PROTAGONISTA – Due punti persi in casa, però la rete nel finale può (anche) far parlare di un punto guadagnato e con l’uomo-gol inatteso: Perisic. C’entra poco l’impegno, che non manca mai. Piuttosto la concretezza. Da punta è un dramma, al tiro. Da esterno sinistro fa poco. E da esterno destro mostra un’attitudine diversa, ancora più aggressiva/offensiva, ma resta sterile. Il gol nel finale è quasi casuale. Forse la palla sarebbe finita dentro ugualmente, senza sfiorarla. Ma non importa. Resta il fatto che Perisic in questa Inter è un pesce fuor d’acqua che non trova collocazione tattica. Più per “scommessa” dall’alto che per volontà propria. Vittima o carnefice? Forse la risposta arriverà quando e se la rosa sarà al completo. Jolly.
COMMENTO – In Inter-Parma si possono riassumere tre concetti e non aggiungere nient’altro. Il primo: l’Inter paga l’ennesimo (non) errore arbitrale, che condiziona partita e risultato. Gravissimo, non trattandosi di una novità stagionale. Il secondo: le tante assenze (Covid-19 e infortuni) e le partite ravvicinate stanno rendendo impossibile la gestione della rosa a Conte, che di certo non è esente a colpe. Ci si sarebbe aspettata più strategia. Il terzo e ultimo: l’Inter 2020/21 gioca senza anima e forse obiettivi, come se dovesse per fare un favore a qualcuno. E si nota. Analizzando solo ed esclusivamente ciò che si vede in campo, basta soffermarsi sulle scelte tecniche. Conte stravolge la formazione iniziale, compreso il ruolo “sacro” di de Vrij, pur di non stravolgere la sua filosofia di gioco. Si gioca con la difesa a tre, ma ai lati di Ranocchia (ottimo) si fatica. Ci sono i due esterni a tutta fascia che non hanno poi tutto questo campo da attaccare per via della linea a cinque di Liverani. C’è il trequartista, che non deve fare il trequartista (ed Eriksen non lo fa). E ci sono le due punte, anche se non sono tali. Una infatti è Perisic. Che va in gol giocando non da punta e non in movimento. Ah già, proprio Perisic: inizia da punta, scala da esterno sinistro e chiude a destra. Senza brillare da nessuna parte, anzi. Però Conte lo fa giocare fino all’ultimo secondo piuttosto che cambiare modulo o lanciare altri giocatori. Come Kolarov, che però non gioca alto a centrocampo. Invece Pinamonti non gioca dal 1′. E via dicendo. Sembra che in questa Inter – che definirla un “cantiere aperto” è poco – ci siano degli esperimenti da portare avanti forzatamente e altri che è meglio non iniziare mai. Come già detto, il numero 14 croato è il test stagionale di Conte. Più di qualcosa non funziona in questa Inter versione fine 2020: quando e come verrà messa mano in maniera decisiva?
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