Analisi tattica

Inter-Parma: Conte paga un blackout di 4′ e scopre di essere de Vrij dipendente

L’Inter arresta la sua corsa. O meglio, la rallenta senza sfruttare il passo falso della Juventus a Lecce. A San Siro contro il Parma i gol di Candreva e Lukaku aprono e chiudono un 2-2 in cui la squadra di Conte è costretta a inseguire sotto i colpi dell’ex Karamoh. Male l’Inter senza de Vrij, malissimo Brozovic in versione scarica. L’ingresso dell’olandese nella ripresa cambia volto a tutti. Ecco l’analisi tattica di Inter-Parma

PRESENTAZIONE PRE-PARTITA

FORMAZIONE – Ecco l’undici di partenza scelto da Conte per affrontare il Parma: Handanovic; Skriniar, Godin, Bastoni; Candreva, Gagliardini, Brozovic, Barella, Biraghi; Lukaku, Lautaro Martinez.

Inter-Parma Formazione Ufficiale
Inter-Parma Formazione Ufficiale

MODULO – Un’altra Inter rimaneggiata per via degli indisponibili e la stanchezza accumulata, ma non cambia il 3-5-2 di partenza. Conte è costretto a far rifiatare de Vrij e Asamoah, perdendo di fatto il doppio regista nella costruzione dal basso e l’affidabile doppia fase sulla fascia sinistra.

RESOCONTO PARTITA

PRIMO TEMPO – L’Inter parte forte attaccando a pieno organico, ma il Parma sembra aver preparato bene la partita perché chiude bene gli spazi e aggredisce i portatori di palla. Il movimento a uscire dei tre centrali difensivi di Conte non sono seguiti dalla linea mediana, un po’ più disordinata e impacciata del solito. L’Inter va in vantaggio quasi a sorpresa al 23′, quando Candreva trova il gol con un tiro dal limite sugli sviluppi di un calcio d’angolo, ma è decisiva la doppia deviazione della difesa del Parma. Neanche il tempo di esultare e al 26′ il Parma pareggia con una grande conclusione da fuori area dell’ex Karamoh, bravo a sfruttare una palla persa malamente da Brozovic (retropassaggio all’avversario). L’Inter inizia a soffrire le ripartenze del Parma e al 30′ un altro errore di Brozovic in disimpegno permette a Karamoh di bruciare tutta la difesa dell’Inter sulla fascia destra (lato Bastoni-Biraghi) e mandare Gervinho in gol, libero di calciare di prima nell’angolino. L’1-2 del Parma mette in crisi l’Inter, che soffre e sbaglia in tutti i reparti. Particolarmente negativa la prestazione di Brozovic davanti alla difesa che complica la già non ottima prova di Godin da centrale a tre. La poca concretezza inizia a diventare paura di fare. E il Parma controlla bene, limitando le giocate dell’Inter. Il primo tempo termina 1-2: bastano tre minuti per perdere il vantaggio e quattro per inseguire, tutto in salita.

SECONDO TEMPO – Nessuna modifica a inizio ripresa, ma l’Inter scende in campo con tutt’altro piglio. Al 51′ grande giocata di Lukaku nell’area piccola, dove si gira e riesce ad andare in gol su assist di Candreva dalla destra, ma la segnalazione di fuorigioco è tempestiva… però è errata, infatti il VAR convalida il pareggio al 56′ dopo cinque minuti di attesa! Segna Lukaku, che cresce di minuto in minuto. Si riaccende anche Brozovic, di nuovo attento nella doppia fase di gioco. Le squadre si allungano e ci sono più spazi da attaccare. Al 65′ primo cambio per l’Inter: fuori Godin, dentro de Vrij. L’olandese si piazza al centro della difesa, Conte opta per la costruzione dal basso così da cercare di arrivare in porta attraverso la qualità della manovra. Al 73′ secondo cambio per Conte: fuori Lautaro Martinez, dentro Esposito. Il classe 2002 italiano debutta agendo alla sinistra di Lukaku. Adesso è l’Inter che fa la partita senza soffrire più un Parma ormai stanco e senza troppe idee. All’84 terzo e ultimo cambio per l’Inter: fuori Gagliardini, dentro Politano. Il numero 16 gioca da trequartista dietro le due punte in un 3-4-1-2 finale (come da immagine sotto allegata, ndr). Nell’assedio finale l’Inter fa un doppio grave errore, ovvero lasciare tutto nei piedi di Politano e nella voglia di strafare di Esposito. Ne esce fuori il disordine negli ultimi venticinque metri, che di fatto annulla l’ordine e la precisione delle giocate che arrivano da dietro. Esposito e Lukaku vanno sugli stessi palloni giocando uno a ridosso dell’altro, Politano non si accende né accende i compagni. Il secondo tempo termina 2-2: due punti persi in casa, pesanti, ma la notizia negativa sono gli alibi dati a Conte, che non può fare altri miracoli così.

CONSIDERAZIONI POST-PARTITA

PROTAGONISTA – Tocca ripetersi e in questo caso non per analizzare una vittoria, ma ormai l’Inter non può più fare a meno del suo faro: de Vrij. Il centrale olandese entra nella ripresa per mettere ordine dietro, e ci riesce. Ma anche per permettere alla squadra di impostare meglio l’azione, e ci riesce. Conte probabilmente gli avrà chiesto anche il gol di testa su calcio d’angolo, e per poco non riusciva anche quello. L’Inter con de Vrij in campo cambia totalmente volto, risultando più concreta in entrambe le fasi di gioco. Non è questione di turnover o sostituiti, è che il livello del numero 6 nerazzurro è troppo elevato per rinunciarci. Unico.

COMMENTO – Che l’Inter non giochi una partita spettacolare non è una notizia né lesa maestà. Può capitare, soprattutto dovendo giocare ogni tre giorni contro avversari di livello e senza avere ricambi in panchina per far ruotare almeno metà rosa. Succede questo in Inter-Parma, nonostante il vantaggio arrivi a metà della prima frazione di gioco. Tutto sembrava indirizzato verso il tragitto più veloce, invece arriva la doccia gelata. Quello difensivo è un vero blackout, iniziato al 26′ e finito al 30′: l’Inter non riesce a frenare l’esuberanza dell’ex Karamoh, che trova gol e assist sfruttando la leggerezza difensiva di Brozovic e compagni. Perché senza de Vrij è Brozovic a dover guidare da solo tutto il reparto che è alle sue spalle, invece la combo (assenza dell’acciaccato de Vrij + presenza di Godin e Brozovic dormienti) diventa letale. Conte paga quattro minuti di buio con due gol e non è in grado di correggere in corsa la sua formazione. Non esiste cambio modulo (limite dell’allenatore, oggi) né alternative dalla panchina (errore di valutazione della società, in estate). L’Inter è prevedibile e, se studiata attentamente come fatto da D’Aversa, facilmente limitabile. Sperare che il baby Esposito risolva la partita è un autogol quasi annunciato, ma Conte è praticamente costretto a farlo entrare. Così com’è costretto, prima, a far entrare de Vrij, perché la difesa è il miglior attacco: l’Inter di Conte è de Vrij-dipendente, punto. Il problema è tutto nella gestione delle poche risorse a disposizione, martedì contro il Brescia urgono cambiamenti… ma in che modo? La situazione di per sé è imbarazzante, bisogna inventarsi qualcosa. Alla fine quelli di Inter-Parma restano due punti persi, ma è sbagliato fare drammi (solo adesso): si lavora sempre per migliorare e, purtroppo, inseguire chi ha già fatto gli step necessari per avere una rosa di ventidue titolari.

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