempi dettati dalla pazienza. E forse non è un caso l’inserimento che fissa il risultato sul 7-0, dopo aver arretrato notevolmente il raggio d’azione per ottimizzare la manovra della squadra.

ATTACCO – La coppia offensiva continua a essere una certezza. Anche in questa occasione Lukaku capitalizza in rete la prima vera occasione della sua partita e poi si “limita” a giocare per la squadra, accentrando la manovra nel tentativo di farla salire con tutti gli effettivi. La giocata riesce perché gli esterni hanno delle praterie da attaccare e Lautaro Martinez, bravo a seguire i movimenti del compagno di reparto, può segnare in tre modi diversi. Il gioco dell’Inter passa da qui.

SECONDO TEMPO

MODIFICHE – Oltre al cambio immediato in porta, dal 66′ in poi Conte si affida a un’altra formazione diversa per metà, frutto di una girandola di ben cinque cambi: Radu; D’Ambrosio, Kolarov, Pirola; Perisic, Agoumé, Gagliardini, Dalbert; Eriksen; Salcedo, Sanchez. Solito ingresso più maturo della sua età per Pirola, che sul centro-sinistra dimostra di essere il doppione perfetto di Bastoni nella fase di test. Più timido Agoumé, che da mediano cerca di non complicarsi la vita giocando semplice. Sulla sinistra Dalbert non fa mancare il suo apporto in fase di spinta ma senza curare troppo l’ordine. In avanti Sanchez e Salcedo si interscambiano invano al fine di rendersi pericolosi, soprattutto per favorire le avanzate del cileno sulle verticalizzazioni che lo coinvolgono.

COMMENTO FINALE – Vedere l’Inter giocare bene a calcio, anche se si tratta solo di un’amichevole di fine estate contro un squadra di Serie B, è una boccata di ossigeno dopo settimane di critiche e polemiche. La filosofia di Conte resta immutata ma le idee messe in campo migliorano di partita in partita. Conte lancia la formazione “anti-Fiorentina” in attesa di novità dal mercato (Vidal è in arrivo… ma al posto di chi giocherà?). E dopo i cambi, c’è da dire che ne lascia un’altra in panchina: Padelli; Ranocchia, de Vrij, Skriniar; Young, Nainggolan, Brozovic, Sensi e tutti gli altri esuberi nemmeno convocati (vedi editoriale). La situazione in casa Inter è piuttosto chiara. C’è chi è di troppo. E chi è troppo poco. Ad esempio in difesa: chi è il vice-de Vrij? Conte ha testato Bastoni per 65′ e Kolarov 25′, ottenendo ottimi feedback da entrambi. E considerando che i due si alterneranno sul centro-sinistra, averli anche come alternativa in mezzo è un bene. Ma sul centro-destra di chi è la maglia? Se dopo l’addio di Godin (ormai prossimo al Cagliari) Skriniar venisse scalzato anche da D’Ambrosio, che spinge come un dannato “nonostante” Hakimi, il mercato potrebbe dire ancora molto. E non ovviamente in riferimento al probabile arrivo del jolly Darmian.

Nel frattempo il campo parla nel reparto mediano, dove la coppia Hakimi-Perisic sulle fasce rappresenta la Champions League dopo un’annata di Europa League firmata Candreva-Asamoah (prima), D’Ambrosio-Biraghi (durante) e Moses-Young (dopo). Il livello sulle corsie laterali è tornato medio-alto senza investire cifre stellari. Il croato per il momento rimane per giocare (ma è sul mercato come tutti quelli non considerati indispensabili, ad esempio il connazionale Brozovic o l’altro figliol prodigo Nainggolan). A giovarne è soprattutto Eriksen, schierato sulla trequarti, dove può finalmente duettare a turno con compagni di reparto di livello adeguato. Il danese, pur mantenendo ritmi non elevati (e non va bene, soprattutto vista la ripresa di Sensi…), da fermo e a occhi chiusi riesce a lanciare in ripartenza i compagni più offensivi. Eriksen fa il “10” a tutto campo e adesso bisogna capire solo se Conte pensa che possa farlo – e meglio – affiancandogli Vidal (al posto di Gagliardini). Oppure se il cileno lo farà al suo posto. Ipotesi che non avrebbe motivo di esistere dopo aver visto le prime prove su Eriksen e Sensi alti, ma soprattutto Nainggolan basso. Bisognerà aspettare un po’ per capire le reali intenzioni di Conte.

Intanto è giusto sottolineare i miglioramenti anche a centrocampo e sulle fasce. Dopo un’annata in cui si salvava solo la coppia offensiva e la spina dorsale formata dall’asse de Vrij-Barella. L’Inter di Conte si presenta ai nastri di partenza della Serie A con la possibilità di essere la favorita al titolo in attesa della chiusura del mercato (5 ottobre): l’innesto di Hakimi alza il livello vertiginosamente, quello di Kolarov aiuta così come il ritorno di Perisic, ma le speranze di vedere grandi cose potrebbero passare proprio dalla contemporanea presenza di Eriksen e Vidal a centrocampo. Giusto che Conte ci pensi, adesso.

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