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Inter-Milan: Inzaghi, i 3′ fatali non sono solo quelli del Giroud-bis ma i cambi

Inter-Milan è un dramma in due atti. L’1-0 del primo tempo va strettissimo, lo 0-2 della ripresa è la beffa più totale. L’1-2 finale premia oltremodo la lettura della partita di Pioli, che fino ai cambi di Inzaghi non mette mai in difficoltà l’Inter. Ed è proprio l’ultimo quarto di gara a preoccupare, al di là del blackout di 3′ che fa rinascere Giroud. Un problema più sottovalutato del previsto finora in casa nerazzurra. I cambi. Di seguito l’analisi tattica di Inter-Milan

Pre-Game Analysis: la preparazione e le scelte di Inzaghi

FORMAZIONE – Ecco il 3-5-2 di partenza scelto da Inzaghi per affrontare il Milan in Serie A: Handanovic; Skriniar, de Vrij, A. Bastoni; Dumfries, Barella, Brozovic, Calhanoglu, Perisic; Dzeko, Lautaro Martinez.

Inter-Milan formazione ufficiale
Inter-Milan formazione ufficiale

In-Game Analysis: lo sviluppo e la lettura della partita

HIGHLIGTHS – Nel primo tempo, al 10′ Dumfries svetta di testa su Theo Hernandez mettendo in rete l’eccellente cross di Perisic da sinistra, ma l’arbitro giustamente annulla per fuorigioco del croato. Poi al 38′ proprio Perisic si fa perdonare calciando al volo di sinistro il pallone ricevuto da Calhanoglu direttamente da calcio d’angolo (1-0). Nella ripresa, al 75′ il tap-in di Giroud è vincente al termine di un’azione iniziata con un fallo – non fischiato – dello stesso su Sanchez e conclusa con una deviazione che rimette in gioco il francese (1-1). E al 79′ Giroud raddoppia ridicolizzando de Vrij, ruotandogli intorno e sfruttando appieno il pessimo intervento di Handanovic (1-2). Infine, al 95′ Theo Hernandez – già ammonito – si fa espellere per un fallo tattico su Dumfries, lasciando il Milan in inferiorità numerica per l’ultima azione dell’Inter.

MODIFICHE – Al 70′, sull’1-0, arriva il primo doppio cambio di Inzaghi: fuori Perisic e Lautaro Martinez, dentro Dimarco e Sanchez. Staffetta nel ruolo di quinto sinistro e in attacco, dove il cileno si posiziona alla destra di Dzeko. Al 73′ terzo cambio nerazzurro: fuori Calhanoglu, dentro Vidal. Altro cambio conservativo, stavolta nel ruolo di mezzala sinistra. All’82′ ultimo doppio cambio per l’Inter: fuori Bastoni e Brozovic, dentro Darmian e Vecino. L’italiano agisce da quinto sinistro facendo scalare Dimarco in difesa, mentre l’uruguayano teoricamente si posiziona mezzala destra facendo scalare Barella in mezzo (come da immagine sotto allegata, ndr).

Inter-Milan formazione finale
Inter-Milan formazione finale

Player Analysis: il singolo decisivo in Inter-Milan visto ai raggi X

PROTAGONISTA – Poco da dire quando in campo c’è un calciatore che è oggettivamente sopra la media in tutto: Perisic. Il croato in circa 70′ fa un assist che purtroppo non può essere conteggiato a causa dell’annullamento del gol, segna la rete del vantaggio e dà lezioni tanto in attacco quanto in difesa (chiedere a Calabria per informazioni). Finché resta in campo l’Inter vince 1-0, appena esce perde 0-2. Solo un caso? Assolutamente no. Aspettando Gosens, Perisic è l’unica certezza dell’Inter di Inzaghi nel ruolo di quinto sinistro. Fuoriclasse.

Post-Game Analysis: le considerazioni finali su Inter-Milan

COMMENTO – Avvio subito all’attacco per l’Inter, che non solo fa la partita ma non permette minimamente al Milan di ragionare. Il primo tempo è un monologo nerazzurro, che nella ripresa viene frenato. Forse per la stanchezza accumulata, forse per la voglia di rivalsa del Milan, l’Inter inizia a lasciare troppo campo agli avversari. Pur tenendo la palla lontana dall’area di Handanovic, il possesso palla peggiora. Poi Inzaghi cambia, con fin troppa improvvisazione dopo il problema fisico del migliore in campo (Perisic), e la partita dell’Inter finisce del tutto. Bastano 3′ per rovinare 70′ di buon livello. E l’ultimo quarto d’ora è disperazione su tela. Dominare una partita persa non ha mai un bicchiere mezzo pieno da guardare. Il bicchiere nerazzurro non è nemmeno mezzo vuoto, bensì solo vuoto. Vuotissimo. Il portiere che è tutto fuorché una saracinesca (vedere Maignan). La difesa che subisce gol al primo errore e non sono ammesse distrazioni. Il centrocampo che, una volta sotto ritmo, perde lucidità e non esiste piano B. L’attacco che si sbatte ma non segna. Tutte cose già note da tempo e che i cambi di Inzaghi non riescono a correggere in corsa. L’Inter di Inzaghi per vincere le partite deve trovare il doppio o magari triplo vantaggio entro la prima ora di gioco, altrimenti sarà sempre un terno al lotto nella mezz’ora finale. E negli scontri diretti queste leggerezze si pagano malamente.

OSSERVAZIONE – Perdere un Derby di Milano fa sempre male. Così di più. L’Inter merita di stravincere e alla fine perde, di misura, rimontata nel giro di poco più di 3′ per due dormite. La prima più dell’arbitro che di Sanchez, la seconda di tutti con de Vrij e Handanovic principali interpreti. L’1-2 di Inter-Milan deve far riflettere per tanti motivi. L’Inter dura un tempo, massimo un’ora. Poi inizia il calo. Un calo fisico ma soprattutto mentale. Le opzioni a disposizione di Inzaghi sono limitate, eppure si ripete ancora una volta lo stesso copione: cambi telefonati. Scontati. In poche parole, sbagliati. Sia per modi sia per nomi e tempi. L’Inter non è in grado di gestire il vantaggio minimo e si complica la vita. Le sostituzioni 1:1 non portano nessun beneficio. Il cambio del calciatore ammonito (in questo caso Calhanoglu) è una condanna. E il tentativo di rimediare agli errori, inserendo un difensore a centrocampo (Darmian) e un centrocampista praticamente in attacco (Vecino) mette in risalto i problemi dell’Inter. Non ha ricambi adeguati in panchina. Senza gli ultimi tre innesti (Correa, Gosens e Caicedo) e perfino senza Sensi, regalato per cinque mesi alla Sampdoria, le scelte sono obbligate. Ma Inzaghi ormai dovrebbe saperlo, quindi potrebbe tranquillamente leggere diversamente le partite. L’Inter esce dal campo tra il 70′ e il 73′, non può essere un caso che il Milan trovi due reti tra il 75′ e il 79′. I tre punti sono stati buttati via, ma non averne difeso nemmeno uno è forse la notizia peggiore: prova di maturità fallita nel peggiore dei modi. Gli scudetti si decidono anche in 3′ di inizio febbraio.

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